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Artiste senza confini

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Intervista alla direttrice d’orchestra Oksana Lyniv e alla soprano Francesca Pedaci, due eccellenze della musica italiana

Venerdi, 07/02/2025 -

Intervista alla direttrice d’orchestra Oksana Lyniv e alla soprano Francesca Pedaci, due eccellenze della musica italiana. I loro curriculum raccontano una professionalità e un tale livello di preparazione che ci è sembrato giusto valorizzarli facendoli precedere le stesse interviste.

Oksana Lyniv è nata a Brody, in Ucraina, da due musicisti, ha studiato pianoforte e flauto, specializzandosi in direzione d’orchestra alla Stanislav Liudkevych Music School di Leopoli. A 16 anni ha diretto per la prima volta un’orchestra, iniziando a sviluppare una serie di esperienze uniche come studentessa di direzione d’orchestra all’Accademia di Musica Lysenko di Leopoli. Nel 2003 è diventata direttrice ospite principale dell’Orchestra da Camera di Leopoli. L’anno successivo ha partecipato al primo concorso di direzione d’orchestra Gustav Mahler dell’Orchestra Sinfonica di Bamberga, vincendo il terzo premio e diventando assistente del direttore Jonathan Nott. Dopo un periodo di perfezionamento a Dresda, dal 2008 al 2013 è stata direttrice stabile del Teatro Nazionale di Opera e Balletto di Odessa. Ha poi lavorato per quattro anni in Baviera come assistente di Kirill Petrenko, dirigendo anche diverse produzioni proprie. Ha quindi ampliato le sue collaborazioni con il Kungliga Opera di Stoccolma e l’Opera di Graz, dove è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di direttrice dell’Opera e dell’Orchestra Filarmonica della città austriaca. In questo periodo ha creato un’Orchestra Giovanile Nazionale Ucraina e il Lviv Moz Art Festival di Leopoli. Nel luglio 2021 ha inaugurato il Festival di Bayreuth con L’Olandese Volante, diventando la prima donna a dirigere in questo festival dopo 145 anni di direzioni maschili. Nel 2022 il Teatro Comunale di Bologna la nomina nuova direttrice musicale, facendola diventare la prima direttrice musicale di una Fondazione lirico-sinfonica italiana. Nel marzo dello stesso anno, in occasione delle celebrazioni della Giornata Internazionale della Donna al Quirinale, dedicata a “Giovani donne che progettano il futuro”, Oksana Lyniv ha partecipato all’evento portando la sua testimonianza di donna ucraina. Da allora, la sua carriera è stata segnata da numerosi importanti debutti internazionali in Asia, America ed Europa, con impegni di rilievo, tra cui quelli con l’Opéra National de Paris, il Metropolitan di New York, la Cleveland Orchestra e, a febbraio 2025, con i Wiener Philharmoniker.

Francesca Pedaci è una soprano italiana, titolare della cattedra di canto presso il Conservatorio G.B Martini di Bologna e ha al suo attivo una carriera musicale stellare. Nel suo vasto repertorio lirico, oltre ai capolavori operistici più conosciuti, ci sono opere rare, ricercate, molte di compositori dal '700, fino ai giorni nostri, ma in particolare la musica di Mozart di cui ha interpretato quasi tutti i ruoli adatti alla sua voce nei palcoscenici cult della lirica, dalla Scala alla Wiener Staatsoper, dal Palafenice di Venezia al Metropolitan di New York, da Tokio a Bruxelles. Di origine pugliese si è trasferita da giovane con la sua famiglia a Bologna, dove ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Bologna, sotto la guida del maestro Leone Magiera che l’ha segnalata come una delle sue più promettenti allieve a Luciano Pavarotti, con cui in seguito Francesca ha cantato in prestigiosi teatri in America e in Italia, dopo aver vinto il ‘Pavarotti voice competition’ a Philadelphia. Ha collaborato con grandi direttori di fama internazionale, tra cui Riccardo Muti, Zubin Mehta, Daniel Oren, Riccardo Chailly e Daniel Harding, lavorando anche con registi del calibro di Peter Brook, in una tournée fra Europa e Asia, Gigi Proietti, Tony Servillo e Giorgio Strehler. Aggiunge alla sua notevole capacità interpretativa, una grande disponibilità umana e una particolare capacità organizzativa. Nel coraggioso ruolo di direttrice artistica di un piccolo teatro barocco Mazzacorati, nella periferia collinare di Bologna, in un anno è infatti riuscita a realizzare più di 200 appuntamenti musicali, nell’ambito della stagione da lei ideata, con il titolo di “Passione in musica”. Un miracolo organizzativo, dovuto anche all’Associazione “Succede solo a Bologna” che ha ridato linfa culturale e entusiasmo a un quartiere privo di iniziative, abitato da tanti giovani e persone lontane da circuiti dall’élite musicale. Francesca è riuscita ad attrarre tanti artisti tanti artisti validi fra i giovani emergenti, del Conservatorio di Bologna, ma anche dalla Cina. Come il suo grande maestro Pavarotti professa la fedenella musica come valore universale e bene comune. Incontro Oksiana e Francesca a Bologna dove le nostre strade per caso si incrociano, e dove loro hanno già creato un sodalizio. Con l’intento di promuovere giovani talentihanno prodotto la manifestazione del 25 gennaio 2025, per la stagione ‘Passione in musica’, che ha ospitato il concerto della giovane violinista ucraina Sofia Zuckar, di soli 15 anni, allieva di Andrii Murza e membro dell’orchestra giovanile, che Oksana cura e patrocina. La musica nei suoi aspetti di concerto, lirica e teatro già di per sé rappresenta un patrimonio culturale di grandissima complessità e inestimabile valore e tradurlo nella scena contemporanea è un atto di impegno e coraggio, ma Francesca e Oksiana si sono costruite anche due ruoli professionali molto speciali.

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Il nostro incontro si snoda su tre semplici domande, le stesse che abbiamo rivolto sia a Oksana Lyniv che a Francesca Pedaci

OKSANA LYNIV

Qual è stato il momento in cui hai capito il tuo valore e hai preso il volo?
Sono nata in una famiglia da sogno dove tutti si esprimevano con la musica e per la musica. I miei genitori erano molto creativi: la mamma era una pianista e mio padre invece faceva il direttore del coro. La musica ha la capacità di unire le persone ma mio padre aveva la possibilità di creare un’atmosfera speciale e la conduzione dell’orchestra ha anche un’implicazione sociale: saper dare le giuste indicazioni, creare un’atmosfera positiva, saper ascoltare gli altri, perché ognuno ha la sua parte. Saper incoraggiare il talento che fa la differenza. A 16 anni ho avuto la possibilità di dirigere un’orchestra ma non c’era nessun esempio che potevo seguire perché nessuna donna, lo aveva fatto prima di me. In Ucraina era una professione maschile e così ho deciso di imparare passo passo, un po' alla volta senza pormi grandi obiettivi. Nel 2004 sono arrivata alla finale del premio Gustav Mahler e lì è iniziata la mia carriera internazionale. 

Per interpretare un patrimonio così antico e composto per l’aristocrazia quale è l’approccio che cerchi con il pubblico?
La musica è un’arte antichissima che forse ha preceduto il linguaggio e al di là delle parole unisce i cuori delle persone. Credo che il momento magico è quando riesco a far arrivare questo messaggio nella mia interpretazione. Ogni compositore, Bach, Verdi, Tchaikovsky ha lasciato un messaggio d’amore universale, hanno sviluppato il modo più profondo di trasmettere amore, comprensione e compassione. Questo è un messaggio ‘zeitlos’… eterno. Inoltre l’orchestra giovanile è importantissima per la pace e la solidarietà: musicisti che vengono da ogni parte del mondo, che hanno perso genitori, case, scuole, che non hanno più niente della vita precedente. Un mio musicista ucraino, che suona l’oboe, ha visto tutto distrutto intorno a sé: ha salvato solo il suo strumento. La sua speranza è tornare in Ucraina e poter ricostruire tutto, creare un’accademia musicale con tanti musicisti che non hanno più niente, che hanno visto i missili distruggere le loro case, ma quando trovano uno strumento la musica è il senso della loro vita. La musica ci tiene insieme.  

Il tuo sogno impossibile…
Non ho sogni personali perché ho già avuto le più grandi soddisfazioni, ma vorrei che la nostra società cambiasse perché le guerre non sono un modo di risolvere i problemi. Bisogna capire che la diversità è rispetto, è l’unico modo di vivere insieme nel pianeta che è l’unica casa per tutti noi. La cultura è l’unico modo per sviluppare la democrazia perché quando studiamo la cultura degli altri, percorriamo l’unico modo di esistere insieme.

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FRANCESCA PEDACI

Qual è stato il momento in cui hai capito il tuo valore e hai preso il volo?
Ho sempre cantato. Fin da piccolina volevo andare allo Zecchino d’oro, ma abitavo a Foggia e la svolta è stata quando sono arrivata al conservatorio Martini di Bologna, aiutata da mio papà cardiologo e mia mamma maestra. A Bologna l’inizio fu molto duro ma il Maestro Leone Magiera, che era direttore d’orchestra di Pavarotti, seppe indirizzare la mia voce verso il repertorio giusto e mi presentò Luciano Pavarotti. La grande svolta avvenne quando vinsi il ‘Pavarotti voice competition’ a Filadelfia. Il teatro è la mia vita, la passione per la quale ho sacrificato tutto, figli, famiglia. Ho superato i muri di grandi sofferenze ma ho dedicato la mia vita al teatro come luogo di amore universale e nei momenti di sconforto ho la certezza che si può dare il meglio di noi stessi al pubblico. Senza il pubblico non esistiamo. 

Per interpretare un patrimonio così antico e composto per l’aristocrazia quale è l’approccio che cerchi con il pubblico?
Grazie alla fiducia di Fabio Mauri, presidente dell’Associazione “Succede solo a Bologna”, due anni fa sono diventata direttrice artistica di un piccolo teatro, un capolavoro barocco del 1763, che per decenni è rimasto chiuso. Con la collaborazione del Teatro Comunale di Bologna, del Conservatorio di Bologna e di Parma e di altre associazioni musicali, questo luogo speciale, con un’acustica studiata per la musica, ospita tantissimi giovani artisti che possono esprimere il loro talento anche con opere e esecuzioni ignorate dai grandi circuiti. Le persone scelgono l’evento a cui partecipare su un sito e prenotano da soli, gratuitamente, senza file o prevendite complicate con carte di credito. Su ogni sedia in sala c’è un codice QR da cui poter scaricare e leggere facilmente il programma della serata. Si possono fare foto e avvicinare e conoscere gli artisti che si sono esibiti. Ho aperto ai giovani, cercando di seguire l’esempio del Maestro Pavarotti che fu un grandissimo facilitatore e aprì le porte della lirica a tutti con il “Pavarotti International” e con numerose iniziative di scambio, incontro e contaminazione fra generi musicali. Tanti amici artisti accettano di collaborare alla conservazione di questi beni culturali, sia musicali, sia il patrimonio artistico del teatro, con un cachet minimo o gratuito, ma riescono a stabilire con il pubblico una relazione autentica, ad avvicinare persone che non possono permettersi il lusso dei grandi circuiti. Tante persone del quartiere sonoormai diventati frequentatori abituali e hanno ricominciato a ritrovarsi al teatro come luogo di aggregazione e di condivisione. Tante persone hanno fatto una donazione ‘adottando una sedia’ e molte nostre iniziative raccolgono un contributo per il Centro Antiviolenza. 

Il tuo sogno impossibile…
Il mio sogno è di aiutare i giovani. Vorrei dirigere un grande teatro, oppure associare al Teatrino di Villa Mazzacorati un importante teatro lirico italiano. Ancora un gradino, della mia lunga scala. Ce la farò. Salirò su questo palcoscenico insieme a tanti giovani. Sono sicura.


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