Lunedi, 20/11/2017 - È un viaggio carico di suggestioni indimenticabili quello proposto con la mostra Il Cinquecento a Firenze. Tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna e visitabile a Firenze, Palazzo Strozzi, fino al 21 gennaio 2018.
L’esposizione di opere immense e di massimi artisti propone all’attenzione di un pubblico competente chiavi di lettura che si discostano dalla tradizionale visione, aprendo nuovi varchi. Ma la forza espressiva delle oltre settanta opere esposte colpisce anche il visitatore animato da semplice curiosità e voglioso di catturare il bello che l’arte elargisce con dovizia e, immancabilmente, quando offre generosamente allo sguardo e ai cuori capolavori di artisti come Michelangelo, Bronzino, Giorgio Vasari, Rosso Fiorentino, Pontormo, Santi di Tito, Giambologna, Bartolomeo Ammannati.
L’insieme dei capolavori esposti è mirabile espressione di una “eccezionale epoca culturale e di estro intellettuale” che spazia dall’arte sacra a quella profana, dalla scienza al mito, dalle allegorie alla ritrattistica. Questo evento è l’ultimo atto di una trilogia di mostre di Palazzo Strozzi, sempre curate da Carlo Falciani e Antonio Natali, iniziata con Bronzino nel 2010 eseguita da Pontormo e Rosso Fiorentino nel 2014.
L’intento dei curatori Falciani e Natali, questa volta, è far dialogare le opere e gli artisti nell’ottica di un approccio che si auspica “spregiudicato” offrendo la possibilità di rivisitare del secolo “i molteplici accenti, mettendo i discussione tanti punti fermi, che sono spesso luoghi comuni secondo i quali dopo l’epoca magnifica della Firenze del primo Cinquecento il destino della città sia stato segnato da un autunno sterile, come se non ci fossero tracce di quello che sarebbe poi accaduto nel secolo successivo”. Affrontando l’intero secolo, la mostra intende sottolineare “la dialettica tra le istanze di una maniera moderna e di una controriforma, messi in dialogo attraverso grandi artisti”.
Il percorso espositivo punta a celebrare alcuni aspetti di un periodo che è segnato dal Concilio di Trento con gli effetti della Controriforma e ingiustamente considerato solo “bigotto a umbratile”, ma che è anche tratteggiato dal genio di Francesco I de’ Medici, mecenate e politico illuminato. Al suo studiolo, infatti, è dedicata una delle sale in cui, attraverso tele e sculture, è narrata l’atmosfera che nutriva i suoi interessi, dalle scienze all’alchimia, con l’apporto “della varietà di stili che convivono nelle arti fiorentine del tardo Cinquecento”. Di particolare fascino le sale in cui si rincorre l’arte sacra e quella mitologica e allegorica, a conferma della duttilità espressiva che ha caratterizzato l’epoca.
Non è cosa di secondaria importanza, inoltre, il fatto in occasione della mostra sia stata attuata una campagna di restauri, anche grazie a prestigiose collaborazioni con musei e istituzioni locali e internazionali.
A questo intenso lavoro, organizzato dalla Fondazione Palazzo Strozzi, hanno collaborato l’Arcidiocesi di Firenze, la Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto-Ministero dell’Interno, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato, avvalendosi del supporto del Comune di Firenze, della Camera di Commercio di Firenze, dell’Associazione Partners Palazzo Strozzi e della Regione Toscana.
Orario mostra
Tutti i giorni inclusi i festivi 10.00-20.00
Giovedì: 10.00-23.00
Info
Tel +39 055 2645155
info@palazzostrozzi.org
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