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Zar. La musica fatta dalle donne per le donne

Zar. La musica fatta dalle donne per le donne

La musica Zar ha una storia millenaria nell’Egitto del Sud. In passato ha rischiato di scomparire, oggi invece rivive attraverso le donne.

Venerdi, 10/04/2015 -
Egitto. Il Cairo. Si chiama Madiha, ed è la front woman dei Mazaher il gruppo egiziano famoso per le performance di musica Zar, la tradizionale musica nata centinaia di anni fa nell’Egitto del Sud, al confine con il Sudan, in una tra le aree più desertiche e povere del Paese. Sviluppatasi dopo la diffusione dell’Islam, la musica Zar è notoriamente conosciuta per due motivi. Il primo riguarda il potere magico che uomini e donne, spesso di ceti poveri, le attribuiscono: quella di guarire i malati con le sue danze e melodie suggestive. Il secondo motivo è il ruolo che le donne ricoprono nelle performance di musica Zar, l'unica tradizione musicale dell'Egitto in cui di fatto ricoprono i ruoli più importanti. I movimenti e le parole pronunciate rappresentano un modo attraverso il quale le donne possono sperimentare la libertà e liberare le ansie e le tensioni senza essere limitate dalle norme sociali che le circondano.



“Ho imparato a muovermi e cantare musica Zar da mia madre. Fin dalla tenera età la seguivo per casa e la osservavo mentre cantava” dice Madiha, che continua “Le donne hanno un ruolo importante in questo tipo di musica. Sono le portatrici di un sapere che a volte è sconosciuto agli uomini. La loro energia pervade tutto quello che le circonda e chi le osserva non può fare a meno di rimanerne affascinato”.

Madiha ci racconta che la musica Zar è nata da una necessità “Se le consuetudini rurali imponevano alla donne di rimanere a casa, badando alla famiglia, la danza ha permesso loro di non trasformare la vita soffocante alla quale erano soggette in una malattia mentale. Nelle aree rurali dell’Egitto del Sud si credeva molto alla presenza di alcuni spiriti, i cosiddetti Jinn, che invocati con le danze e i canti permettevano alle donne di auto-curarsi, entrando in una dimensione di trans”.



E’ la comunicazione con questi spiriti invisibili, attraverso i ritmi vari ed insistenti delle mani sui tamburi a permettere una purificazione fisica e spirituale, necessaria ad affrontare la vita. Non importa l’età delle donne, quello che conta è lasciarsi andare al ritmo dei tamburi tradizionali e delle piccole nacchere. Basta assistere ad uno spettacolo per accorgersi che non si tratta di una semplice rappresentazione artistica. Attraverso sguardi complici e suoni che all’improvviso diventano frenetici, le donne si danno forza, alternandosi. Proprio come avveniva un tempo: “Con questo tipo di musica creiamo uno spazio nel quale tutte noi lavoriamo insieme per eliminare le frustrazioni ed i vincoli sociali che limitano i nostri movimenti, le nostre voci e i nostri sogni”, conclude Madiha.



Un dialogo tra donne nel quale gli uomini rimangono sul fondo della scena con i loro strumenti musicali. Una danza e una musica fatte dalle donne e per le donne che ha rischiato nel passato di andare persa perché accusata dalla società di evocare gli spiriti maligni e che oggi, grazie ai Mazaher ed altri artisti, sta continuando a sopravvivere in Egitto.



Foto: Zenab Ataalla

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