Mercoledi, 26/10/2022 - L’Associazione Nonunadimeno e Arbegnouc di Reggio Emilia, in collaborazione con la Dott.ssa Baritono Raffaella, Professoressa del Dipartimento di Scienze politiche e Sociali e la Dott.ssa Rudan Paola, professoressa del Dipartimento di Storia culture civiltà, venerdì 21 ottobre presso il locale la Ghirda di Reggio Emilia, hanno condiviso riflessioni ed osservazioni rispetto il libro "Blues e femminismo nero. Gertrude «Ma» Rainey, Bessie Smith e Billie Holiday" (Edizioni Alegre, 2022) di Angela Davis. In seguito, ha avuto luogo un concerto con le voci di Ama Dee, Roy Raheem e il Coro L’Amata Rossa di Casa Bettola.
Angela Davis, attivista del movimento afroamericano statunitense e militante del Partito Comunista degli Stati Uniti d’America fino al 1991, indaga come il genere musicale afroamericano più importante successivo alla schiavitù infranse i rigidi tabù sulle rappresentazioni della sessualità che caratterizzavano i prodotti culturali dell’epoca, sfidando la visione patriarcale sul ruolo delle donne.
In particolare, Davis afferma come le donne blues permettevano, nominando senza timore il problema della violenza maschile, di far uscire la questione da un ambito ritenuto privato, rendendolo pubblico e collettivo.
Gran parte di questo progetto ha coinvolto Davis nella trascrizione di tutte le registrazioni, in totale duecentocinquantadue canzoni, alcune delle quali difficili da ascoltare, poiché al tempo della ricerca i cd non erano ancora presenti nel mercato di massa.
Davis ci offre uno scenario rivoluzionario attraverso il canto e l’interpretazione di tre artiste: Gertrude “Ma”Rainey, Bessie Smith a Billie Holiday che davano voce ai desideri, alle emozioni, alle rivendicazioni di donne della working class che non avevano spesso accesso alla parola scritta. Queste donne, trovano nella musica un modo per esprimere sé stesse in forme che si differenziano dai principali standard. Probabilmente avranno sofferto, ma hanno trovato il coraggio e rivendicano il loro diritto di essere rispettate.
Per Davis, le figure femminili evocate nel blues femminile erano donne indipendenti, i riferimenti al matrimonio e alle faccende domestiche si caricavano di note ironiche. Gertrude “Ma”Rainey, Bessie Smith a Billie Holiday hanno rotto il silenzio, attraverso le loro canzoni e la loro storia personale, ma non si trattava solo di questo, perché le voci di queste donne sono state voci di denuncia, di rabbia, ma anche di speranza. Permettendo di creare nel loro contesto sociale uno spazio di presa di coscienza e di resistenza.
L’eredità che ci lascia questo libro è immane: le interpretazioni femministe di queste tre donne ci permette di capire che la coscienza femminista attraversa i confini di ogni razza e di ogni classe.
“ I ain’t no high yella, I’m a deep killer brown
I ain’t gonna marry, ain’t gon’ settle down
I’m gon’ drink good moonshine and run these browns down
See that long lonesome road, Lord, you know it’s gotta end
And I’m a good woman and I can get plenty men ”.
Bessie Smith – Young Woman’s Blues (1926)
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