Storia romanzata della tragedia delle Fosse Ardeatine. Un libro per dare volti a coloro che hanno voluto sfidare l’occupazione nazista
Armeni recupera dati e fatti, racconta l’attentato contro i nazisti occupanti e ne fa materia di narrazione e di riflessione. Il suo è un romanzo che rievoca minuto per minuto l’attentato con una crescente suspense, grazie a una precisa ricostruzione storica e libertà d’immaginazione che permettono alle righe di un manuale di storia di diventare qualcosa di più, qualcosa di umano, consentendo in questo a tutti coloro che sono venuti dopo di avvicinarsi.
La dinamica dell’attentato è chiara. Ci sono documenti e pagine, fotografie. Si sa che i tedeschi avevano ucciso, poi, persone innocenti: uno a dieci, per vendetta. Per ogni tedesco massacrato nell’attentato di via Rasella, le SS di via Tasso avevano giustiziato alle Fosse Ardeatine dieci italiani che con l’attentato non c’entravano niente e anche qualcuno in più, “per sbaglio”.
Ritanna Armeni entra nella pelle e nei pensieri dei protagonisti (partigiani ovviamente). Nelle paure, nelle emozioni piccole come nelle emozioni grandi. E rende quegli uomini e quelle donne ‘umani’, come solo il romanzo può fare. Tanto che non si può non provare empatia per loro.
Tra loro c’era Carlo Salinari, nome di battaglia Spartaco, che un giorno sarebbe diventano l’autore de “il Salinari-Ricci”, un testo di letteratura italiana molto usato, o Antonello Trombadori, il pittore che scriveva versi in romanesco.
L’azione a cui presero parte era la più pericolosa: far esplodere un ordigno in via Rasella al passaggio di un intero reparto delle forze d’occupazione. Vi erano coinvolti una dozzina di partigiani, morirono 33 soldati tedeschi e quattro passanti.
Il giorno dopo ci fu la rappresaglia non annunciata e consumata in tutta fretta, senza dare tempo ai responsabili di decidere cosa fare.
Sarebbero servito a qualcosa consegnarsi? Sarebbe bastato? Forse no. I tedeschi non volevano i responsabili, ma terrorizzare la popolazione e forse dividerla.
Ritanna Armeni racconta ogni particolare: il ritardo dei soldati in marcia da via Veneto, che rende sempre più stressante l’attesa dei partigiani, la fuga dopo l’esplosione in casa di amici. Descrive anche le polemiche e le accuse che si riversano su di loro. Lo fa senza prendere posizione come è giusto che sia in un romanzo. Anche perché ogni opposizione armata, che implica morti innocenti, cerca di coinvolgere chi non ha il coraggio di esporsi o rischiare la vita in nome della libertà.
Il romanzo impone al lettore di interrogarsi da quale parte stare. E pensare a che cosa avrebbe fatto se ci si fosse trovato coinvolto.
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