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11 OTTOBRE – GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE BAMBINE

11 OTTOBRE – GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE BAMBINE

Oggi, 11 ottobre  è la Giornata internazionale delle bambine, riflettiamo a quante discriminazioni  sono ancora  sottoposte le bambine e le ragazze in tutti i Paesi del mondo.

Giovedi, 11/10/2018 - L'11 ottobre  è la Giornata internazionale delle bambine.

Le Nazioni Unite nel 2011 hanno scelto questa data perchè si rifletta a quante discriminazioni  sono ancora  sottoposte le bambine e le ragazze in tutti i Paesi del mondo.

Non è dedicando una giornata che si risolvono questi problemi, ma soffermarsi, almeno questo giorno a riflettere che la parità di genere si raggiunge anche ponendo una speciale attenzione a tutti gli svantaggi, le discriminazioni, i condizionamenti e le disuguaglianze a cui sono soggette le bambine, future donne di domani, serve a sollecitare i decisori politici su quanto ancora siamo distanti dagli obiettivi di sviluppo sostenibile sul tema della parità di genere.

Secondo le Nazioni Unite, nel mondo vivono 1,1 miliardi di bambine, ma i dati sulle loro condizioni di vita, sullo stato sociale e culturale    sono ancora carenti e in alcuni casi completamente assenti, sappiamo però che oltre la metà di loro vive in Paesi che discriminano le donne.

Alcuni dati registrano un miglioramento per quanto riguarda l'istruzione alla scuola primaria,  ma le bambine tendenzialmente vanno meno a scuola, rispetto ai loro coetanei maschi, soprattutto negli stati che hanno subito guerre o disastri naturali. Se si parla di scuola secondaria poi, le cifre si riducono maggiormente anche in paesi dove le problematiche sono minori, e soprattutto negli Stati Arabi, in Oriente, Sud Africa e Africa occidentale e centrale.

Anche per quanto riguarda la salute si registrano miglioramenti, ma la maggior parte delle bambine vive nelle aree meno sviluppate del mondo, dove i sistemi sanitari scarseggiano. Oltre ai problemi sanitari che riguardano maschi e femmine per le bambine ci sono :  alti tassi di gravidanza adolescenziale, di malattie come Hiv e Aids, scarso utilizzo delle moderne forme di contraccezione, l’inesistenza di informazioni riguardo la sessualità e a volte le mutilazioni genitali, barbarie  subita da 200 milioni di bambine nel mondo, e le violenze di ogni genere.

Un altro tema, fra i più scottanti che riguarda le ragazze, già, in alcuni casi,  dall'età di 10 anni,  in tanti Paesi del mondo è quello dei matrimoni precoci e forzati per cui si calcola che nel mondo una ragazza su tre si sposa prima dei 18 anni.

Ma un altro problema è anche la salute mentale, soprattutto nelle ragazze adolescenti. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità infatti il suicidio è la seconda causa di morte nelle ragazze tra 10 e 19 anni, e la principale in quelle tra 15 e 19.

Per quanto riguarda il lavoro minorile i dati sono impressionanti sia per i maschi che per le femmine: secondo i dati dell'ILO, nel mondo 74 milioni di bambini sono impiegati in varie forme di lavoro pericoloso, come il lavoro in miniera, a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli o con macchinari pericolosi.
Altri sono invece impiegati nel  lavoro di strada, ovvero l'impiego di tutti qui bambini che, visibili nelle metropoli asiatiche, latino-americane e africane, cercano di sopravvivere raccogliendo rifiuti da riciclare o vendendo cibo e bevande.

Altri ancora, sono impiegati in lavori domestici e familiari: qui è difficile quantificare  il numero di bambini che sono in questa condizione, ma di certo le bambine sono impiegate in numero maggiore. Che si tratti di lavoro in casa di altri (lavoro domestico) o in casa propria (lavoro familiare), per le bambine  questo diventa spesso una vera e propria forma di schiavitù, che le costringe a vivere nell'incubo della violenza e dell'abuso.

Un altro dramma è quello dello sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali, che coinvolge un milione di bambini ogni anno, ma è un numero sicuramente sottostimato. Anche in questo caso il numero maggiore è senz'altro quello dei minori di sesso femminile.

Una ragazza su tre è vittima di  violenza nel corso della sua vita  che viene subita  in famiglia o andando  a scuola, facendo sport o partecipando ad attività considerate nel loro contesto sociale inadatte al sesso femminile. Inoltre, nei paesi che hanno subito conflitti o disastri naturali, non ci sono la protezione della famiglia o punti di riferimento adeguati. In questi stati il rischio di subire violenze è molto più elevato.

Il quadro è poi spesso aggravato dal fatto che, in molti paesi,  non ci sono leggi adeguate per difendere i diritti delle bambine, né risorse economiche per investire su di loro. La maggior parte dei progetti di formazione o di inserimento lavorativo è orientata ai ragazzi.

Le culture di molti Paesi ancora non comprendono che investire sulle bambine, sulla loro istruzione e formazione può portare allo sviluppo dell’economia. L’Unfpa, Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione,  calcola per i prossimi 15 anni, a seconda dell’investimento o meno sul benessere, l’educazione e l’indipendenza delle giovanissime, un guadagno o una perdita potenziale di 21 miliardi di dollari in totale.

Come sempre dobbiamo rilevare che investire sulla cultura che non discrimina, sulla parità, sul sostegno all'istruzione e alla formazione delle bambine e delle ragazze, non solo è necessario da un punto di vista di giustizia sociale, ma i risultati inciderebbero fortemente  sul progresso e l'economia di quel Paese.

Per farlo, secondo l’Unfpa,  " servono investimenti per rendere accessibili l’istruzione scolastica, i servizi e le informazioni, comprese quelle sulla fertilità e la salute sessuale, per proteggerle dai matrimoni precoci con informazioni e incentivi alle famiglie, fornendo assistenza legale quando necessaria, proteggendo le donne dalla violenza e cercando di abbattere le barriere della disuguaglianza tra genere".

E nessuno si senta escluso. Le politiche antidiscriminatorie e di parità riguardano tutti i Paesi, non solo quelli del sud del mondo. Anche l'Italia deve fare molta strada in questo campo, specialmente dal punto di vista culturale.

Riflettiamoci sempre e non solo in questa giornata dedicata alle bambine.


Laura Onofri

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