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Your Face -Elogio della pazzia del Maestro Tsai Ming Liang

Your Face -Elogio della pazzia del Maestro Tsai Ming Liang

Your Face è un oggetto affascinante, né documentario né film di finzione, tra installazione di videoarte e esperimento pittorico.

Lunedi, 09/09/2019 - Elogio della pazzia del Maestro Tsai Ming Liang
a cura di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media
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Tsai Ming Liang in concorso l'ultima volta a Venezia con Stray Dogs nel 2013, (Gran premio della Giuria) idolo dei cinefili già dal folgorante Vive l'amour (Leone d'oro nel '94) ritornato alla Mostra, fuori concorso, con Your Face’, ora l’ha ripresentato il 6 settembre scorso, insieme al corto Light.

Ha aperto a Roma la rassegna Flowers of Taiwan, organizzata dal MAXXI con direttore artistico Hou Hanrou, in collaborazione con l’Asiatica Film Festival con direttore artistico Italo Spinelli.


Your Face del Maestro Tsai Ming Liang è uno studio sulla straordinaria espressività del volto umano, tra teoria del guardare e antropologia

Dodici persone di Taipei, uomini e donne, per lo più anziane, sono riprese in primissimo piano, sedute in un interno. Lo sfondo alle loro spalle è scuro, indefinito, per non distrarre chi guarda da ogni singolo dettaglio del viso inquadrato. Sono ripresi a macchina fissa, senza stacchi, in un digitale dalla definizione quasi iperrealista e in assenza di commento sonoro. Unica eccezione, precedente assoluto per il regista, la punteggiatura di Ryuichi Sakamoto, che è un ricamo, di accenti, tocchi d'arco essenziali, quasi ipnotici.

C'è chi tra loro resta in silenzio imbarazzato e non riesce a guardare in macchina, chi risponde alle domande del regista sulla propria vita intima, chi pratica esercizi di mantenimento dei muscoli facciali, chi addirittura, non subendo la seduzione del cinema, si assopisce. Spesso la risposta all'obiettivo puntato è una risata liberatoria.
In risposta al desiderio di tornare a fare un film di primi piani, dopo l'ultimo esperimento di VR (The Deserter), il regista ha cercato e trovato i suoi volti per strada in due mesi e li ha illuminati «con un'attenzione extra».

Una luce studiata evidenzia ogni singolo particolare di questi paesaggi somatici e le loro reazioni alla macchina da presa, in un continuo oscillare tra la sua percezione e la sua dimenticanza.

L'unico famoso è Lee Khang-Sheng, l'attore con i lineamenti e il sorriso da bambino che accompagna il regista da sempre.

Tsai Ming Liang è noto per aver sfidato più volte le convenzioni cinematografiche tradizionali, distaccandosi dalle strutture narrative classiche e introducendo nuove modalità di traduzione visiva della temporalità.

Ne risulta un oggetto affascinante, né documentario né film di finzione, tra installazione di videoarte e esperimento pittorico.

Ogni volto gode di una luce rivelatrice di ogni minimo dettaglio, dei segni peculiari che ne testimoniano il vissuto, la stratificazione del tempo e delle emozioni, il senso dell'operazione è tutto in quest'epifania apparentemente scontata ma in realtà deflagrante.

Flowers of Taiwan, realizzata anche grazie al sostegno di In Between Art Film, vuole raccontare un paese attraverso i frutti passati e presenti della sua vitale creatività, in un viaggio di immagini ed emozioni che passa attraverso sincretismi culturali, identità e tradizioni.
In base a questi tre filoni sono raccolti i lavori di registi e videoartisti taiwanesi come You Ching Tseng, ospite della rassegna, Yin Ju Chen, Chia-Wei Hsu, Chen Chieh Jen, Chia-En Jao, che hanno lavorato combinando una molteplicità di stili per interpretare la complessità del dialogo tra passato e presente.
Tsai Ming-liang è un regista e sceneggiatore malese naturalizzato taiwanese. Una delle figure di punta della seconda ondata del Nuovo Cinema di Taiwan, esordisce nei primi anni novanta.

Leone d'oro (1994) • National Society of Film Critics Award al miglior film non ancora distribuito negli Usa (2013)

Caratterizzato da uno stile molto personale e radicale, consente allo spettatore di cogliere immediatamente il tocco della sua regia, ovvero un lento susseguirsi di inquadrature statiche ed indulgenti, come se fossero tante pitture in sequenza. Nei suoi film, dal rigore bressoniano si assiste al formarsi di immagini che narrano atti gratuiti, disperazioni e solitudini metropolitane.

Nato a Kuching, Malaysia, Maestro Tsai Ming Liang ha 62 anni, ed è geniale come sia da una parte totalmente Asiatico, dall’altro si sia immerso, come un nuotatore, nelle cultura nostrana, della quale ha saputo estrapolare il meglio, unendolo al suo.

Il suo è un ritratto del “Cinema” Universale. Tutto questo è una pazzia per il mondo,

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