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Unarchive Found Footage Fest: decostruire lo sguardo di genere e identità

Unarchive Found Footage Fest: decostruire lo sguardo di genere e identità

Dal 28 maggio al 2 giugno, al Cinema Intrastevere, la II edizione del Festival sul riuso creativo delle immagini con 115 opere cinematografiche italiane ed internazionali

Mercoledi, 29/05/2024 - Ha preso il via a Roma la seconda edizione di UnArchive Found Footage Fest, il primo Festival interamente dedicato al riuso creativo delle immagini, con la direzione artistica di Alina Marazzi e Marco Bertozzi. Un "cinema che brucia", come campeggia sul manifesto (realizzato dall’artista Gianluca Abbate), un cinema rivolto al presente, che scruta, interroga, riaccende, a volte ribalta le proprie fonti.

L'iniziativa, ideata e prodotta dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS in collaborazione con Archivio Luce - Cinecittà, con il riconoscimento del MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, è partita il 28 maggio e si terrà fino al 2 giugno presso il Cinema Intrastevere, per quanto riguarda la sezione cinema, con appendici dedicate alle installazioni artistiche al Tempietto del Bramante e a Vicolo Moroni, alle performance audiovisive e ai cine-concerti all'Alcazar Live, all'approfondimento e ad incontri con gli autori all'Accademia di Spagna.

“Nel panorama di UnArchive – affermano Alina Marazzi e Marco Bertozzi - il concetto di ri-appropriazione del materiale d’archivio va dalla decostruzione alla decolonizzazione dello sguardo, di genere e di identità culturale, in sintonia con il carico propulsivo delle più fervide riflessioni contemporanee. Un processo artigianale che smonta e rimonta, dipinge e graffia, ricolora, taglia, incolla, sovrappone e spoglia, alla ricerca di quello che Godard auspicava: Fare un film utilizzando immagini di repertorio non significa carpire la vita che dorme nei fortini delle cineteche, ma spogliare la realtà della sua apparenza, ridandole l’aspetto grezzo che basta a se stessa e cercando al contempo l’aspetto in cui essa avrà termine di smontaggio".

Nella selezione della programmazione 2024 sono stati inclusi film diversissimi tra loro, non solo per tematiche ed epoche di appartenenza dei repertori, ma anche per le differenti pratiche adottate e per le estetiche abbracciate: "Gli autori - continuano Bertozzi e Marazzi - si sono messi fatalmente in gioco, talvolta in prima persona, altre assumendo il punto di vista di soggetti terzi, talvolta collettivi o anonimi; altre volte tendevano all’invisibilità, sfiorando prospettive dell’occhio-cinema o utilizzando immagini recuperate da telecamere di sorveglianza. Allora lo sguardo teneramente imperfetto delle immagini private lascia il passo all’estraniante occhio panottico delle immagini a circuito chiuso o a video provenienti dai media di informazione, così come il racconto in prima persona della voce narrante si alterna a paesaggi sonori composti da suoni trovati e machine-generated."

Undici sono i titoli del concorso lungometraggi. Film dai confini porosi, in grado di restituire creatività non imbrigliate, sguardi non stereotipati provenienti da diversi continenti e identità culturali. Storie personali che intrecciano esperienze, condizioni e mutamenti condivisi; oppure potenti narrazioni collettive che si declinano in sguardi vissuti da singoli. Vi sono poi i dodici titoli del concorso cortometraggi: sempre con temi e provenienze eterogenee ma con una maggiore varietà di sperimentazione linguistica e di tecniche adottate. Fuori concorso risaltano due tra i più importanti autori contemporanei di questo cinema, Sergei Loznitsa e Eyal Sivan, che oltre a tenere una Masterclass presentano rispettivamente The Kiev Trial, film di apertura del festival, e The Specialist: Portrait of a Modern Criminal, nel suo venticinquesimo anniversario. Preziosa, in questo momento storico, anche la presenza dell’artista filmmaker palestinese Kamal Aljafari, con tre suoi lavori.

"Il riuso dei materiali archiviati e così disarchiviati - afferma Vincenzo Vita, presidente dell'AAMOD - non ha a che fare, ormai, con la pur nobilissima impresa della rilettura della storia raccontata per immagini. Certamente, si tratta anche di questo. Ma la peculiarità via via si è affinata: il footage è la premessa per la costruzione della realtà resa -grazie alla corsa indietro e avanti nel tempo- ben più vera e profonda rispetto alla mera esplorazione naturalistica. Le tracce e i sintomi – offerti dalla visione dei beni preziosi custoditi negli archivi – transitano dal vecchio al nuovo, ci prendono per mano e rompono tetti o pareti consegnati dall’età analogica."

Alle sezioni già inaugurate nella prima edizione, Frontiere - sugli sconfinamenti geografici ed estetici del found footage - e Panorami Italiani - una vetrina di pratiche e poetiche nel found footage italiano - si aggiungono quest'anno i Processi d’archivio, un focus su film che rielaborano immagini di/per “atti” processuali, opere trafitte da sguardi accorati, nelle aule di tribunali internazionali. Tornano poi alcuni tesori dall’archivio del Centre Pompidou nella carte blanche curata da Philippe-Alain Michaud; e torna anche Decasia, il film-manifesto di Bill Morrison, membro della giuria di quest’anno e autore di due nuovi cortometraggi presentati anch’essi a UnArchive.

Mentre si rinnova la collaborazione con il festival olandese IDFA e il suo ReFrame Award, UnArchive Found Footage Fest inaugura una nuova collaborazione con il MUTA - Festival Internacional de Apropiación Audiovisual di Lima. Riuso di classe è invece una vetrina di lavori realizzati da scuole di cinema, università, accademie e residenze artistiche, mentre AAMOD Reloaded ripropone in forma monocanale alcune tra le più interessanti live performance prodotte dall’Archivio.

La Giuria internazionale è formata da Bill Morrison, Firouzeh Khosrovani e Sara Fgaier; la Giuria degli studenti è invece presieduta da Giovanni Piperno.

I film premiati avranno i seguenti riconoscimenti in denaro: € 3000 per il PREMIO UNARCHIVE, sul miglior riuso creativo; €1500 al MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO, film più lungo di 60′; €1500 MIGLIOR CORTOMETRAGGIO, film di durata minore ai 60′.

Gli stessi premi, con esclusivo valore simbolico, saranno assegnati dalla Giuria Studenti.

"Con UnArchive - concludono i direttori - partiamo dalla nuda vita delle immagini per scardinare i limiti del visibile. Grazie a film ibridi e pensanti, alle live performance, ai serrati incontri all'Accademia di Spagna, il nostro festival resta miracolosamente fuori dalle logiche istituzionali dell’anteprima a tutti i costi, lontano da passerelle e tappeti rossi. Esploriamo paesaggi di confine, lontani dalle torrette di controllo dei generi, laddove “il cinema che brucia” incendia le frontiere tra il poetico e il politico. In un reale mai domo, gravido di desiderio e saturo di conflitti, auspichiamo la crescita collettiva di sguardi selvaggi. Con gli occhi trafitti, ci proveremo anche quest'anno".

Nell'ambito del festival UnArchive Found Footage Fest, saranno inoltre organizzati, presso la sede dell'Accademia di Spagna a Roma e presso il Cinema Intrastevere una serie di panel e masterclass professionali a tema, che vedranno coinvolti numerosi autori ed esperti del settore.

Molto importante, Sabato 1° giugno, alle ore 10:00 all’Accademia di Spagna a Roma, il panel 'L’immagine situata. Pensieri e pratiche d’archivio tra femminismo e decolonialità', moderato dai direttori Marazzi e Bertozzi.

All'incontro interverranno Alessandra Beltrame (Collaboratrice Archivio Cinescatti, Lab 80), Giulia Castelletti (Responsabile, Curatrice Archivio Cinescatti, Lab 80 film), Luciana Fina (Regista e Ricercatrice presso Universidade de Lisboa, Faculdade de Belas-Artes, Centro de Investigação e Estudos em Belas-Artes (CIEBA), Ilaria Fraioli (Montatrice), Alma Mileto (Sapienza Università di Roma), Igiaba Scego (Scrittrice), Giulia Simi (Università degli Studi di Sassari, Archivio Aperto) e Patrizia Cacciani (Responsabile Ufficio studi, ricerche, didattica e biblioteca, Archivio Luce - Cinecittà). Sarà inoltre proiettato il cortometraggio Esercizio di riappropriazione di Sofia Noce e Giulia Zoia, realizzato nell’ambito del corso magistrale di fotografia all'ISIA di Urbino.

A seguire, Matteo Angelici (Responsabile progetti, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico), Sara Fratini (Scrittrice attivista), Valentina Brinis (ONG Opern Arms) e Fabio Gianfrancesco (ONG Mediterranea) presenteranno il Fondo Migranti costituito presso l'AAMOD.

In programma mercoledì 29 maggio, alle ore 10:00 al Cinema Intrastevere, la Masterclass del regista ucraino Sergei Loznitsa.

Nato il 5 settembre 1964 a Kiev dove si è laureato in Matematica Applicata e ha lavorato all'Istituto di Cibernetica, specializzandosi nell'intelligenza artificiale, Loznitsa si è laureato nel 1997 presso l'Istituto di Cinematografia dello Stato russo (VGIK) a Mosca. Il suo primo film, My joy (2010), ha debuttato al Festival di Cannes, seguito da In the fog (2012), vincitore del premio FIPRESCI, A gentle creature (2017) e Donbass (2018), Migliore Regia nella sezione a Un Certain Regard.

I documentari Maidan (2014), in prima in una Séance Speciale di Cannes, e The event (2015), Austerlitz (2016), The trial (2018) e State funeral (2019) sono stati presentati alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2021 ha ricevuto il Premio Speciale dell’Oeil D’Or per il suo film Babi Yar. Context.

Il festival ha scelto come film di apertura della sua seconda edizione (28 maggio, ore 19 al Cinema Intrastevere) la sua opera The Kiev Trial, il film che narra il processo noto anche come la "Norimberga di Kiev", svoltosi nel gennaio del 1946 nell'Unione Sovietica (caso n. 1679) sulle atrocità commesse dagli invasori fascisti sul territorio della RSS Ucraina, uno dei primi processi che ha condannato i nazisti come colpevoli di atrocità in seguito identificate come crimini contro l'umanità. Utilizzando materiale d'archivio unico e mai visto, Sergei Loznitsa ricostruisce momenti chiave del processo, inclusi gli interventi degli imputati e le testimonianze dei testimoni. Un'opera che mette a nudo la "banalità del male". L'incontro, moderato dal critico cinematografico Alberto Crespi, è in collaborazione con l'Università IULM.

Giovedì 30 maggio alle ore 10:00, ancora al Cinema Intrastevere, si terrà la Masterclass di Eyal Sivan, regista, scrittore e teorico nato nel 1964 ad Haifa, in Israele, cresciuto a Gerusalemme e residente in Europa dal 1985.
Dopo aver lavorato come fotografo commerciale professionista a Tel Aviv, nel 1985 ha lasciato Israele e si è stabilito a Parigi. Attualmente si divide tra l'Europa e Israele. Noto per i suoi film controversi, Sivan ha prodotto e diretto più di una dozzina di documentari politici. Common State (2012), Jaffa (2009) e Route 181 (2003) sono stati premiati in vari festival. I film di Sivan sono regolarmente esposti in mostre d'arte come Documenta, Manifesta e ICP New York. Il suo lavoro tocca temi quali la rappresentazione del crimine politico, l'uso politico della memoria, l'etica del documentario e il conflitto israelo-palestinese.

Sival è fondatore e direttore artistico della società parigina di documentari Momento ! e dell'agenzia di distribuzione cinematografica Scalpel. Ha creato «South Cinema Notebooks», una rivista di critica cinematografica pubblicata dal Sapir Academic College di Ashkelon.

A lui il festival dedica il focus Politics of Memory (31 maggio, ore 21:30, Cinema Intrastevere) e la proiezione a 25 anni dalla sua uscita di Uno specialista - Ritratto di un criminale moderno, sul processo ad Adolf Eichmann (29 maggio, ore 20:00, Cinema Intrastevere).

L'evento è In collaborazione con NABA - Nuova Accademia di Belle Arti



Domenica 2 giugno, alle ore 10:00 all’Accademia di Spagna a Roma, avrà luogo l'ultimo panel del festival: Poetiche del riuso contemporaneo. Forme, pratiche, esperienze a confronto. Si tratta di una tavola rotonda che vedrà partecipare e confrontarsi le artiste e gli artisti presenti al festival, moderati dalla direzione artistica.

Gli incontri sono ad ingresso libero a tutti. Data la limitata disponibilità di posti si consiglia di prenotare alla mail eventi@aamod.it

L'accesso per la visione delle opere cinematografiche in programmazione è il seguente: le sezioni Processi d’Archivio, Panorami Italiani e le Retrospettive sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti e prenotabili alla cassa del Cinema Intrastevere durante i giorni del festival; i biglietti per il Concorso Internazionale, le Proiezioni Speciali e la sezione Frontiere hanno il costo di 5 € (studenti 3 €). Alla cassa del Cinema sarà inoltre possibile acquistare l’ingresso a 3 proiezioni al costo di 10€

I film del Concorso Internazionale sono in lingua originale sottotitolati in italiano e inglese. I film delle sezioni Fuori Concorso sono in lingua originale sottotitolati in italiano.

UnArchive Found Footage Fest è ideato e prodotto dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (AAMOD); in collaborazione con Archivio Luce - Cinecittà; con il riconoscimento di MIC-direzione generale cinema e audiovisivo; con il patrocinio di Comune di Roma, Accademia di Spagna a Roma, Ambasciata del Québec, Istituto polacco di Roma, Universidade de Lisboa, Faculdade de Belas-Artes, Centro de Investigação e Estudos em Belas-Artes (CIEBA), Ambasciata del Canada; Partner NABA - Nuova Accademia delle Arti, Università IULM; con la collaborazione di Centre Pompidou Studio Azzurro, IDFA, Locarno Film Festival, MUTA Festival Internacional de Apropiación Audiovisual, Pordenone Docs Fest, Cineteca di Milano, CSC sede Sicilia, Università Roma Tre DAMS, Università di Roma La Sapienza, Università Tor Vergata, Accademia di Belle Arti Roma, Accademia di Belle Arti Bologna, Accademia di Belle Arti Napoli, John Cabot University, Zelig Bolzano, IUAV Università di Venezia, SudTitles, Alpe Adria Cinema - Trieste Film Festival .

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