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Atlante Italiano della Contraccezione

Atlante Italiano della Contraccezione

E' recentemente stato pubblicato a cura di AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) l’Atlante Italiano della Contraccezione; una una ricerca sullo stato della contraccezione in Italia, che nasce dalla collaborazione di AIDOS al Contraception

Giovedi, 26/03/2020 - di ENRICA GUGLIELMOTTI

Segnaliamo che è uscito recentemente a cura dell’AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) , l’Atlante Italiano della Contraccezione.

E’ una ricerca sullo stato della contraccezione in Italia, che nasce dalla collaborazione di AIDOS al Contraception Atlas che è pubblicato ogni anno dallo European Parliamentary Forum for Sexual & Reproductive Rights (EPF), che mira a costruire un indicatore per misurare l’accesso alla contraccezione e i livelli di informazione reperibili nei paesi europei.


L’esistenza di una maggiore gamma di metodi contraccettivi rispetto al passato dovrebbe infatti consentire di evitare gravidanze indesiderate e quindi un eventuale ricorso all’ interruzione volontaria di gravidanza.

I dati mostrano come in Italia esistano ampi margini di miglioramento per la fruizione del diritto alla salute sessuale e riproduttiva di donne e ragazze: sui 45 Paesi dell’Europa geografica presi in esame dallo studio, l’Italia occupa il 26° posto nella classifica.

Nella determinazione del punteggio pesano la mancanza di un sito internet istituzionale, sul quale reperire informazioni sulle moderne tecniche contraccettive, e la quasi totale assenza di politiche di rimborso per l’acquisto dei dispositivi.

I consultori familiari, come unità territoriali responsabili dell’accesso alla contraccezione, sono stati istituiti nel 1975; attualmente sono depotenziati della teoria, degli approcci e delle politiche che li hanno ideati e resi punti di riferimento; sono infatti scarsamente finanziati e sotto organico, con forti differenze regionali.

Da ciò è derivata la necessità di approfondire lo studio su base regionale: sono infatti le politiche regionali a dare concreta attuazione all’offerta dei servizi di prevenzione e tutela della salute sessuale e riproduttiva.

Lo studio rileva un forte divario Nord-Sud con notevoli eccezioni come quella evidente della Puglia.

Si rileva un deficit di informazione e, oltre alla nota assenza di una strutturata e seria educazione sessuale nelle scuole, il problema non è tanto la mancata disponibilità di metodi contraccettivi, quanto il libero accesso al loro utilizzo. In Italia questo è ostacolato da vari fattori, tra gli altri una scarsa e a volte poco chiara informazione, il costo eccessivo dei contraccettivi, l’elevata presenza di medici obiettori e lo scarso finanziamento pubblico.

Vengono analizzate le delibere regionali sulla contraccezione gratuita: fino a oggi, le Regioni che hanno scelto di mettere a disposizione gratuitamente i contraccettivi sono sei: Puglia, Emilia Romagna,Piemonte, Toscana, Lombardia e Marche, anche se, per esempio in Piemonte, ad oggi, non sono state attuate le disposizioni delle delibere, nonostante siano state sollecitate.

Questa ricerca riafferma l’importanza dei consultori familiari per il ruolo strategico che ricoprono per l’affermazione dei diritti sessuali e riproduttivi.

Cita i risultati emersi dallo “Studio Nazionale Fertilità” che dimostrano che è necessario garantire una maggiore capillarità dei consultori sul territorio nazionale fino ad averne uno ogni 20 mila abitanti così come previsto dalla legge 34/96 anziché i 35.000 attuali.

Nelle conclusioni sono esposti alcuni obiettivi che è necessario perseguire:

· assicurare una formazione del personale dei consultori specifica e adeguata che preveda un approccio femminista, interculturale e di genere capace di contribuire a ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari;

· promuovere l’educazione sessuale e informazioni per adolescenti e giovani, soprattutto ragazze, adeguate alla loro età e provenienza e favorire il loro accesso ai servizi integrati che tengano conto dei loro tempi e bisogni. Educazione e servizi dovrebbero essere coordinati con le istituzioni educative presenti sul territorio;

· prevedere fondi certi, adeguati e sicuri nel tempo da destinare ai consultori per garantire l’offerta gratuita dei servizi multidisciplinari inclusa quella dei contraccettivi;

· dare attuazione al Progetto Obiettivo Materno-Infantile relativo al Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1998-2000.

qui il link per scaricare il documento completo

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