Martedi, 08/08/2023 - "La Voix humaine", s’intitola, un piccolo e breve capolavoro drammaturgico - un ‘semplice’ monologo, in fondo, ma pieno di incisività, protagonista in scena solo una Donna - tratto da un immenso Jean Cocteau, fra i massimi intellettuali della cultura francese del secolo scorso.
L’opera, pur ripresa da registi ed attrici tra i maggiori non solo teatrali ma anche del cine-empireo, riesce a stupire ancora, perché dopo trent’anni di gestazione e ripensamenti, ma anche di tante citazioni in quello che più che cinema è (sempre) mèta-cinema, quello di Almodóvar, per l’appunto, è stato ripreso dallo stesso per le scene ultimamente, testo filmico poi presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia di tre anni fa, protagonista una essenziale e ‘diversa’ Tilda Swinton (https://www.noidonne.org/articoli/venezia-77-the-human-voice-di-almodvar-da-cocteau-di-mcristina-nascosi-sandri-17124.php).
Non stupisce, quindi, che da un titolo così significativo (ed ancora ben significante), Maria Grazia Panigada, in veste di direttrice artistica, abbia dato il via alla seconda edizione del Festival “Voci Umane. Musei e teatro di narrazione”, promosso ed organizzato dalla Direzione Regionale Musei della Lombardia (Ministero della Cultura).
La serata di debutto di questa seconda, attesa edizione del Festival – che durerà fino al 10 settembre 2023 - è prevista per giovedì 24 agosto, con inizio alle 18.30 al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane (Valle Camonica) e vede protagonista Andrea Pennacchi con “Da qui alla luna. La tempesta Vaia”, produzione del Teatro Boxer e dello Stabile del Veneto, testi di Matteo Righetto, regia di Giorgio Sangati.
Il titolo richiama il percorso che i 16 milioni di alberi sradicati dalla tempesta “Vaia” dell’ottobre 2018, se messi l’uno dopo l’altro, consentirebbero di tracciare: da qui alla Luna, appunto. È un racconto metafisico, surreale ma corale, che ci fa rivivere, senza alcuna retorica, l’orrore di quei giorni attraverso lo sguardo degli abitanti delle vallate bellunesi.
“Un racconto ed una vicenda che quassù, nel cuore di queste meravigliose foreste, assumono pregnanza del tutto particolare” sottolinea Emanuela Daffra, Direttore Regionale Musei Lombardia e ideatrice della rassegna.
È l’ottobre del 2018 quando la tempesta “Vaia” devasta le Alpi orientali spazzando via 16 milioni di alberi. Lo scrittore Matteo Righetto ricostruisce con precisione i fatti in una sorta di delicatissimo ‘requiem’ per una montagna violentata ed abbandonata. Una narrazione che accomuna il muratore Silvestro, Paolo, un giovane studente e la vecchissima Agata. Il regista Giorgio Sangati affida all’ironia ed all’umanità di Andrea Pennacchi il racconto di questo immane disastro naturale, che ci ricorda quanto sia fragile il pianeta in cui viviamo – un’opera, dunque, quanto mai attuale ed ‘up-to-date’.
La parte musicale è affidata alle musiche originali di Giorgio Gobbo e Carlo Carcano che ne hanno curato anche la drammaturgia.
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