Martedi, 05/09/2017 - Il Festival “Alchimie e linguaggi di donne” (Narni, 21/24 settembre 2017) giunge a un traguardo straordinario, dieci anni trascorsi nel viaggio e nell’utopia di poter concretizzare una “cittadella della cultura” a Narni, nel territorio umbro che abbiamo imparato a conoscere e amare. programma
Con l’egida dell’Istituto Italiano per gli Studi filosofici di Napoli, in collaborazione con Archivio di Stato di Napoli, Soprintendenza Archivistica per la Campania, Biblioteca Nazionale di Napoli e negli ultimi anni in rete con la Biblioteca di Terni e il Comune di Sangemini si è svolta un’esperienza unica. Sotto la Direzione artistica attenta e scrupolosa della dott.ssa Maria Rosaria Rubulotta e la collaborazione costantee promozione sin dal nascere dell’avv. Roberta Isidori, prima in qualità di assessora alle Pari Opportunità e poi di consigliera, il Festival della Letteratura-saggistica-arte al femminile ha avuto riconoscimenti di alto valore con due medaglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e messaggi che conserviamo in archivio di rappresentanze del mondo politico e culturale, come quello della Presidente Laura Boldrini. L’Egida del Parlamento europeo e della Camera dei Deputati hanno segnato la storia della manifestazione. E non ultimo il riconoscimento che il Festival di Narni sia entrato a pieno titolo nel Superfestival del Salone del Libro di Torino nel Maggio 2017.
La valenza della manifestazione che si è arricchita di presenze di professioniste e professionisti, di studiose e studiosia livello nazionale e internazionale e i vari riconoscimenti sottolineano l’importanza della cultura e della produzione dei saperi e delle ricerche di studiose e studiosi presenti nelle singole sessioni e che rende necessario il confronto e il dialogo.
Un Festival di ampio respiro, unico nel suo genere, che approfondisce tematiche sociali e storiche, letterarie e filosofiche, con partecipazioni di spicco, valorizzando la produzione intellettuale e artistica femminile e con non meno di cento presenze - di volta in volta - di studiose e studiosi arrivati da tutta Italia e anche, molte, dall'estero: da Istanbul, dal Marocco, dalla Croazia, dall’America latina.
Negli anni fra le personalità note ricordiamo: Dacia Maraini, Barbara Alberti, Adele Cambria, Marosia Castaldi, Maria Rosa Cutrufelli, Giuliana Sgrena, Lia Levi, BoghosZékiyan, Goffredo Fofi, Elio Pecora, Roberto Deidier, Meri Lao, Monica Farnetti, Maria Serena Sapegno, Sandra Petrignani, Wanda Marasco.
Fra le scrittrici e storicie poeti presenti da evidenziare: Bruno Galluccio, Lucia Stefanelli Cervelli, Gioconda Marinelli, Clara Sereni, Lidia Curti, Gabriella Musetti, Carla Arconte, Adriana Assini, Clara Schiavoni, Simona Bertocchi, Maria Ester Mastrogiovanni, Fania Cavaliere, Lia Migale, Adelia Battista, Silvana Sonno, Tommasina Soraci, Maria Stella Rossi, Iaia De Marco, Roberto Stopponi, Roberto Nini e tante altre costanti collaborazioni.
Con noi la consistente presenza della Società delle Letterate e delle Filosofe da tutta Italia, la costante partecipazione dell’On.Vittoria Franco che con le sue acute analisi politiche ha reso possibili dialoghi di grande rilevanza, le filosofe Patrizia Caporossi e Giovanna Borrello, l’Assessora all’Istruzione della Regione Campania Adriana Buffardi, che ha favorito approfondimenti ai tavoli tematici di attualità politica, l’Assessore all’Istruzione Beatrice Tassara di Santa Margherita Ligure, la Consigliera di parità Luisa Festa della provincia di Napoli, il FAI Campania con la Presidente Maria Rosaria De Divitiis, FAI Umbria Ilaria Bortolotti Buitoni, le storiche e gli storici del cinema e storici Anna Forgione, Matilde Tortora, Alfredo Baldi, le antropologhe dell’Università Federico II di Napoli Gianfranca Ranisio, Fulvia D’Aloisio, Annunziata Berrino, esperta di Scienze del Turismo, Mauro Giancaspro, direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, EmmanuelaSpedaliere delegata del Teatro San Carlo.
Le archiviste dell’Archivio di Stato di Napoli Rossana Spadaccini e la Direttrice Imma Ascione, Raffaella Nicodemo, le giornaliste Carmela Maietta de Il Mattino di Napoli, Eleonora Puntillo e Tiziana Bartolini della storica rivista Noi Donne, la studiosa dell’Università di Chicago Margherita Pieracci Harwell, insieme con la traduttrice Giovanna Fozzer, Anna Maria Crispino, direttrice della rivista Leggendaria, hanno arricchito il Festival con i loro contributi.
Presenti il gruppo di lettura del centro di Latina Lilith con la Presidente, la studiosa Lilliana Ferro, l’associazione Febe con la presidente Maria Gaita, che con il suo gruppo ha focalizzato l’attenzione su Fabrizia Ramondino, Elena Ferrante e Letterature migranti.
Le case editrici presenti sono state: Mondadori, Thyrus dell’Umbria, Alieno di Perugia, Mondadori, Il Saggiatore e Passigli, Einaudi e tante altre, comelo storico Editore Guida e Mondadori, Homo Scrivens (Aldo Putignano), Minimum fax, Vita Activa da Trieste, Neri Pozza, Terre d’Ulivo da Lecce (Elio Scarciglia),Treves, Pironti, Libreria delle Donne di Napoli.
La rete di donne d’Europa provenienti da Trieste con Ester Pacor e presenze dalla Croazia e dal Marocco.
Pittrici provenienti da Trieste con le loro rassegne nel Museo Erolie con il gruppo Espansioni.
Pittrici sempre presenti come Roberta Basile, Giovanna Piromallo, Anna Paola Catalani, Silia Pellegrino con le loro opere. Le artigiane di Terni dirette da Silvia Imperi, la scultrice Teresa Mangiacapra con il gruppo storico delle Nemesiache presente ogni anno alla Biennale di Venezia.
E ancora, i video a cura di Grazia Morace, Carlo Damasco, Tiziana Bianchi. La mostra di foto permanente di Maria Rosaria Rubulotta e i videopresenti ogni anno su temi specifici che costituiscono gli archivi.
Le Poete della Tenda Berbera dirette da Rita Felerico, che hanno per molti anni trovato accoglienza presso la dimora della signora Paola Casco e famiglia, nel suo giardino, a Stifone: M.T. Caporaso, A. La Volpe, G.Dell’Aria, M. Grande, L. Ferro,M. Marmo, C. Slobodanka, L. Nugnes, A.Liberatore, G.Marinelli, N.Bonapace, B.Gentile, C.Dolci, S.Di Mare, S.Cervone, A.Pugliese, C.Caputo, A.Schiavone, F.Coppola, M.Felici, N.Fasano.
Fra i musicistie le musiciste sempre presenti alle dieci edizioni del Festival: Il duo di M. Susanna Canessa e Monica Doglione, Sax M. Nicola Rando, Chitarra M.LinoBlandizzi, Chitarra M. Marcello Appignani e poi ancora M. Luca Ricatti, Chitarra M. Patrizia Lopez, M. Patrizia Nicolai.
Fra i temi che hanno dato vita ai tavoli di riflessione, solo per citarne alcuni: Archivi delle Donne, Letterature migranti, Le Filosofe del novecento, Il tema del Nomadismo, La nuova banalità del Male, Il Femminicidio, Donne e Mediterraneo, La condizione carceraria femminile, Sguardi verso l’Europa, Le Madri della Costituente, in ricordo della Sen.Giglia Tedesco Tatò e Teresa Mattei, gli omaggi ad Anna Lizzi con Alberto Custodi, Archeologia con Roberto Nini, Valorizzazione Territori e Beni Culturali con Lucia Daga e Vittorio Scuncio.
Approfondimenti tematici su: Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Sandro Penna, Amelia Rosselli e Anna Maria Ortese, curati dai critici letterari Elio Pecora e Roberto Deidier.
Fra le attrici, gli attori e i musicisti noti: Milena Vukotic, Anna Maria Ackermann, Maddalena Crippa, Caterina Pontrandolfo, Lucia Stefanelli, Arnolfo Petri.
Raccontare in breve non è possibile, possiamo solo andare avanti, sollecitati dalla attualità storica che viviamo ed elaboriamo tutte insieme. Elaborazione e pratica femminista che ha inteso e intende la politica innanzitutto come presa di parola. Come autonomia non solo dalla misura maschile, ma come possibilità per ciascuna di scrivere la propria vita. Parola legata all’esperienza, dunque, parola aperta al contatto e anche al rischio del conflitto. Politica che non domanda gerarchie ma circolarità e scambio. “Il movimento dei movimenti”, come spiega Naomi Klein, ha fatto sua questa forma di pratica politica. Ma della parola libertà, della pratica di libertà e della politica che origina il femminismo nella sua storia e nella sua tradizione ha offerto declinazioni diverse. Libertà come uguaglianza-emancipazione, diritti e opportunità da redistribuire equamente, tra uomini e donne in primo luogo e oggi anche tra primo e terzo mondo.
Libertà come signoria femminile su di sé e sul mondo che non si affida al linguaggio delle garanzie scritte ma alla relazione, all’ascolto e al sapere che nasce dall’esperienza, nell’elaborazione e nella pratica del femminismo italiano della differenza sessuale.
Libertà che non significa soltanto slegarsi dal potere maschile, quanto legarsi all’autorità femminile, affidandosi alla lingua dell’autorità e non del potere.
Dalla scoperta guadagnata dal femminismo degli anni ’70, a partire dalle donne occidentali, che emancipazione e libertà femminile non sono in sequenza e che la libertà non è neutra, uguale per donne e uomini, di fronte ai sussulti armati del patriarcato, la parola femminile sulla libertà oggi può e deve poter parlare alle energie e alle intelligenze, maschili e femminili, che intendono costruire e non distruggere.
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