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XXXVI CONVEGNO SUL GIAPPONE

XXXVI CONVEGNO SUL GIAPPONE

Aldo Tollini professore associato università Cà Foscari di Venezia interviene su:Il pensiero di Dogen al di là di affermazione e negazione

Domenica, 22/09/2013 - XXXVII CONVEGNO DI STUDI SUL GIAPPONE



Roma, 19-21 settembre 2013

Istituto Giapponese di cultura

Istituto Italiano di Studi Orientali Università degli studi di Roma La Sapienza





Il convegno si è concluso ieri con l'intervento del Prof. Aldo Tollini, dell'Università Cà Foscari di Venezia, che ha parlato del "pensiero di Dogen al di là di affermazione e negazione".

Dogen è un maestro Zen del XIII secolo, che ha lasciato numerosi scritti, mettendo in correlazione il pensiero Zen e la sua espressione linguistica. Sottolinea che il pensiero negativo si ha anche in presenza della visione della realtà. Dogen afferma l'assenza di un Io. Per lui, la realtà è pura illusione.

Utilizza una lingua di tipo espressivo e non descrittivo. L'uso della lingua, invece di esprimere come si giunge all'illusione, manifesta la non illusione.

In riferimento ai Koan, espone una lingua dell'illuminazione attraverso la negazione. Vengono meno tutti i punti di riferimento.

"Le montagne continuamente sono ferme e continuamente si muovono".

Non si devono costruire idee del tipo che i Buddha esistono o non esistono.

Non esiste la cosa in sè ma anche il non essere. Siamo in assenza di non-nascita, assenza di morte.

MU=Non= assenza

Come può l'essere di tutti gli esseri, ricevere il Dharma dal non essere del non essere?

Siamo lontani da Aristotele, per il quale A e non A non possono essere entrambe vere. Il principio di non contraddizione perde ogni senso nel Buddhismo.

YUMUNOMU significa assenza di esserci e non esserci.

L'illuminazione esiste e non esiste. Se non esistesse, come potrebbe essere cercata? Pur avendola trovata, non esiste. Il praticante cerca o forse trova quello che non c'è.

Afferma nel Sutra del Diamante, che un Bodhisatva non deve propendere per l'esistenza nè per la non esistenza delle cose.

La lingua per Dogen non è un velo illusorio che nasconde la realtà. Si può descrivere anche l'assoluto. "Che peccato che non sanno che il pensiero è parole e frasi, che parole e frasi liberano il pensiero".

Anche la lingua può esprimere l'illuminazione.

Tutto è manifestazione se apprendiamo solo un lato, l'altro rimane all'oscuro.

Affermazione e negazione sono complementari; l'illuminazione consta nel contrasto tra affermazione e negazione.

Vuoto=Ku Nulla=Mu

Abbiamo un'analogia con il pensiero cinese :"Originariamente non esiste nulla" (Hui Neng).

Infine, chi ha una malattia degli occhi, ha la visione dei fiori nel cielo. Essendo tutti i dharma il vero aspetto delle cose, anche i fiori del cielo visti con la malattia degli occhi, esistono.

Quindi per raggiungere l'illuminazione, non si deve trovare, ma diventare: essere il vuoto o il nulla. Si può concludere dicendo che accanto al mu c'è il non mu.

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