Venerdi, 06/01/2023 - Silvana La Spina nasce giallista al Mystfest di Cattolica quando nel 1987 pubblica “Morte a Palermo”, per i tipi dell’indimenticata Laura Lepetit, storica fondatrice ed editrice de La Tartaruga, una sigla editoriale datata 1975, dedicata interamente alle ‘voci di donna’, fatto del tutto inusuale per allora.
Nativa della provincia di Padova e veneta per parte di madre, ha il padre siciliano; due anime piuttosto contrastanti convivono così in lei e testimoniano nel suo lavoro di scrittrice romanziera questa sua duplice indole.
Ma, molto probabilmente, la Sicilia, anche se ha scelto di vivere tra Milano e Catania, rimane - case editrici parte, tra cui Mondadori e Bompiani – la sua vera terra di riferimento, la sua più autentica passione mediterranea che traspare e si evidenzia, sfondo paesaggistico e protagonista ad un tempo, nelle sue opere collocate tra il romanzo giallo e quello storico.
Nel 1993 ha vinto il Premio letterario “Piero Chiara” per il suo romanzo “Scirocco ed altri racconti”, sempre pubblicato per La Tartaruga.
Per Neri Pozza ha pubblicato nel 2021 il romanzo storico “L'uomo del Viceré”, ambientato nel 1783, in una Palermo rancorosa e fetida, piena di mille contraddizioni ed a fine 2022, sempre per Neri Pozza, “Angelica”, una ricerca, un riscatto o, forse, più semplicemente ed umilmente una ripresa ‘a posteriori’, di un ‘character’ che ha ‘fatto’ la Storia e fa parte di una storia bellissima, perfettamente inserita nella Storia.
Si allude qui a “Il Gattopardo”, il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (pubblicato fortunosamente dallo scrittore ferrarese Giorgio Bassani, dopo varie ed avventurose traversìe a fine 1958 per la Feltrinelli), che per Silvana La Spina è stato un prezioso ed insostituibile punto di riferimento per questo suo ultimo romanzo storico, quasi uno 'spin-off'– come si usa definire al giorno d’oggi un’opera come questa – una ‘ante’ (e poi ‘post’ ripresa) di una delle principali protagoniste dello splendido testo dedicato al Principone di Salina, Angelica per l’appunto.
«Bisogna avere pazienza con la vita, mi sono sempre detta.
E io di pazienza ne ho avuta tanta.
È da qui che arriva quella che Tancredi
chiama la mia forza? ».
Ecco, questo è un po’ il punto di partenza da cui ha origine la narrazione in prima persona, quasi ideale voce fuori campo, della storia di Angelica Sedara, bellissima ed intelligente ‘parvenu’, tanto intelligente da divenire lei stessa vera Signora, la vera nobile – o divenuta tale e qui protagonista assoluta – di una multi vicenda che allargherà i suoi tentacoli narrativi dapprima a Roma, poi addirittura in Europa dove entrerà a far parte di intrighi politici che la porteranno ad aiutare l’imperatrice Elisabetta, la leggendaria Sissi, a risolvere un grave problema dell’amatissimo figlio Rodolfo.
Scritto in un linguaggio semplice, discorsivo, accattivante, si legge molto velocemente, con piacevolezza: nascendo ‘viva voce quasi interlocutoria’, rimane tale fino alla fine, quasi una speranza che le cose, possano ancora cambiare...anche dopo essere avvenute.
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