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Weinstein / Hollywood e le donne, i cavalier, l'arme, gli amori…

Weinstein / Hollywood e le donne, i cavalier, l'arme, gli amori…

La complessità di uno scandalo che racconta anche un sistema di potere e la sua (possibile?) crisi

Martedi, 24/10/2017 - Allora. Tocca anche a noi esprimerci sul caso Weinstein. Potremmo anche tacere, dato il profluvio di lettere, dichiarazioni, opinioni in corso, ma ci sembra che, nella buriana mediatica, manchi qualcosa. Proviamo quindi a dare il nostro contributo.



Il dibattito pubblico sul caso si è polarizzato finora sui due opposti estremi: tutte ci stavano per interessi di carriera e, se proprio non gli andava, potevano dire di no, e, al contrario: erano tutte vittime, chi più chi meno, di un sistema patriarcale prevaricatore e corrotto.



Chi ha ancora un minimo di dimestichezza con la realtà sa molto bene che invece è tutto molto più complesso, e che nel grande ciclone di uno scandalo pubblico come questo c’è di tutto: vittime di violenze orribili assolutamente non consenzienti accanto a pantere conquistatrici che usano cinicamente il proprio potere di seduzione, nonché bellissime fragilissime che subiscono il sistema.



Il tutto in dosi e proporzioni a noi del tutto sconosciute.



Diventa quindi un esercizio abbastanza inutile, dannoso ed estremamente doloroso, prendere ogni dichiarazione di attrice su questo caso, più o meno famosa, più o meno consapevole, più o meno forte piuttosto che fragile, e interpretare i tarocchi su chi sia stata “davvero” vittima, fino a che punto si sia resa disponibile, abbia sfruttato la situazione, o invece abbia subito, purtroppo, una violenza ripugnante. Proprio perché solidarizziamo con tutto il cuore con ogni donna coinvolta in questo scandalo, pensiamo sarebbe meglio astenerci dal commentare e soppesare ogni caso. Anche se siamo appassionate delle ricette fondate sul “quanto basta”, chiediamoci, davvero, a quanto serve tutto ciò e dove ci può portare.



Un aspetto che finora ci pare invece ben pochi abbiano messo in evidenza è invece quello più ampio e strutturale: a Hollywood si sta combattendo anche una guerra economica. Pur essendo la nostra conoscenza dell’ambiente hollywoodiano limitato alle riviste del parrucchiere, ci pare abbastanza evidente che, se tutto è scoppiato in questo momento ci sarà un motivo. Che non conosciamo, ma c’è. E ha a che fare con i soldi, almeno tanto quanto ha a che fare con il sesso, se non di più.



E’ il solito, frusto, binomio sesso-potere. Pure noioso, se vogliamo. Se però non ci sforziamo di capire bene le dinamiche di potere che stanno dietro a questo scandalo non capiremo mai fino in fondo cosa è successo prima e cosa sta succedendo adesso. Soprattutto non potremo costruire gli anticorpi sociali per evitare situazioni analoghe in futuro.



Questo caso poteva infatti scoppiare tranquillamente 10 anni fa, come tra altri 10 anni, se è successo ora significa che è in atto un scontro di poteri dei quali Weinstein rappresenta la punta dell’iceberg. In fondo, era una situazione talmente tanto conosciuta che ci hanno pure scritto libri e fatto battutacce in programmi di prima serata. Poi, un giorno all’improvviso, la scintilla che fa divampare l’incendio.



Non vi ricorda niente? A noi sì.



Tangentopoli, ad esempio? Tutti sapevano da anni quanto il sistema fosse corrotto, si facevano battute in programmi del sabato sera sui socialisti e i cinesi, eppure quando è scoppiato il bubbone tutti i media attoniti a chiedersi “ma davvero?”. Poi, la slavina.



Le Olgettine, ad esempio? Uno scandalo a sfondo sessuale in concomitanza con una crisi politica e, guarda caso, economica, senza precedenti. Anche qui “chi l’avrebbe detto” nonostante le allegre battute in prima serata e le verità sotto gli occhi di tutti. Poi, la slavina.



Il fatto è che questi scandali, il caso Weinstein, come i casi nostrani, a prescindere dalle responsabilità personali che vanno perseguite e sanzionate senza nessuna ambiguità, rappresentano dei momenti di crisi del sistema di potere in quel momento dominante e un rimescolamento di carte dal quale poi esce un nuovo sistema di potere basato su altre persone, altri paradigmi e altri rapporti di forza.



Anche l’opinione pubblica e mediatica rimane quindi travolta dalla crisi, che fa saltare, tra le altre cose, anche l’interpretazione collettiva di una realtà fino ad un momento prima condizionata, influenzata e “guidata” dal vecchio sistema di potere.



Weinstein è in questo momento il mostro, e lo è davvero. Senza però assolverlo da nessuno dei suoi comportamenti feroci, pensiamo sia stato l’unico? Probabilmente sarà stato il peggiore, ma certo in buona compagnia. Pensiamo inoltre, davvero, che il ricatto sessuale a Hollywood abbia riguardato solo le attrici e che la cosa abbia invece risparmiato i bellissimi e giovani attori?



Il mostro è, come dice la parola stessa, il “monstrum”, cioè colui che rivela a sé stesso per primo e agli altri poi la parte peggiore dell’essere umano. Una parte che sappiamo, anche se inespressa, esiste latente in ciascuno di noi, perché siamo fatti tutti della stessa materia, e per questo ci terrorizza a livelli talmente inconsci che spesso non sappiamo neanche esprimere.



Il mostro non è mai un capro espiatorio innocente, perché è davvero responsabile di quello che ha fatto, ma dal punto di vista pubblico è il catalizzatore di tutti quegli orrori che fino ad un attimo prima abbiamo rimosso e che un attimo dopo vogliamo estirpare come un’erbaccia, in un processo di catarsi generale e autoassolutoria.



Oltre alle responsabilità personali ci sono quindi anche quelle collettive, sulle quali riflettere, e solo affrontando questo scandalo non solo a livello giudiziario ma anche a livello pubblico e politico nel senso più ampio del termine, si può provare a cambiare le cose. Lo scandalo Weinstein non è solo il film horror di una storia individuale, ma un caso rivelatore di come funzioni un sistema di potere, connivenze e complicità che si è retto fino a ieri sul silenzio di troppa gente.



Adesso che il “gioco” si è rotto, cosa succederà?



Molto dipende da quanto le attrici americane saranno effettivamente protagoniste, o piuttosto, strumento di questa guerra economica in atto.



Quello che è sicuro è che stanno combattendo compatte contro il sistema, senza tutti i “se” e tutti i “ma” che ascoltiamo invece qui in Italia. E, che, certamente, trascurando ogni ambiguità di questa situazione e leggendola solo in modo unidimensionale e senza distinguo, si espongono ad accuse di femminismo un po’ peloso e tardivo. Riconosciamolo, però, questa semplificazione le rende determinatissime, compatte e potenti, molto di più di altri movimenti invece sballottati tra diverse posizioni, per quanto autorevoli.



Vedremo cosa otterranno. Siamo però ottimiste. Alla fine, con tutte le pecche e le polemiche possibili, con tutta la sofferenza e il dolore delle vittime, questo scandalo farà bene al sistema.Questa crisi rappresenta infatti uno di quei punti di discontinuità dal quale non si torna indietro e, anche se non risolverà tutto, se molti ne approfitteranno e molti responsabili la scamperanno, di certo servirà.



Ad esempio, servirà a risparmiare in futuro qualche giovane attrice dal pagare un prezzo troppo alto per la propria carriera, a offrire maggiori opportunità lavorative a qualche attrice più brava che disponibile, a valorizzare i produttori rispettosi delle donne (ce ne sarà ancora qualcuno, speriamo).



E, last but not least, a rafforzare la consapevolezza delle donne nella forza dei movimenti collettivi.



E’ tanto, guardate.



Articolo tratto da www.ladynomics.it

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