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Voci dal territorio

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Bologna - Conciliazione dei tempi: il nido interaziendale al Fiera district

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2008

A Bologna prenderà il via l’esperienza del nido interaziendale, una risposta concreta ai bisogni delle tante lavoratrici che operano nella zona della Fiera, ma anche delle famiglie residenti nel quartiere San Donato.
La Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna hanno già firmato un accordo per la costruzione del nido d´infanzia, che prevede 60 posti e un investimento di 2 milioni di euro da parte della Regione. La costruzione del nido è prevista in tempi molto brevi, circa 18 mesi, in via della Villa, vicino alla sede regionale della Rai. La struttura vuole rispondere alle esigenze dei dipendenti di aziende ed enti pubblici che operano nell´area fieristica, ma è anche aperta ai figli dei residenti del quartiere.
“Si tratta senza dubbio di un passo molto importante – hanno sottolineato le consigliere regionali Laura Salsi e Gabriella Ercolini – che consentirà finalmente una maggiore conciliazione degli impegni di cura, di lavoro e di vita delle famiglie di chi lavora nell’area fieristica e di chi risiede nei quartieri coinvolti”.
Il caso di Bologna diventa così un modello di eccellenza perché è la realizzazione di un’azione concreta volta ad armonizzare ed equilibrare i tempi di vita familiare con i tempi di vita lavorativa.
“La conciliazione del ruolo di lavoratrice e di madre rappresenta per le donne di oggi una delle sfide più complesse - proseguono le consigliere del Pd della Regione Emilia-Romagna - La più intensa partecipazione al mercato del lavoro fa sì che spesso la donna si trovi sulle spalle le stesse responsabilità dell’uomo fuori casa e un carico ben più gravoso nella vita familiare. Questo carico dipende dalla cura dei figli e della casa, ma anche, sempre più spesso, dalla dedizione verso familiari anziani, malati o disabili. Sempre più spesso le donne, in mancanza di adeguati servizi, si rivolgono ad altre donne, a volte parenti, a volte immigrate straniere per il disbrigo delle faccende domestiche e il lavoro di cura”.
“Una buona conciliazione - concludono Salsi e Ercolini - si configura proprio dove i tempi e le esigenze della famiglia e quelli del mondo del lavoro si coniugano in modo tale da permettere alle relazioni in gioco una realizzazione umana integrale delle donne e degli uomini coinvolti”.

(27 maggio 2008)

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