Dal 22 al 25 settembre (Narni, Auditorium Bortolotti) si svolge il Festival sul tema del dialogo e del confronto
Il Festival è realizzato con Egida del Parlamento Europeo e dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, l’Associazione Eleonora Pimentel, in rete con i Comuni di Narni, Archivio di Stato di Napoli-Soprintendenza Archivistica per la Campania-Fai, Biblioteca Nazionale di Napoli, Teatro San Carlo. L’obiettivo dell’evento è quello di aggiungere ai linguaggi delle donne un tassello sul concetto di Europa e Diritti. Si parlerà della attualità dei Diritti delle donne, ricordando figure che, come la Sen. Giglia Tedesco Tatò, hanno lasciato il segno. Si presenterà una Tavola Rotonda su Saperi e Diritti delle donne nell’Area del Mediteranneo ed Euromediterraneo con la Carta di Napoli promossa in Palazzo Serra di Cassano a Napoli.
Proiezione foto e video di Maria Rosaria Rubulotta - Video Pandemica di Terni -Video su Pasolini della Regista Grazia Morace - Video di Liliana Carabellese su Argentina - Video su IL Cairo di Silvia De Gennaro.
Variegate le presenze dei/delle Intellettuali che partecipano arrivando da ogni varie Regioni - tra cui Liguria, Marche, Toscana, Friuli, Trentino, Sicilia, Abruzzo, Campania, Lazio - oltre che da paesi stranieri.
Fra le autrici e gli autori saranno presenti figure di spicco come la giornalista e scrittrice Giuliana Sgrena, le scrittrici Sandra Petrignani e Titti Marrone, il poeta Elio Pecora con una conversazione su Alda Merini.
Le saggiste ed i saggisti Maria Antonietta Selvaggio, Pasquale Gallo, Luciana Petrocelli, Daniela Mainenti, Giorgia Rubera, Barbara Mapelli, Anna Loretoni insieme alle scrittrici e scrittori: Adriana Assini,Cristiana Buccarelli, Marta Camporeale, Alessandra D’Egidio, Clara Schiavoni, Maria Teresa Gallo, Glenda Giampaoli, Maria Lamberti, Rita Felerico, Claudia Iandolo, Gioconda Marinelli, Rosy Selo, Marco Patton, BeatriceTassara, Francesca Patton, Francesca Girardi, Maria Lamberti, Titti Follieri, Maria Ester Mastrogiovanni, Luisa Festa, Katia Ricci, Ivana Margarese, Daniela Matronola, Angela Schiavone, Maria Teresa Gallo,Chiara Tortorelli, Gioconda Marinelli, Annella Prisco, Cristiano Barbarossa e Fulvio Benelli, Fernanda Pucillo, Teresa Triscari, Antonella Garofalo, Nicola Russo. EstherBasile,Titti Marrone. Fra gli artisti ed i poeti Guido Bonacci, Roberto Masi, Francesco Terracciano. La giornalista Carmela Maietta de Il Mattino.
Tavolo tematico su Europa-Diritti-percorsi cultura del Mediterraneo ed EuroMediterraneo e conquiste delle donne con un confronto fra intellettuali e politiche.
Un grazie alle artiste di teatro dallo spessore professionale teatrale di squisita levatura come Anna Maria Ackermann insieme ai gruppi musicali: I musicisti di grande esperienza come M.al Sax Nicola Rando - Il Mezzosoprano Daniela Innamorati - Il Chitarrista Valerio Bruner.
Le videoriprese e i filmati sono a cura di Rosy Rubulotta con documentazione archivistica del Festival. Tutto a Narni accade nell’ambito di una realtà culturale che si è consolidata nel tempo e che è in rete con molte Biblioteche e Istituzioni italiane.
Siamo in un momento di crisi dei saperi che desideriamo contrastare. E non è senza significato sottolineare come in tale contesto le teorie che si sono venute configurando siano cifre di questa stessa crisi, espressioni dell’allontanamento da quei modelli di razionalità che hanno dominato nella tradizione filosofica occidentale.
In questa complessa temperie si sono aperti infiniti itinerari di riflessione il cui sfondo teoretico può essere rappresentato dal “pensare senza ringhiera” di cui parla Hannah Arendt, una metafora facilmente comprensibile: siamo abituati ad appoggiarci alla ringhiera dell’identità, al valore dell’unità, al logos.
Il filone che intendiamo seguire è identificabile come pensiero della differenza sessuale, o filosofia di genere, intrecciato con i temi, sopra accennati, relativi al crollo della ragione sistematica, a cui si deve aggiungere la messa in crisi del soggetto monolitico e l’irrompere dell’alterità o della pluralità nel cuore del sé. In particolare potremmo focalizzare la dualità di genere come fattore imprescindibile di interpretazione del sé, del mondo e della storia quale rinveniamo nelle riflessioni di molte pensatrici femministe, quali Luce Irigaray, Judith Butler, Rosi Braidotti, la Comunità di Diotima. Penso anche all’amica Buttafuoco.
Si è parlato di un “pensare senza ringhiera”, si è detto che le filosofe e le storiche e le saggiste contemporanee intraprendono un itinerario, un viaggio, tentando l’interpretazione dei segni e delle cifre del mondo in cui ci troviamo. Inoltre è significativo evidenziare come il pensiero femminista abbia lasciato un’impronta particolare, sia rispetto alle scelte dei temi sia al modo di affrontarli e svolgerli: è quindi necessario mostrare il vantaggio che deriva alla storia della filosofia dall’elaborazione delle massime questioni da parte delle donne.
Se è vero, come affermava Parmenide, che il percorso della filosofia non si svolge “lontano dal cammino degli uomini” ma lungo il loro stesso sentiero, ciò sta ad indicare che i filosofi non vivono in un mondo privato, né in un empireo astratto e pertanto la filosofia riceve dal contesto sociale, culturale e storico in cui gli esseri umani vivono gli stimoli e gli interrogativi cui dare risposte. Si giunge così con successivi passi di avvicinamento al tema più urgente per il nostro contesto cioè la riflessione etica nella quale troviamo sia le elaborazioni già avanzate dal femminismo degli anni Settanta sia i più recenti ripensamenti di alcuni concetti chiave. Dopo quanto osservato circa l’ambivalenza che le problematiche etiche evidenziano, venendo all’argomento che ora interessa – la possibilità di un’etica nuova di confronto – dobbiamo rilevare come l’interrogarsi della donna su se stessa, la ricerca sull’identità femminile in quanto tale, comporti dei cambiamenti radicali non unicamente in relazione all’indagine sulla verità, non solo in riferimento al recupero del soggetto dimenticato nell’odierna crisi del Cogito ma in vista di una ricodificazione etica e quindi di un’etica della differenza sessuale; su questa strada il pensiero e pratiche e saperi delle donne, diventa interlocutore primario di quel dibattito che nel pensiero contemporaneo costituisce uno dei momenti più interessanti. Il punto di partenza, ormai palese rispetto a quanto detto, è stato ripensare il sé da parte del soggetto, e del soggetto femminile, evitando almeno nelle riflessioni più “pensate” l’egualitarismo astratto come una mistica della femminilità. È chiaro quindi che da Pechino in poi molte riflessioni vadano fatte.
Se grande è stata la ricchezza di contributi derivati da “una voce di donna”, il percorso è difficile – il dibattito è ancora in corso e in questa sede si può solo accennare – perché si tratta di una metanoia da compiere nel campo etico e non di semplici aggiustamenti.
Possiamo solo dire che il Bilancio del Festival in questi quindici anni è positivo mentre la ricerca e la volontà di continuare a fare sentire la forza e l’azione delle donne si rende necessaria.Gli anni che abbiamo attraversato sono i più emblematici , dalla violenza sulle donne cui non dobbiamo cedere, alla mancanza di spazi collettivi per cui dobbiamo lottare e mantenere luoghi di riflessione, al flusso migratorio che dobbiamo imparare a conoscere al senso di responsabilità che dobbiamo.
Perpetuare. Riusciremo solo se le RETI di donne si manterranno compatte, sono fiduciosa CHE IL CAMBIAMENTO SARA’ DETTATO DALLE DONNE DEL 900.
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