Insoddisfazione per un governo lontano da una formazione paritaria. L'augurio è che almeno le politiche del programma siano indirizzate verso la realizzazione di una reale parità
Giovedi, 05/09/2019 - E niente, non bastano lettere, non servono appelli. Quando parliamo di democrazia paritaria, a livello di principio, tutti si dicono d’accordo che questo vulnus del nostro Paese vada sciolto, ma poi quando alla fine si fanno i conti , rimaniamo sbigottite dalla pochezza del risultato.
Se 7 donne su 21 ministri, esattamente un terzo, possono accontentare qualcuno e possono far sentire con la coscienza a posto chi ha lavorato alla formazione del governo, io penso che continuiamo ad avere seri problemi sulla rappresentanza di genere.
Tutte noi abbiamo sentito il Presidente del Consiglio Conte, gli esponenti politici delle forze politiche in campo, proclamare quanto fosse importante, anche per marcare la discontinuità, avere un governo paritario dal punto di vista del genere, ma tutti i partiti, nessuno escluso, non hanno fatto uno sforzo per attuare questo proposito.
Non ci sfuggono la complessità e la delicatezza della formazione di una compagine, soprattutto come quella appena nata. Siamo consapevoli che questo governo, sia “necessario” e tiriamo un sospiro di sollievo che non ci siano, in questo esecutivo, forze politiche che in un anno e mezzo hanno mortificato il ruolo delle donne, hanno cercato di smantellare leggi conquistate con anni di battaglie femministe e di proporne altre oscurantiste sui diritti civili.
Siamo altresì convinte che la rappresentanza paritaria non sia sufficiente, ma è attuando politiche che abbiano una visione femminista, che propongano un modello di società in grado di garantire alla donne pari diritti e pari opportunità che possiamo cercare di salvare l’Italia da una crisi che dura ormai da decenni.
Lo scampato pericolo (almeno per il momento) di esserci lasciate alle spalle un esecutivo fra i più misogini e maschilisti che abbia mai avuto l’Italia, pericoloso per il rischioso arretramento sui diritti in cui voleva trascinarci, non può farci però vedere il bicchiere mezzo pieno. L’amarezza per quella che poteva essere una vera discontinuità con il passato e non è stata, rimane.
Attendiamo con speranza che, seppur disatteso il principio della rappresentanza paritaria, i provvedimenti che da anni invochiamo per una reale parità siano alla base del programma di questo nuovo esecutivo a cui auguriamo buon lavoro, con l’avvertenza che non faremo sconti!
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