Domenica, 14/01/2024 - Mercoledì 17 gennaio 2024 ricorre la XII edizione della Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali istituita dall'Unione Nazionale delle Pro loco (Unpli) nel 2013 per sensibilizzare le istituzioni e le comunità locali all'importanza, la valorizzazione e tutela di questi patrimoni culturali, attività espletata in piena armonia con le direttive dell'UNESCO presso cui Unpli è accreditata dal 2012, nell'ambito della Convenzione per la salvaguardia dei patrimoni culturali immateriali.
E la data rappresenta una doppia ricorrenza: il 17 gennaio, infatti, il calendario della grande tradizione del nostro Paese, a base prettamente economico-agricola, festeggia anche Sant'Antonio o Sant'Antòni dal busghìn, del maiale, del porcello – il suo simbolo iconografico - ossia Sant'Antonio Abate, una delle feste della cultura, della tradizione popolare e della civiltà contadina ferraresi che fanno naturalmente parte anche di tutto il territorio italiano, per vocazione, fondato sul economia agricola, quindi non a caso scelto per ricordare il meglio delle nostre radici nazionali e locali, ad un tempo, la nostra lingua di latte - come il Foscolo definiva il dialetto, il 'sermo familiaris'.
Proprio per "non dimenticare di ricordare" oltre vent'anni fa era nato AR.PA.DIA., l'Archivio Padano dei Dialetti del Comune di Ferrara, contenitore d’eccezione di opere redatte nelle lingue dialettali di tutta Italia, curato da chi scrive, dalla cui costola era stato emanato un 'fil rouge' che 'informò' di questo principio la collana letteraria "Cóm a dzcurévan - Come parlavamo" che nell'àmbito della pubblicazione di circa 15 volumi - più altri fuori collana - trasmise e tramandò la cultura e la civiltà dialettali delle più grandi e più conosciute autrici ed autori del territorio, tra cui si ricorda Liana MEDICI PAGNANELLI, Graziella Vezzelli, Alfredo Pitteri, Bruno Pasini, Corrado Celada, Luigi Vincenzi, Francesco Pantaleoni, Muzio Chiarini, Alfio Finetti, Giorgio Finchi e Alfonso Ferraguti, per non citarne che alcuni.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
A seguire, l'augurio di un Buon Anno in poesia dialettale ed italiana, opera di Liana Medici Pagnanelli, grande poetessa copparese, la migliore tra le Signore della Scrittura Ferrarese, ma anche Autrice nazionale: un pezzo che vuol essere un po’ la madrina spirituale, un viatico positivo traslato liricamente con matrice marcatamente femminile, un tocco auspicante e, si spera, foriero di un mondo futuro di pace. E’ stato scritto in maniera semplice, ma non semplicistica, non ci si lasci sviare da ciò perché com’è noto “Vox populi, vox dei o, meglio, deae", se preferite: sicuramente, ‘vera vox’ .
Auguri a tutte e tutti !
L’an nóv
Agh manca póch minut, l’an nóv l’è dré ’rivàr,
dóds mis pin ad mistèri e càragh ad pruméss,
tuti as asptén da lu quèl ’d dólzz e gnént d’amàr,
tut’i ann a vlén ’st’regàl; tut’i ann al stéss.
Ass brinda tut’inssiém con al spumànt,
(anch ss’al n’è ’d marca bòna fa l’istéss),
ass cumpurtén cumè di brav cmèdiant
fasénd la nostra part co’n zzèrt sucèss.
Da dré da ’st’entusiàsam generàl,
agh’én ’na gran paura ’d quél ’ch gnirà,
mo tuti a la lughén, o bén o mal,
viéna quél’ch vién, sarà quél ch’a sarà!
Mustrénss a l’an nuvèl in bèl ritràt,
fénagh ’na bòna zzéta pòar putìn,
l’è tanta piculìn, l’è ’péna nat,
féngh un surìs zantìl e’n bèl inchìn:
chissà ch’an ss’incuràgia un pó anca lu,
a farssl’amìgh an cósta mìna gnént,
dill vòlt un bèl destìn aas’al fén nu,
mo én ’dbisógn ad tuti, tgnivl a mént!
L’ANNO NUOVO
Mancan pochi minuti, l’anno nuovo sta arrivando,
dodici mesi pieni di misteri e carichi di promesse,
tutti ci aspettiamo da lui qualcosa di dolce e niente d’amaro,
tutti gli anni vogliamo questo regalo, sempre lo stesso.
Si brinda tutti insieme con lo spumante
- anche se non è di marca buona fa lo stesso -
ci comportiamo come dei bravi commedianti,
facendo la nostra parte con un certo successo.
Dietro questo entusiasmo generale
c’è una gran paura per quel che verrà,
ma tutti la nascondiamo, o bene o male,
venga quel che deve venire, sarà quel che sarà!
Mostriamoci all’anno novello in bel ritratto,
facciamogli una buona accoglienza, povero bambino,
è tanto piccolino, è appena nato,
facciamogli un sorriso gentile e un bell’inchino:
chissà che non s’incoraggi un po’ anche lui,
a farcelo amico non costa mica niente,
delle volte un bel destino ce lo facciamo noi,
ma abbiamo bisogno di tutti, tenetelo a mente!
(trad. mcns)
Lascia un Commento