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Vivere il mondo con la propria identità

Vivere il mondo con la propria identità

Leggere l'albero -

Baldassarre Bruna Domenica, 02/11/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2014

 



Cara Bruna,
sono un ventottenne laureato in Fisica. Vivo ad Amsterdam da quattro anni, dove sto concludendo il mio dottorato di ricerca. Da dicembre lavorerò al CERN di Ginevra.

Tutto questo viaggiare e vivere lontano dalla mia famiglia, dagli amici farà veramente per me?

Enrico



Caro Enrico,

intanto mi devo complimentare per la tua splendida carriera. Non è da tutti a 28 anni ritrovarsi nel centro di ricerca più importante del mondo! Sei allo stesso tempo in una fase critica della vita, che viene anche definita “crisi dei talenti”, perché è come se ti trovassi a un bivio: sprecare, nel senso di emarginare le capacità che ti ritrovi, oppure trasformarle per offrire in seguito qualcosa di buono a te stesso e al mondo. L’Io deve ora partire dall’interiorità dell’essere per svolgere il suo compito. La domanda “come vivo il mondo” appartiene alla fase precedente, perché ora è il momento di chiedersi come funziona il mondo e come ti devi organizzare rispetto a esso. Significa poter sviluppare liberamente la propria identità preservando l’Io dal senso di soffocamento, così da sviluppare la capacità di adattamento. L’eventuale dipendenza dal partner tende a diminuire e può nascere una profonda amicizia. Gli anni precedenti sono una preparazione a ciò che accadrà.

Il tuo albero è un po’ salice e un po’ ulivo! Elegante, riservato, un po’ schiacciato dalle responsabilità e un po’ desideroso di esplorare il mondo… La folta chioma, simbolo dell’Io sociale, è segno di consolidamento delle proprie idee per fare le esperienze necessarie a avvalorare la tua professionalità. La facoltà creativa dell’albero ben radicato può essere frenata da una ricerca di sostegno. La folta erba che affianca il tuo albero è un segno di ricerca di riposo da una vita iperattiva. La tua sensibilità incide sulle esperienze in modo profondo, e si evidenziano particolarmente dei vissuti traumatici a 8 e 18 anni e mezzo.

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