Giovedi, 11/10/2012 - Dal Canada all’Australia, dalla Russia all’Argentina, sono centinaia le donne che nei giorni scorsi hanno preso parte all’attesissima Win Conference 2012 (Win sta per Women’s International Networking), la conferenza internazionale di leadership femminile, fondata e diretta dalla norvegese Kristin Engvig.
Per il secondo anno consecutivo è stata scelta Roma come sede dell’incontro, giunto alla sua quindicesima edizione. Tre giorni dedicati all’empowerment femminile, con l’obiettivo di sviluppare, ispirare e collegare le leader di oggi e di domani attraverso una visione unica, globale e femminile, per un futuro più inclusivo e sostenibile.
Ai temi di fondo si sono alternati momenti di confronto diretto tra i partecipanti. L’atmosfera è magica e resa ancora più speciale dalla diversità e dalla multiculturalità dei presenti.
Tante donne e molti uomini si sono uniti al team di Win Conference quest'anno, in numero maggiore rispetto al passato, segno evidente di una sempre crescente attenzione delle grandi aziende, e non solo, ai temi del diversity management e dell’inclusione.
Se ci fermiamo per un minuto a riflettere sul ruolo della donna oggi, alle prese con lavoro e famiglia, probabilmente faremo fatica ad individuare situazioni di pieno appagamento e serena conciliazione di entrambi gli aspetti. Diciamoci la verità, essere una donna, oggi, ed ambire a posizioni di prestigio è una realtà che può riservare qualche triste sorpresa in termini di accessibilità e, soprattutto, in fatto di riconoscimento del lavoro svolto. Non a caso, tra i temi più approfonditi di questo incontro c’è stato proprio quello relativo alla conciliazione e l’equilibrio tra vita professionale e vita privata.
Ci si è chiesti, appunto, in che misura è possibile dare il meglio di sé in differenti situazioni, che spaziano dall’ambito familiare a quello lavorativo. Niente roba da supereroi, le storie che si raccontano a Win, sono storie di donne normali, che aspirano al perfetto “work life balance”.
Secondo una ricerca condotta da WIN tra le proprie partecipanti, solo il 5% delle intervistate riesce a conciliare in maniera ideale vita privata e lavoro (33% del tempo dedicato al lavoro, 33% dedicato alla famiglia e 33% dedicato a se stesse), mentre per la stragrande maggioranza dei casi non è così.
Il carico eccessivo di lavoro e il difficile equilibro tra impegno e riconoscimento (oltre il 65% delle manager percepisce come fonte di stress la mancanza di riconoscimento) generano forme di stress che, secondo i dati presentati dalla professoressa Beatrice Bauer (SDA Bocconi Business School), hanno un influenza negativa sul rendimento lavorativo. Tradotto in soldoni, stiamo parlando di oltre 200 miliardi di euro in perdite per le aziende europee nel 2010.
Secondo Kristin Engvig il modo migliore per far fronte a particolari situazioni di stress può essere ricercato nella collaborazione: "Crearsi un network efficace di collaboratori e supporter nella vita lavorativa e nella vita privata permetterebbe alle donne di diminuire notevolmente il livello di stress, essere più efficaci nelle proprie decisioni ed anche più serene”.
E’ ormai appurato che le aziende guidate da un CDA composto in parti uguali da uomini e donne riescano ad ottenere risultati migliori in termini di rendimento. In molte realtà, tuttavia, permane una visione sessista e discriminatoria della forza lavoro femminile che impedisce all’azienda di rinnovarsi e proiettarsi verso il futuro. In modo particolare in Italia, nazione alle prese con una legislazione ancora troppo arretrata nelle pari opportunità e, soprattutto, nel sostegno alla maternità.
Una nota sicuramente positiva resta tuttavia la sensazione, avuta dalla maggior parte delle partecipanti intervistate, di un certo ottimismo per quello che riguarda il futuro. Molte sono infatti convinte che il futuro per le donne sarà più rosa, soprattutto in ambito lavorativo. “Certo, c’è ancora tanto da fare – conclude Kristin Engvig - ma oggi possiamo radunarci con una diversa consapevolezza e conoscenza, accettando la realtà in mutamento e adoperandoci affinché le donne creino il terreno fertile per coltivare nuove opportunità”.
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