Sonia sta sgocciolando la ricotta. Si è svegliata alle cinque questa mattina. Il formaggio è già sotto le presse e la ricotta è pronta per essere messa nelle formine. C’è profumo di “una volta”. Gli scaffali sono pieni di forme. E’ un buon formaggio quello di Malga Fossa di Sarone (Caneva), unica Malga in Friuli Venezia Giulia ad avere una fattoria didattica.
Il latte ottimo per la qualità ha da poco ottenuto la certificazione PPL (Piccole Produzioni Locali). Questo racconta fiero Luca che ha gli occhi pieni di passione quando parla delle sue 30 mucche e soprattutto della prima che ha 15 anni ed è ancora lì fra le altre. I ragazzi stanno mettendo le campane ad alcune di esse, le capo-mandria. Rumori di vita che vengono da tempi lontani, dai tempi dei nonni e prima ancora. Sonia era ragioniera, Luca geometra. Hanno fatto una scelta e la portano avanti aggiungendo valore ai giorni. E’ difficile. Troppa burocrazia, troppe tasse, troppe cose gestite da chi non sa niente dei luoghi, del tempo e del lavoro in una Malga. Ieri sera abbiamo parlato davanti una terrina di pesche e vino rosso. Pesche, zucchero e vino. Come preparava il nonno di Luca. Uno dei ragazzi dello stage ha intonato Bella Ciao al pianoforte. Sì, decisamente anche questo è resistere. Resistere all’omologazione, resistere al qualunquismo, resistere a tutto ciò che mascherato da progresso sta togliendo umanità alle persone.
Tutto appare più semplice in questo luogo che incanta, ma è difficile portare avanti i sogni quando non hanno lo stesso ritmo del quotidiano che ti circonda. Ci vuole un’infinità di coraggio e di amore. Sonia e Luca ce l’hanno scritta in faccia la passione, ma anche la stanchezza, il timore di non farcela. Tanti parlano di decrescita necessaria. C’è chi scrive di decrescita felice. Stando qui in questo utero di terra che avvolge e stupisce, uno si accorge che quella “decrescita” è invece una crescita possibile. Sonia e Luca lo sanno e qui, assieme alle loro figlie(quella piccola ha una grinta da conquistamondo che fa invidia) accolgono ragazzi e bambini condividendo con loro lavoro, esperienza, emozioni.
Condividono la propria “Resistenza” e quando al mattino il sole entra dal portone della sala da pranzo illumina un grande tavolo pronto per la colazione. Tredici tazze con scritte come Amore, Armonia, Quiete, Felicità, Gioia ed altrettante persone che gustano i prodotti della terra e della stalla, ma soprattutto il prodotto più importante: la condivisione.
Qui non c’è campo, non ci si può isolare guardando un display. Qui c’è ancora la possibilità di vivere il noi dall’alba al tramonto. Ed è un noi che guarda al futuro e ti fa venir voglia di buttare le chiavi della macchina. Nel pascolo che sembra un mescolo l’asino Bruno sta tentando di montare l’asina. Sua figlia bruca, l’altra asinella di pochi giorni fa scatti ridicoli sulle zampine non ancora esperte. Tutto è ritmato dal sole che sorge a sinistra e scende a destra là in cima, da dove io ho visto Trieste ed ho chiesto che lago era quel mare. La luna alle spalle si vede anche se è giorno. Alle spalle c’è la casa e un po’ più in giù la stalla. Quanto lavoro, quanta fatica, quanta forza di volontà sono necessarie per tenere acceso un progetto come questo? Tante volte chi sale qui da turista pensa alla fortuna di chi lavora qui, magari lo invidia anche un po’. Ma se si va oltre, se si tenta di capire anche la fatica di una scelta e la volontà di portarla avanti oltre alla fortuna e al privilegio di vivere in questa conca si scopre la bellezza delle persone. Quella bellezza che rende speciali Sonia e Luca e racconta quanto valore aggiunto stanno seminando giorno dopo giorno.
C’è stato un attimo a colazione, quando il sole che entrava faceva chiudere gli occhi e Luca raccontava dei ragazzi degli stage, che ho pensato al tavolo dell’Ultima Cena. Ci vorrebbe un pittore per fermare nel tempo Luca che parla ai “suoi” ragazzi e il titolo del quadro potrebbe essere “Germogli”. Claudio sta suonando, il sole entra “Questo istante me lo scrivo nell’anima” dice Luca.
Sonia arriva con la padella del frico. Sorride come sempre. Io nell’anima mi sono scritta le sue braccia che girano la ricotta mentre lei spiega che ha iniziato a fare formaggio da pochi mesi, a causa di un “incidente di percorso”. Anche questo le riesce bene. Molto bene. Come sorridere. E io penso prima di andarmene che ho già voglia di tornare qui a Malga Fossa di Sarone per guardare, ascoltare, respirare, imparare il ritmo del tempo e magari sognare di rimanere.
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