‘La Farfalla Impazzita': in Tv la vera storia di Giulia Spizzichino
Dopo l’anteprima al cinema con i ragazzi della scuole, il film sarà trasmesso in prima serata su Rai 1 il 29 gennaio e distribuito su Rai Com. Elena Sofia Ricci nel ruolo di Giulia, testimone al processo contro Priebke
Mercoledi, 29/01/2025 - In questi giorni tante e doverose sono state le occasioni per ricordare e celebrare il Giorno della Memoria, una ricorrenza che meriterebbe di essere costantemente attualizzata, per ricordare gli orrori e le vittime della Shoah ma anche per tenere sempre a mente l’importanza della pace e la messa al bando di ogni guerra e delle mostruosità che essa genera.
Tra i numerosi eventi importanti, l’uscita del film ‘La farfalla impazzita’, diretto da Kiko Rosati e prodotto da 11 Marzo Film in collaborazione con RAI Fiction, che ripercorre la storia di Giulia Spizzichino, ebrea romana segnata dallo sterminio nazista della sua famiglia: le deportazioni e la strage delle Fosse Ardeatine furono infatti i tragici eventi che le strapparono ben ventisei familiari. Mezzo secolo più tardi, quando Erich Priebke, il boia della strage delle Fosse Ardeatine, viene rintracciato in Argentina, Giulia si batterà per la sua estradizione e condanna, riaprendo le tante ferite del suo passato.
Liberamente tratto dall’omonimo volume di Giulia Spizzichino e Roberto Riccardi (edito dalla Casa Editrice Giuntina), il Film Tv di Kiko Rosati sarà trasmesso in prima serata su Rai 1 il 29 gennaio, dopo essere stato presentato al cinema Adriano in première con ‘Alice nella città’ (la sezione giovani della Festa del Cinema di Roma), il 27 gennaio, a 600 ragazzi delle scuole medie e superiori al Cinema Adriano di Roma, per riflettere con loro su cosa si intenda davvero per “memoria” e su cosa e come sia importante ricordare, in questa giornata che - istituita in Italia nel 2000 ed in tutto il mondo nel 2005 - deve essere considerata non solamente un omaggio alle vittime del nazismo ma anche un’occasione di riflessione per tutti in ogni tempo e luogo.
La “farfalla impazzita”, era il modo in cui i familiari e gli amici più intimi chiamavano Giulia Spizzichino (una donna forte resa dura dagli eventi e dai ricordi), che in tutta la sua vita, terminata il 13 dicembre del 2016 a 90 anni, è stata come una farfalla che sbatte forsennatamente le ali, a causa dell’immenso dolore provato da giovane, senza riuscire a trovare pace e un luogo dove posarsi. Sfuggita alla deportazione per un’intuizione di suo padre, durante la retata del Ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943 - Giulia aveva diciassette anni - fu testimone degli arresti del nonno, degli zii e dei cugini. Seguirono i giorni terribili delle persecuzioni e delle fughe con la sua famiglia fino alla prima metà del ’44. Quando la guerra finì, fu per lei impossibile dimenticare o vivere un’adolescenza spensierata: i balli, le amiche, i primi amori. Impossibile anche più avanti negli anni amare davvero un uomo fino in fondo, costruire con lui una famiglia, pur avendo avuto un figlio, Marco.
Mezzo secolo più tardi, i fantasmi di un passato mai dimenticato torneranno a chiederle giustizia. Nel 1994 Giulia vede scorrere la foto della mamma, morta da poco, in un filmato in onda nel corso di un programma Rai “Combat Film”. La madre, in quelle immagini di repertorio, stava riconoscendo le salme dei suoi parenti uccisi nell’eccidio delle Fosse Ardeatine del marzo ‘44 attraverso i pezzetti di stoffa dei loro vestiti, tanto erano aggrovigliati e irriconoscibili i corpi di tutte le vittime. Giulia pochi giorni dopo si convince con difficoltà a presentarsi nello stesso studio televisivo, riaprendo una voragine del suo passato. Ricorda tutto, piange, afferma che non può esserci perdono, ma che deve esserci giustizia. La contatta allora l’avvocato Restelli, rappresentante della Comunità ebraica romana: le autorità italiane stanno chiedendo l’estradizione dall’Argentina di Erich Priebke, il criminale nazista che aveva eseguito l’ordine di fucilazione alle Fosse Ardeatine. Restelli, nonostante l’iniziale reticenza di Giulia, la convince a partire con lui per Bariloche, la cittadina andina dove Priebke si è ricostruito una vita, nell’intento di mobilitare l’opinione pubblica in favore dell’estradizione.
È il maggio 1994 e Giulia ha ormai deciso di dedicarsi a questa battaglia: a Bariloche trova inaspettatamente una sorellanza che le dà la forza che non pensava di avere, quella delle Madri di Plaza de Mayo, l’associazione che riunisce le madri dei ‘desaparecidos’. Solo grazie all’amicizia speciale che instaura con Elena, una di queste madri, Giulia ritrova il coraggio di reagire e si fa portavoce dell’istanza di giustizia in un discorso pubblico a Buenos Aires che smuove gli animi: “Perché le vittime sono tutte uguali, come lo sono i carnefici, in ogni tempo e luogo” (in realtà si tratta di una frase di Camilleri, che Elena Sofia Ricci ha voluto portare nella fiction per la sua forza etica).
A Bariloche, la protesta di Giulia arriva fino a pochi metri dall’abitazione del boia. Ma non è qui che Giulia si confronterà direttamente con lui, lo farà a Roma, durante il processo che finalmente inizia e durante il quale Giulia decide di aprire ancora una volta la ferita che si porta dentro da sempre, testimoniando.
La missione in Argentina è dunque riuscita ma è stata solo la prima tappa della lunga storia del processo a Priebke, nel quale Giulia troverà la forza di testimoniare, nonostante il dolore sopito per decenni, per la forte necessità da lei sentita di alimentare la Memoria, affinché non si ripeta mai più l’orrore della Shoah, capace di spazzare via in un colpo solo tre generazioni di uomini e donne della sua famiglia. Con la condanna di Priebke si conclude una fase importante - attraverso la quale iniziare un percorso almeno in parte liberatorio - condiviso col figlio Marco, che racconta di essere stato ‘orgoglioso’ che la madre andasse in Argentina ma anche protettivo nei suoi confronti, pur se all’epoca non volle partecipare al processo insieme con sua madre.
“Approcciare un film come ‘La Farfalla Impazzita’ - afferma il regista Kiko Rosati - non è cosa facile, si porta sullo schermo una storia importante, che parla della nostra Storia e si va quindi oltre l’intrattenimento: Giulia Spizzichino ci racconta come l’orrore della guerra travolga spesso vittime innocenti, bambini, anziani, e questo racconto lo fa attraverso i suoi occhi, gli occhi di una ragazza di diciassette anni che vede rastrellare tutta la sua famiglia e le persone a cui vuole bene, che non rivedrà più. Questa immagine indelebile è quella che vive nella memoria di Giulia ormai grande, madre e nonna. Questa storia trae la sua potenza anche dall’accostamento della storia di Giulia a quella di tante altre vittime, di ogni tempo e ogni luogo, non solo quelle ebree della Seconda Guerra Mondiale. Questo lo fa attraverso il confronto con il personaggio di Elena, una delle Abuelas di Plaza de Mayo, l’associazione delle donne che in Argentina lotta ancora oggi per scoprire la verità sui loro figli e nipoti desaparecidos e chiedere giustizia. Giulia ascolta con gli occhi lucidi la storia di questa donna, perché in fondo non è diversa dalla sua, e da lei prende la forza di continuare la sua battaglia. ‘Le vittime sono vittime e i carnefici sono carnefici, ovunque e sempre’. Questo è ciò che la storia di Giulia Spizzichino ha l’urgenza di raccontare sullo schermo: un dramma che ha bisogno di tutto l’impegno possibile, impegno che ho visto anche e soprattutto negli occhi di Elena Sofia Ricci quando entrava in scena e portava davanti la macchina da presa il personaggio di Giulia, con la sua sofferenza.”
Fra gli aspetti del lavoro fatto sul film, è importante sottolineare anche la cura e l'attenzione con cui sono stati ricostruiti gli anni Quaranta e gli anni Novanta: grazie al lavoro della costumista Sara Fanelli e dello scenografo Massimiliano Sturiale, conclude il regista, “lo spettatore viene trasportato in un'ambientazione autentica e realistica, che contribuisce a immergerlo nella narrazione e ad agganciarlo emotivamente”.
Oltre all’ottima e intensa interpretazione di Elena Sofia Ricci, nel ruolo di Giulia, fanno parte attiva del cast: Massimo Wertmüller, Jürgen Heinrich, Josafat Vagni, Fulvio Pepe, Mariangeles Torres, Silvia Cohen, Loris Loddi, Tony Laudadio, Lucio Patanè, Mario Pirrello e Chiara Cavalieri.
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