Ascolto, proposte, alleanze: dopo i lavori della tre giorni raccogliamo le considerazioni della Responsabile del Piano per l’Uguaglianza della Città metropolitana di Bologna
A conclusione della tre giorni dal titolo ‘La grande Disuguaglianza’ raccogliamo le osservazioni di Simona Lembi, responsabile del Piano per l’Uguaglianza, Città metropolitana di Bologna.
Avete fatto un grande lavoro di ascolto chiamando ad un confronto fattivo tanti e differenti settori. Quale è stato il ‘raccolto’?
Da sottolineare la partecipazione, che è stata al di sopra delle aspettative con 300 persone in presenza e 600 a distanza ,a testimonianza della grande attenzione che questi temi suscitano tra le persone. Spiace non verificare altrettanta attenzione da parte dei decisori politici. Abbiamo voluto fare una cosa seria: una nuova policy (il Piano per l’Uguaglianza), stabile e duratura, in confronto con altre esperienze europee, al centro il lavoro che è il grande assente dai diritti delle donne. Lo facciamo convinti che questi temi abbiamo bisogno di scelte e azioni e di lungo respiro e molto concrete.
Che impatto potranno avere a Bologna gli scambi avvenuti e le informazioni raccolte?
Lavoriamo per ampliare le alleanze su temi su cui l’attenzione è alta e le risposte devono migliorare. Stiamo definendo una proposta di legge di contrasto alle dimissioni volontarie dal lavoro nei primi anni di vita dei figli e una misura di gender procurement per premiare in bandi e appalti pubblici quelle imprese che scommettono sulla parità e sull’’uguaglianza. Per novembre puntiamo a condividere un impegno che vuole essere anche una misura concreta, a favore dell’autonomia lavorativa e abitativa di donne che hanno subito violenza. Misure su cui il confronto è aperto coi centri antiviolenza, con le imprese, con le parti sociali, le associazioni di categoria e i sindacati. Non vogliamo essere una eccezione, ma fare la nostra parte. Se risultano misure replicabili in altre parti del paese, avremo fatto un buon lavoro.
Dal tuo punto di vista, volendo fare un bilancio delle condizioni delle donne oggi in Italia, cosa vorresti osservare?
Che la situazione è di molto peggiorata in appena un anno. Il World Economic Forum (che non è precisamente un’associazione femminista e non può certo essere additata come di parte), ci ha detto che nell’indice di parità di genere l’Italia è passata dalla 63esima alla 79ma posizione. Pesano in particolare il crollo di parità nelle istituzioni e la storica e cronica disuguaglianza nel mercato del lavoro. L’abbiamo chiamata la Grande Disuguaglianza volendo, da Bologna, contribuire a riaprire una discussione, anche per sollecitare il Governo a riprendere una iniziativa sui temi della parità di genere. Non lo diciamo con un approccio ideologico. Siamo convinte e convinti che stare sulla concretezza ed essere netti, rigorosi e autorevoli sull’Uguaglianza, a partire da quella necessaria sul mercato del lavoro, sia urgente in un paese che vede ancora disoccupata una donna su due. Avere donne con pari opportunità degli uomini permette di valorizzare veramente le competenze in ciascun settore. E avere ruoli ricoperti da persone competenti, donne e uomini che siano, significa essere un paese competitivo economicamente, che vede crescere la propria economia e ha forza di contrattazione a tutti i livelli, anche nel gestire le difficili controversie che spesso accadono, e spesso coinvolgono le donne, come il caso Saga coffee, solo per fare un esempio, che ha riguardato il nostro territorio.
Intervista a cura di Tiziana Bartolini
Lascia un Commento