Login Registrati
Voglia di sicurezza

Voglia di sicurezza

Politica e società - Se aumenta la paura, è facile che prevalga l’egoismo sul buon senso.

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008

Le violenze che la cronaca ci ‘regala’ tutti i giorni superano ogni immaginazione per efferatezza e grado di disumanità. La cosa che più ha colpito in alcune delle ultime uccisioni è la giovane età degli assassini. Da Verona - con i nazisti che hanno ammazzato di botte Nicola - fino a Niscemi - con i tre compagni di scuola che hanno violentato, picchiato e strangolato Lorena - c’è un’Italia percorsa da una povertà dei sentimenti che impietrisce. Ogni caso fa storia a sé, a partire dal tremendo episodio di Erika e Omar, che segnò tutti noi istituendo una simbolica linea di demarcazione tra analoghi delitti che pure erano accaduti in precedenza. Vero è, come è naturale che sia, che la stragrande maggioranza dei giovani non sono dissociati al punto di diventare con noncuranza assassini o violentatori. Per questo non solo non è giusto generalizzare, istituendo una sorta di ‘categoria’ di nuove delinquenze, o minimizzare, liquidando di volta in volta gli episodi come selvaggi e isolati, ma sarebbe sbagliato perché ci solleverebbe dal dovere morale di affrontare il problema nei termini corretti che la gravità dei fatti richiede. Ogni fatto dovrebbe essere affrontato nella sua specificità: la violenza sessuale di gruppo che precede l’assassinio premeditato di Lorena avviene in un profondo Sud in cui il maschilismo non è mai tramontato, mentre le condizioni del pestaggio di gruppo di Nicola maturano in un modello di crescita economica miope ed egoista del profondo Nord. Queste due dimensioni sono davvero così lontane, oppure sono due facce della stessa medaglia?
Se vogliamo provare a capire quello che sta succedendo nella nostra società, a partire dai giovani, è indispensabile cercare un filo conduttore che riconduca il tutto ad una possibile lettura di queste tremende realtà. L’esasperazione dei fatti di cronaca da parte dei grandi media ha l’obiettivo di tenere altissima la febbre sul fronte della sicurezza. Solita storia: far aumentare la paura in modo che prevalga l’egoismo sul buon senso. La destra ci ha vinto le elezioni, utilizzando anche una sottovalutazione del problema da parte della sinistra e dello stesso Pd. I numeri, le statistiche dicono che i reati non sono tali da creare allarme sociale, ma la sensazione è ben diversa: che si tratti di rom o rumeni, le elezioni hanno dato ragione a chi ha giocato sporco lanciando slogan tanto duri quanto inattuabili. Tanto poi tutte le retromarce passeranno inosservate dal momento che dell’esercito delle badanti non possiamo fare a meno, viste le condizioni in cui versa il nostro welfare, così come non possiamo rinunciare agli immigrati nell’edilizia, pena la paralisi del settore. Per le forze democratiche e progressiste è giunto il momento di misurarsi con tutte le contraddizioni che i temi legati alla sicurezza portano a galla. Come spiegano a Verona che l’omicidio di Nicola non ha niente a che vedere con le paure degli immigrati? Come giustificano a Napoli le aggressioni ai campi Rom con un perenne degrado sociale che consente la convivenza e l’integrazione con la malavita organizzata? Come spiegare il bullismo che oltraggia e intimidisce i professori un po’ dovunque nelle scuole italiane? Per comprendere, gestire e recuperare queste aberrazioni non sarà mai abbastanza adeguato nessun ‘pacchetto sicurezza’ e già sappiamo che i provvedimenti del governo non potranno incidere nel malessere profondo che vive la nostra società perché un conto è dare certezza delle pene e velocizzare i processi – sempre che ci si riesca – altro è saper interpretare le radici del conflitto che ha guidato gli assassini di Nicola e Lorena. Relazioni umane in cui gli sms servono indifferentemente per comunicarsi un appuntamento di lavoro o di morte sono relazioni profondamente malate. Forse non è sufficiente vietare gli sms per decreto, forse bisogna scendere un po’ più nel profondo e capire cosa è accaduto ai nostri figli e a tutti noi.

(3 giugno 2008)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®