Intervento di Daniela Carlà all’incontro conclusivo di AMMPE (Roma - Campidoglio, 17 settembre 2022)
Noi Rete Donne è una rete informale, totalmente priva di finanziamenti ma che, tuttavia, svolge la propria attività da più di un decennio e gode di riconosciuta autorevolezza. Autorevolezza che dobbiamo, in primo luogo, alla nostra co-fondatrice: la partigiana Marisa Cinciari Rodano che ha fornito in tutta la sua vita un grandissimo contributo alla costruzione della democrazia nel nostro paese e che ora abbiamo la fortuna e l‘onore di avere con noi in Noi Rete Donne. La nostra rete è finalizzata alla Democrazia Paritaria. “Se non è Paritaria non è Democrazia” è il mantra da noi coniato, ora largamente diffuso e divenuto patrimonio di tutte. Ovviamente nella rete un ruolo decisivo lo hanno le amiche giornaliste e scrittrici, presenti numerose, Marcia, Loredana, Tiziana, Patricia e tante altre che contribuiscono attivamente all’elaborazione e alle di Noi Rete Donne.
Vi è chi, erroneamente, pensa che orientare la rete verso la Democrazia Paritaria implichi l’assunzione di un obiettivo astratto, distante dalla vita reale delle persone. Non è così. È invece il più concreto degli scopi, Soprattutto nelle fasi di rivolgimenti e cambiamenti che esigono decisioni intrise di impronte e sguardi di donne. Le donne devono essere dove si decide. La Democrazia Paritaria non riguarda solo uno dei poteri dello Stato ma li coinvolge tutti, ne modifica gli intrecci e ne garantisce gli equilibri, attraversa le dinamiche tra i livelli di governo. Insomma, la Democrazia Paritaria non si riduce alla “conta“ al momento delle elezioni (che pure costituisce aspetto importantissimo), ma riguarda la partecipazione alle elezioni politiche e ai relativi effetti, il governo, l’amministrazione pubblica, la presenza nella magistratura e negli organi di garanzia, il ruolo delle donne nella stampa. Proprio in questi giorni il Parlamento europeo, a proposito di uno dei paesi membri, ha affermato che, pur essendosi svolte elezioni, non si è in presenza di una democrazie. Il paese interessato è l’Ungheria.
Le elezioni sono elemento fondante la democrazia ma non bastano. Le donne ne sono consapevoli, la democrazia politica e le libere elezioni sono fondamentali, ma votare non è sufficiente.
Le donne non sono state mai così ingenue da prospettare una visione della partecipazione democratica contratta e ridotta al solo diritto di voto, pur riconoscendone l’importanza. Ed è anche per questo che la Democrazia Paritaria è essenziale non solo per le donne, ma per l’evoluzione e la credibilità della democrazia per tutti, proprio perché corrisponde a un’evoluzione matura della democrazie stessa e coincide con il suo sviluppo. La Democrazia contemporanea non può radicarsi ed evolvere a tutti i livelli e nei vari ambiti, permeando i poteri, se non è veramente Paritaria.
Tutto ciò riguarda la vita concreta delle persone,degli uomini e delle donne, attraversa le generazioni e ne ridefinisce le relazioni.
Le donne hanno, dunque, la responsabilità storica di difendere e rafforzare la democrazia.
Sviluppo della democrazia, presenza paritaria delle donne nelle istituzioni e il riequilibrio di genere in tutti i poteri sono intrecciati con le libertà e diritti delle persone. Non è un azzardo sostenerlo.
È una consapevolezza, invece, già presente sin dalle origini della democrazia nella rappresentazione di essa. Spetta ora a noi trarne tutte le conseguenze nella politica e nella concezione della vita civile e scioglierne le implicazioni.
Ricordo le affermazioni di Pericle riportate nel discorso sulla democrazie di Tucidide, ancora illuminanti. All’epoca, la democrazia aveva un vulnus, Non riguardava le donne: ora possiamo invece svilupparne tutte le implicazioni realizzando la Democrazia Paritaria. Pericle aveva definito la democrat sia come “il governo che si basa sulla maggioranza”, ma lo stesso Pericle “legava il modello democratico allo stile di vita”. È una concezione di straordinaria modernità. Sempre Pericle, nel discorso ai caduti e nel rendere loro omaggio, aggiunge: “è il nostro stile di vita che ci ha consentito questo modello democratico, per rendere omaggio alla tolleranza e alla libertà dei comportamenti individuali”. Conclude persino: “non ci scandalizziamo se il nostro vicino si comporta come gli piace di più e se nella vita privata… Le abitudini personali possono essere differenti, non dobbiamo umiliare chi si comporta in maniera diversa”. Nella concezione di Pericle, democrazia politica e libertà individuali sono reciprocamente connesse.
Proprio in questo momento, difficile e inedito, vi è la necessità di ricostruire il tessuto sociale politico facendo vivere nelle relazioni individuali e nelle istituzioni questa visione alta della democrazia.
Dopo la pandemia, mentre il mondo e persino l’Europa sono attraversati dalle guerre, mentre si accrescono le disuguaglianze e le povertà, le donne devono difendere per sé e per tutti la democrazia come modello politico che consente le decisioni nell’interesse della maggioranza, ma anche coerente con uno stile di vita che accoglie e valorizza tutte le differenze.
Come non cogliere tutte le connessioni tra la concezione democratica delle istituzioni e le libertà e i diritti individuali? È su queste connessioni che dobbiamo richiamare l’attenzione.
In Ungheria, alla quale si riferiva il Parlamento europeo nel ritenere che non vi sia democrazia, si è stabilito che le donne prima di abortire hanno l’obbligo di sentire il battito del cuore del concepito. È un fatto gravissimo ma anche emblematico. Quando si minaccia la democrazia, si finisce con l’attaccare anche le libertà delle donne. Non vi è un automatismo, certo, ma un intreccio quasi ineluttabile che la storia ci consegna.
È anche da qui che scaturisce il valore storico dell’impegno per la Democrazia Paritaria. Una battaglia epocale come questa non può essere ridotta al dilemma quote di genere si o no, ossia al quesito se bisogna prevedere percentuali di donne prestabilite nei luoghi di potere. Non sono quote ma strumenti antidiscriminatorie necessari, nell’ambito di una pluralità di interventi. Ma, soprattutto, non costituiscono un mezzo per fare concessioni alle donne. Le politiche antidiscriminatorie, delle quote stesse, sono invece un veicolo per liberare energie e talenti per tutti, per riconoscere competenze e meriti per uomini e per donne.
In Italia tra pochi giorni vi saranno le elezioni politiche. Non ne conosciamo ovviamente l’esito. Il livello del dibattito politico non è alto, ma si discute di molti aspetti.
Vi è una importante novità: una donna, giovane, e segretaria di un partito politico di destra che i sondaggi presentano come vincente. Si è sviluppata una discussione che io trovo del tutto fuorviante è sbagliata. Vi è infatti chi sostiene, persino, che se dovesse essere una donna di destra Presidente del Consiglio per la prima volta in Italia, non sarebbe sfondato il tetto di cristallo.
Ovviamente non so chi vincerà le elezioni e ignoro se sarà una donna a guidare il Consiglio dei Ministri, penso però che la realtà dei fatti debba vincere sui pregiudizi.
Va fermato con nettezza che se fosse una donna, di qualunque partito politico, sarebbe comunque un fatto positivo e nuovo per il nostro Paese, soprattutto per i giovani e le giovani.
Vogliamo dirlo che contano i fatti? In Italia una Presidente del Consiglio non c’è mai stata, se dovesse accadere ci troveremo di fronte a un fatto indiscutibilmente positivo. La nuova Presidente dovrebbe mostrare consapevolezza dell’importanza della storia dei movimenti femminili e femministi e dovrebbe essere grata alle battaglie per la Democrazia Paritaria. Anche questo è un fatto.
Spesso le donne che raggiungono posti di potere ai vari livelli pensano di essere più forti non riconoscendo l’importanza dell’impegno delle donne e del femminismo per conseguire risultati che non sono stati mai facili Ancora una volta, contano invece i fatti. Così come è importante che le donne occupino posti di potere a prescindere dagli schieramenti politici, è pure ugualmente decisivo che le donne stesse siano consapevoli che questo è possibile oggi grazie all’impegno di tante, di quelle che ci hanno preceduto e di quelle che continuano ancora a combattere battaglie giuste e per tutte.
La gratitudine tra donne non è una debolezza ma deve costituire fonte di forza reciproca.
Le donne devono imparare a essere amiche delle donne, a costruire e rafforzare il sentimento della gratitudine. Dobbiamo farlo non solo per riconoscere i risultati conseguiti, ma soprattutto per quelli ancora da raggiungere. Non possiamo fermarci.
La Democrazia Paritaria non c’è ancora in nessun paese al mondo.
Dopo la pandemia la situazione è ancora più difficile. Si manifestano rischi altissimi a tutti livelli, incombono disastri climatici e affiorano disuguaglianze sempre più stridenti che minacciano anche conquiste che sembravano acquisite e chi invece si rivelano fragili. Appuntamenti come quello di oggi sono molto importanti. Non ho parole conclusive da consegnarvi, partecipiamo tutte a un cammino comune che proseguiremo rafforzando collaborazione, incontri e amicizia. Vi ringrazio ancora.
Roma, 17 settembre 2022
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