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Alla 17a Festa del Cinema di Roma, il grido di libertà delle donne nel mondo

Alla 17a Festa del Cinema di Roma, il grido di libertà delle donne nel mondo

Tanti i film dedicati all’emancipazione femminile: dalla danza di resilienza di ‘Houria’ alla ricerca di libertà sessuale in ‘Foudre’, dai delitti sessuali digitali di ‘Jeong-Sun’ alla passione e al riscatto in ‘The Lost King’

Martedi, 18/10/2022 - Già a metà percorso (13-23 ottobre) sono tanti i film a tematica femminile presentati alla 17a Festa del Cinema di Roma, nelle varie sezioni, opere che portano sul grande schermo istanze relative alla condizione delle donne ed al loro bisogno di libertà e riconoscimento, in campo fisico e identitario, in luoghi e tempi diversi ma sempre attuali.

Fra questi il bellissimo ‘Houria’ della regista franco-algerina Mounia Meddour, (già nota per ‘Papicha’), film al tempo stesso popolare e sofisticato, che racconta la storia di Houria, una ballerina di talento che, dopo aver subito pesanti limitazioni fisiche in seguito ad un grave episodio di violenza, continua la sua eroica resistenza nel perseguire un sogno che sembra impossibile da realizzarsi. Ballare ancora, tra felicità e colori, contro un regime che chiude le scuole di ballo e non persegue gli aggressori, ballare con persone diversamente abili, tutte avvolte nei colori di abiti sgargianti, su una terrazza o su una spiaggia, immerse in una sorellanza ideale di donne che si sostengono a vicenda, intorno a un nucleo di resilienza incrollabile. Una metafora dell’attuale situazione dell’Algeria, dove l’Hirak, un imponente movimento politico e civile di opposizione al regime, è stato definitivamente soffocato dalla pandemia ad appena un anno dalla sua nascita. Nel cast Lyna Khoudri, Rachida Brakni, Hilda Amira Douaouda.

Altro film altamente simbolico, che rivendica la sessualità libera della donna, e la pienezza dell’espressività mistica dell'unione corpo e spiritualità è ‘Foudre’, della regista svizzera Carmen Jaquier, al suo esordio alla regia. Nell’estate del 1900, dalla pace del convento nel quale da anni sta facendo il noviziato, la diciassettenne Elisabeth è sbalzata di nuovo a casa, poco prima di prendere i voti, per aiutare la famiglia a lavorare la terra, dopo la morte improvvisa della sorella maggiore Innocente. Ma la morte è misteriosa, la famiglia silenziosa e solo tre suoi amici d’infanzia sembrano condividere l’ansia di conoscenza e di libertà di Elisabeth. Immersa nel solare scenario di una valle svizzera, una storia di progressiva affermazione di autonomia, volontà e desiderio, dove la cupezza repressiva dell’ambiente e delle credenze viene progressivamente sfaldata dall’energia vitale dei quattro amici, sempre più complici, sempre più innamorati l’uno degli altri e dei rispettivi corpi. Fra gli interpreti Lilith Grasmug, Mermoz Melchior, Benjamin Python, Noah Watzlawick, Sabine Timoteo, François Revaclier, Diana Gervalla, Lou Iff, Léa Gigon, Marco Calamandrei.

Opera che tocca un tema di scottante attualità è ‘Jeong-Sun’ di Jeong Ji-hye, una giovane regista della Corea del Sud, anche questa un’opera prima. I crimini sessuali digitali sono in crescente aumento in Corea del Sud, dove le vittime affrontano innumerevoli difficoltà nel perseguire azioni legali a causa della disparità di genere e di un’inadeguata risposta al problema da parte del governo. Nell’affrontare questa problematica, divenuta sempre più consistente, la regista, al suo primo lungometraggio, racconta la storia di un’operaia di mezz’età che, per cultura e inesperienza, si muove incerta nell’universo digitale, vittima silenziosa di soprusi e prevaricazioni all’interno della fabbrica in cui lavora. Uno sguardo acuto ed empatico quello di Jeong Ji-hye, che coglie con precisione la fragilità delle vittime di fronte al potere distruttivo della cyber-violenza, ma ci restituisce anche l’immagine indelebile di un personaggio femminile forte e inconsueto. Con Kim Kum-soon, Yun Seon-a, Cho Hyeon-woo, Kim Yong-joon.

L’ultimo film di Stephen Frears ‘The Lost King’, dal sapore del thriller, racconta l’appassionata avventura di Philippa Langley, una determinata donna del ceto medio, appassionata di storia, che nel 2012 riuscì a organizzare e finanziare con una sottoscrizione pubblica gli scavi per la ricerca dei resti di re Riccardo III, rinvenuti a Leicester sotto un parcheggio. Stephen Frears e Steve Coogan rinnovano il sodalizio del film ‘Philomena’ per raccontare uno di quegli episodi di eccentrica follia quotidiana dal taglio british, ma anche una piccola grande figura di donna, interpretata dalla bravissima Sally Hawkins nei panni di Philippa: dopo una serata a teatro, la donna in cerca di riscatto per soprusi vissuti sul lavoro, comincia a vedere sotto casa o in cucina il re in persona, convincendosi che non sia il sanguinario re descritto da Shakespeare, che forse non era nemmeno gobbo, e inizia a cercare di trovare il luogo della sua tomba. Gli archeologi prima ridono, poi si accodano al progetto fino ad estrometterla da ogni notorietà. Nel cast: Sally Hawkins, Steve Coogan, Harry Lloyd, Mark Addy.

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