Il libro di Maria Anna Di Gioia "Come è l’acqua? Riconoscere ogni giorno il mare invisibile del patriarcato” (ed Settenove)
Un volume pensato per strutturare un percorso in classe sul tema della violenza di genere a partire da un calendario di Giornate e ricorrenze note: la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’Epifania, San Valentino, la Giornata internazionale della donna, la Festa del papà, la Festa della mamma e la Giornata mondiale contro l’omobitransfobia.
Con questo approccio il libro di Maria Anna Di Gioia “Come è l’acqua? Riconoscere ogni giorno il mare invisibile del patriarcato” (ed Settenove, pagg 206, euro 18,00), propone un itinerario di conoscenze e pratiche per la scuola secondaria di secondo grado contro la violenza e la discriminazione di genere che copre i dieci mesi del calendario scolastico, con testi teorici e attività laboratoriali da integrare alla didattica quotidiana nell’intento di stimolare riflessioni con ragazze e ragazzi su sessismo, stereotipi, conflitti e dinamiche di potere partendo dalla riflessione sulle manipolazioni culturali che ruotano attorno alle festività più popolari,
Maria Anna Di Gioia è laureata in Lingue e letterature straniere e docente nella scuola secondaria di secondo grado. Dottoressa di ricerca in Letterature moderne comparate,libera ricercatrice, coautrice nel 2006 del libro English around the Web (B.A Graphis), anima il blog “Laparolaeffe. Il mio spazio di ricerca su femminismi e saperi di genere”.
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Citazione da cui nasce il titolo del libro:
«Due pesci che nuotano incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: “Salve, ragazzi. Com’è l’acqua?”. I due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa “Che cavolo è l’acqua?”». (Questa è l’acqua, di David Foster Wallace)
Introduzione al libro "Com’è l’acqua? Riconoscere ogni giorno il mare invisibile del patriarcato", di Maria Anna Di Gioia
In Italia si parla di violenza contro le donne in modo solenne e istituzionale il 25 Novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Negli ultimi anni si organizzano incontri nelle scuole, si parla di violenza di genere in classe, le persone in politica fanno dichiarazioni, i giornali ne scrivono. Il resto dell’anno, la questione torna nella sua nicchia e i femminicidi continuano a realizzarsi a cadenza impressionante, derubricati a fatti di cronaca.
Con questo lavoro ho cercato di andare oltre il 25 novembre e di analizzare la violenza sotterranea, camuffata in altre ricorrenze che diamo per scontate, senza vederne alcuni spigoli, contraddizioni, ipocrisie, retaggi storici, cercando di evidenziare il modo in cui le giornate che “celebriamo” in modo acritico spesso rappresentano la base nascosta in profondità dell’iceberg della violenza, di cui i femminicidi non sono che l’apice.
Tre anni fa, durante le mie lezioni a scuola in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ho avuto modo di parlare in classe del report [1] dell’Istat pubblicato il giorno prima dal dipartimento per le Pari opportunità. Disegnando e commentando con le mie classi la piramide della violenza sulle donne, tutti e tutte condannavano senza esitazioni i piani alti della piramide (femminicidio, violenza sessuale, violenza fisica e verbale). Le perplessità iniziavano a presentarsi scendendo verso la base: la violenza psicologica, domestica, economica, insita nel linguaggio e nell’educazione. Non è stato facile riconoscere per loro la violenza che si nasconde in questi piani, percepire davvero l’acqua in cui nuotiamo, il grande mare del patriarcato. Per molti dei miei studenti con cui ho parlato (una scuola professionale del sud Italia), le ragazze con cui escono non hanno il diritto di vestirsi come vogliono (no scollature, no minigonne «troppo corte»). I cellulari delle loro compagne possono, anzi devono, essere controllati. È giusto che i lavori domestici vengano eseguiti dalle donne, perché «gli uomini lavorano tutto il giorno». La consapevolezza dell’importanza di lavorare con ragazze e ragazzi sul tema degli stereotipi e sulla violenza di genere, già presente negli anni precedenti in cui avevo lavorato alla scuola media, si è fatta sempre più urgente.
Solo attraverso la sensibilizzazione riguardo al retaggio dei meccanismi educativi e socioculturali di cui siamo avvolte e avvolti da tempo immemore, gli e le studenti, futura cittadinanza, potranno davvero contribuire efficacemente a migliorare lo status quo per tutte le persone. Altrettanto necessaria e urgente è una formazione adeguata anche del corpo docente, spesso non pienamente consapevole dei pregiudizi e stereotipi che attraverso il proprio lavoro contribuisce a perpetuare.
Il progetto si dipana in sette percorsi che seguono alcuni momenti dell'anno scolastico e non, come la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’Epifania, San Valentino, la Giornata internazionale della donna, la festa del papà, la festa della mamma, la Giornata contro l’omobitransfobia, presi come spunto per soffermarsi su alcuni macrotemi fondamentali per una riflessione sulla violenza di genere sommersa e le manipolazioni culturali che spesso ruotano intorno a queste giornate, osservandole in trasparenza per far venir fuori le contraddizioni che le contraddistinguono.
Le metodologie didattiche utilizzate privilegiano l'interdisciplinarietà, il role playing, il collaborative learning, il debate, la raccolta di articoli di giornali, pubblicità, video e immagini e la didattica laboratoriale. Si pone al centro del processo il “corpo discente”, con l'obiettivo di valorizzarne competenze e vissuto relazionale, di promuovere l’apprendimento esperienziale per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo, la riflessione, ampliando così le opportunità di costruire attivamente il proprio sapere. Gli strumenti di intervento proposti si basano sui bisogni di chi apprende, nell'ottica di promuovere l’apprendimento collaborativo e di agevolare lo sviluppo di competenze. Si propongono spesso lavori in piccoli gruppi per attivare il conflitto cognitivo e la ricerca collettiva di risultati riguardo alle varie problematiche. Per evitare una mera acquisizione di conoscenze, ma promuovere soprattutto abilità e competenze, tra cui quella di “imparare a imparare” nel modo più efficace possibile, le strategie e metodologie didattiche adottate sono tese a valorizzare il potenziale di apprendimento di ciascun e ciascuna studente e a favorirne l’autonomia.
INDICE DEL LIBRO
Prefazione di Francesca R. Recchia Luciani
Introduzione
Percorso 0. Prima di cominciare.Cambiare prospettiva
1. Un passo indietro
Attività 1. Caccia allo stereotipo
Attività 2. Sul nastro di partenza
1. Linguaggio. Il maschile può essere considerato neutro?
Attività 1. Attività 1. Buongiorno a tutt*/ə/_/x/u/ei/ie!
Attività 2. Infermiera sì, ingegnera no (“suona male”)
2. Il sessismo nei libri di testo
Attività 1. Caccia al sessismo nei libri scolastici
Attività 2. Dove sono le donne nei libri?
3. Il sessismo nella pubblicità e nei media
Attività 1. Analisi della comunicazione
Attività 2. Proposta di una nuova comunicazione
Attività 3. Pubblicità sociale
4. Bambine non si nasce, lo si diventa
Attività 1. Il negozio di giocattoli non sessista
Attività 2. Il detective antisessista
Materiale di approfondimento
Percorsi dedicati alle giornate
Percorso 1. 25 novembre. Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Corpi violati
1.1.La piramide della violenza
Attività 1. Violenza sommersa
Attività 2. La città femminista
1.2. Quando la violenza è normata
Attività 1. Storie che cambiano la storia. Franca Viola
Attività 2. Delitto d’onore
1.3. Cultura dello stupro e narrazioni tossiche
Attività 1. El violadorerestú
Attività 2. Rivediamo il linguaggio di chi racconta
1.4. La violenza dell’invisibilizzazione
Attività 1. Quote rosa sì o no?
Attività 2. La sorella di Shakespeare
Attività 3. Storia locale e Toponomastica femminile
Materiale di approfondimento
Percorso 2. 6 gennaio. La Befana.
La sapienza bruciata
2.1. La caccia alle streghe
Attività 1. Chi erano le streghe?
Attività 2. Il controllo dei corpi e la nascita della scienza moderna
Attività 3. Il tabù della vecchiaia e il movimento Body Positivity
2.2. Il valore strategico e politico della caccia alle streghe
Attività 1. Vecchie e nuove eresie
Attività 2. Tecniche di nuove cacce alle streghe
2.3. “Mia madre non è una strega!”. Il ruolo degli uomini nella caccia alle streghe
Attività 1. I pescatori di St. Jean-de-la-Luz
Attività 2. La madre di Keplero
2.4. “Tremate! Tremate! Le streghe son tornate!” Stregoneria, politica ed Ecofemminismi
Attività 1. Ecofemminismi
Attività 2. Alla ricerca della sapienza antica
Materiale di approfondimento
Percorso 3. 14 febbraio. San Valentino.
Amore e violenza
3.1. I miti sull'amore
Attività 1. L’amore romantico uccide
Attività 2. Parlami d’amore
3.2. “Prima le donne e i bambini”
Attività 1. La trappola della galanteria
Attività 2. Privilegi femminili?
3.3. Le canzoni d’amore tra sessismo, stereotipi e violenza nascosta
Attività 1. Sessismo nelle canzoni
Attività 2. Debate! Tra “cancel culture” e “politically correct”
3.4. Quando il matrimonio diventa una gabbia
Attività 1. Il matrimonio liberato
Attività 2. Il matrimonio può essere femminista?
3.5. Amore e rivoluzione
Attività 1. Largo all'Eros alato!
Attività 2. Chiamarlo amore non si può
Materiale di approfondimento
Percorso 4. 8 marzo. La giornata internazionale della donna
La lotta per i diritti e le pari opportunità
4.1. Diritti negati, diritti acquisiti, diritti violati
Attività 1. Il corpo delle donne tra dress code e burqa
Attività 2. Distopie contemporanee
4.2. La lunga lotta per la conquista dei diritti
Attività 1. Le protofemministe
Attività 2. La lotta per il diritto al voto
4.3. I diritti di chi?
Attività 1. Rassegna di film su femminismi nel mondo
Attività 2. Contraddizioni del femminismo globale
4.4. Diritti o liberazione?
Attività 1. Il conflitto tra emancipazione e liberazione (femminismo neoliberista vs femminismo intersezionale)
Attività 2. Un altro genere di forza
Materiale di approfondimento
Percorso 5. 19 marzo. La festa del papà
Il femminismo fa bene anche agli uomini
5.1. “Non fare la femminuccia”. La mascolinità tossica
Attività 1. Stereotipi tossici
Attività 2. Questo uomo no
5.2. Essere papà oggi
Attività 1. Come migliorare i congedi parentali?
Attività 2. Papà, non mammo!
5.3. Per una maschilità transfemminista. Uomini alleati contro sessismo e patriarcato
Attività 1. Mascolinità tossica nella pubblicità: il caso Gilette
Attività 2. La ropa no tiene genero
5.4. Colpi di coda di un patriarcato in agonia. I movimenti MRA
Attività 1. Io non sono così
Attività 2. Il gioco dell’oca antisessista
Materiale di approfondimento
Percorso 6. Seconda domenica di maggio. La festa della mamma
Maternità tra gabbie, stereotipi e ingiustizie
6.1. Dalla “Dea Madre” a “Dio Padre”
Attività 1. Di che genere è Dio?
Attività 2. Storia di Ipazia
6.2. “Datti una mossa!” Problematiche della natalità
Attività 1. Destrutturiamo il Fertility Day
Attività 2. Disfare l’Antropocene
6.3. Il dribbling tra maternità e lavoro
Attività 1. Le dimissioni in bianco
Attività 2. Il gender pay gap
6.4. Lavoro di cura e stereotipi. Chi fa i lavori domestici a casa della colf?
Attività 1. Kvennafrì
Attività 2. Bastava chiedere
Materiale di approfondimento
Percorso 7. 17 maggio – Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia
Gender libera tuttə
7.1. Sesso, identità di genere, orientamento sessuale
Attività 1. Come rivolgersi alle persone trans, queer e non binarie?
Attività 2. Superare stereotipi e pregiudizi
7.2. Il percorso tortuoso verso i diritti LGBTQIA+
Attività 1. Diritti e violazioni
Attività 2. Cosa significa “essere una bambina”?
7.3. Il femminismo intersezionale. Nuovi diritti e lotte incrociate
Attività 1. Il pianotransfemminista
Attività 2. Persone queer nella storia e in diverse culture del mondo
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