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Boldini fu colui che guidò a colpi di pennello l’emancipazione femminile??? - di Cinzia Ballesio

Boldini fu colui che guidò a colpi di pennello l’emancipazione femminile??? - di Cinzia Ballesio

Si è aperta venerdì 29 luglio una grande mostra antologica su Giovanni Boldini. Visitabile fino al 28 gennaio 2018

Lunedi, 31/07/2017 - Si è aperta venerdì 29 luglio nella sala delle arti alla Reggia di Venaria dove rimarrà visitabile fino al 28 gennaio 2018, una grande mostra antologica su Giovanni Boldini.



Con oltre 115 opere, il percorso si articola seguendo gli anni di attività dell’artista ed è organizzato in quattro sezioni tematiche che ne narrano la parabola espressiva mettendo a confronto la sua pittura con quella di alcuni suoi contemporanei come De Nittis, Signorini, Zandomeneghi.



L’allestimento è arricchito inoltre dalla presenza di arredi e oggetti del periodo Liberty ed Art Nouveau e da alcuni filmati a cura del Museo Nazionale del Cinema di Torino con protagoniste Lyda Borelli, Pina Menichelli, Francesca Bertini, le Divine del cinema muto.



Una mostra dove le donne sono protagoniste, sorridenti e palpitanti di vita nei loro stupendi abiti e ben rappresentano quella gioia di vivere che caratterizza un periodo contradditorio che passerà alla storia come Belle Epoque e che prelude alla tragedia della Prima Guerra Mondiale.



Ritratti stupendi e famosi come quello di Berthe che legge una dedica su un ventaglio del 1878, i due della contessa de Rasty del 1880, quello della danzatrice del 1905 e molti altri tra cui quello famosissimo di Donna Franca Florio del 1924.



E' innegabile che l’opera di Boldini contribuisce, grazie anche ad una tecnica che anticipa le modernità pittoriche novecentesche, ad una rappresentazione più moderna e vitale della donna, ma non si può non sobbalzare sulla seggiola alle parole del curatore Sergio Gaddi durante l’inaugurazione, riportate anche nell’articolo su La stampa del 29 luglio da Tiziana Platzer, secondo cui Boldini “ Fu colui che a colpi di pennello guidò l’emancipazione femminile”.



Forse per avvalorare questa ipotesi il curatore scomoda addirittura Gramsci, di cui però non cita esattamente come e in che modo, se positivamente o negativamente, l’intellettuale leggesse l’opera di Boldini.



Viene da pensare ad un atteggiamento critico, analogo a quanto diceva Umberto Eco definendo il kitsch come “prefabbricazione e imposizione dell’effetto” in ambito artistico prendendo come esempio proprio i ritratti di Giovanni Boldini dove le ricche committenti vengono “rese naturalisticamente in tutta la loro carnale avvenenza, ma poi vestite di chiffon e di sete dipinte secondo lo stile impressionista, per dare l’idea che il pittore fosse “davvero un artista”.



Al di là di qualsiasi valutazione critica che è competenza degli storici dell’arte, la mostra è bellissima, assolutamente da non perdere



Spiace però che si perdano occasioni importanti per contestualizzare correttamente quanto viene esposto rischiando di fare vedere solo in superficie, con una lettura puramente visiva ed emozionale, atteggiamento oggi molto modaiolo, opere che sono lo specchio di un periodo densissimo e contradditorio come la Belle Epoque.



Un periodo in cui le donne sono protagoniste non solo nei dipinti di Boldini o sulle scene dei teatri e dei cinema, ma nella realtà quotidiana dello studio, del lavoro fuori casa, delle scuole, delle associazioni per il riconoscimento dei loro diritti sul lavoro, del diritto di voto….



Fare una bella ed importante mostra non vuol dire solo esporre artisti di primo piano e fare numeri con il pubblico ma, coinvolgendolo visivamente ed emozionalmente offrirgli di più, “accendere una lampadina” nella sua testa e guidarlo alla scoperta di qualcosa che non conosceva o a cui non aveva mai pensato.



Emblematico il meraviglioso ritratto di Donna Franca Florio: iniziato nel 1901, viene ritoccato più volte da Boldini fino all’edizione definitiva del 1924.



Si dice che la prima versione fosse ritenuta troppo audace dal marito della donna Ignazio Fiorio (siciliano, segnala Gaddi ammiccando), e che il pittore abbia dovuto intervenire più volte per adattarlo al gusto dell’importante committente.



Si dice anche che ci sia stato un contenzioso economico tra Boldini e Ignazio Fiorio… ma non è rilevante… dal 1901 al 1924 passano molti anni, cambia il mondo, la Grande Guerra farà sì che nulla sia più come prima.



Nel luglio 1919 in Italia viene emanata una legge che abroga l’autorizzazione maritale, una norma che impediva alle donne qualsiasi autonomia decisionale in ambito familiare, patrimoniale e sociale senza l’autorizzazione del marito, e, almeno sulla carta le donne diventano “ soggetti giuridicamente capaci” seppur ancora prive del diritto di voto.



Chissà cosa ne pensava Donna Franca che ovviamente aveva seguito la realizzazione del suo ritratto e gli scambi di opinione tra il marito e l’artista?



Cinzia Ballesio

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