Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2008
Monologo in atto unico liberamente adattato da un testo di Massimo Carlotto. Messo in scena al Teatro dell’Orologio di Roma dalla Compagnia sarda “Effimero meraviglioso”, con la regia e l’adattamento di Maria Assunta Calvisi, il testo intende lanciare un messaggio forte contro i falsi miraggi di felicità e successo provenienti dal luccicante mondo dello spettacolo. “Ho lavorato con Carlotto - afferma la regista - per adattare questo testo nel modo migliore e da subito abbiamo pensato di trasportare l’azione dalla periferia torinese a quella della borgata romana. Il personaggio in scena è quello di una madre terribile, che spinge la figlia a tutti i costi verso un mondo che non le interessa, proiettando su di lei tutti i suoi fallimenti e desideri di riscatto. La storia avrà un epilogo tragico ma bisogna pensare, in un mondo di bisogni indotti, che anche la madre non è che una vittima di un sistema più complesso”. Una donna, frustrata e senza speranza, si racconta nel suo squallido appartamento alla periferia romana: a poco a poco, mentre descrive in un pittoresco gergo di borgata la disfatta della sua vita, le aspirazioni deluse, il lavoro come domestica e la dipendenza dall’alcool, rivela l’ultimo, terribile cruccio della sua vita: una figlia (che chiama semplicemente “la ragazzina”) priva di ambizioni e disinteressata a far carriera in televisione. Lei l’avrebbe voluta velina o miss, perché guadagnasse e non fosse costretta a fare la vita grama dei suoi genitori. “Volevo vedere il cielo, almeno un pezzettino - recita la protagonista, riferendosi alla nota canzone ‘Il cielo in una stanza’ - volevo che la mia ragazzina vedesse il cielo, fosse felice, almeno lei”. Niente più al mondo potrà rimettere a posto le cose”. S’intuisce, a poco a poco, la tragedia consumata in un raptus omicida, mentre la visione della figlia visita la madre in attesa della polizia. In scena la bravissima Miana Merisi, attrice di consumata esperienza, con la partecipazione della giovane Francesca Cara. Molte le divagazioni al femminile negli spettacoli della Compagnia, legati a personaggi evocativi di suggestioni, fra i quali ricordiamo Frida Kahlo e Grazia a Maria.
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