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Vita e Brigitte allo specchio: le migranti della Mazzucco

Vita e Brigitte allo specchio: le migranti della Mazzucco

Premio Strega nel 2003 con 'Vita', la storia di migrazione della sua famiglia in America, Melania Mazzucco torna a parlare di migrazione nel 2016 con 'Io sono con te', la storia di Brigitte, congolese, immigrata in Italia.

Martedi, 13/06/2017 - "Io sono con te. Storia di Brigitte', Melania G. Mazzucco (ed Einaudi).



Cos'hanno in comune una bambina bianca che sbarca in America il secolo scorso scalza, capelli corvini scarmigliati, con una veste leggera indosso come suo unico avere, e una giovane donna nera, capelli crespi, cicatrici sul corpo e nell'anima e vestiti inadeguati al freddo dell'inverno italiano, atterrata e atterrita, ai nostri giorni a Roma?



Vita è una bambina affidata alle cure di Diamante, il nonno dell'autrice, fatta imbarcare con lui per raggiungere suo padre emigrato in America. La bambina parte inconsapevole di ciò che l'aspetta. Lascia gli affetti, le radici infantili per affrontare l'avventura della sua vita. Brigitte è una donna realizzata, infermiera, quattro figli, intraprendente e rispettata. Commette l'errore di soccorrere nemici del governo e ciò le costerà carissimo. Affronterà torture e fughe, finché non giungerà in Italia tramite un contatto che l'aiuterà a scappare, abbandonando i suoi figli, orfani di padre, al loro destino.

Due donne che affrontano, loro malgrado, un viaggio senza ritorno, senza possibilità di voltarsi indietro, costrette a lacerare i propri legami di sangue. Il coraggio, la forza e la voglia di vivere spingono queste donne, realmente esistite, le cui storie sono realmente accadute, a superare la miseria, il disorientamento, l'incomunicabilità linguistica, le paure. Donne che ad un certo momento della vita si ritrovano senza nulla, hanno perso tutto e devono ricostruire, cominciando dalla propria identità. Chi è la Vita cresciuta con un padre che la sfrutta e che le impedisce di integrarsi nella società americana, chi è la Brigitte che ha dormito alla stazione, ha vagato sporca e infreddolita per giorni dopo aver subito violenze di ogni genere?



Entrambe le donne sentono lo strappo dalle radici, dai legami, da casa, entrambe non sanno dove si trovano, sono disorientate, incapaci di scegliere, incapaci di comunicare. A 13 anni dal Premio Strega vinto con Vita, Melania Mazzucco sceglie di raccontare di nuovo la migrazione. Direzioni geografiche diverse, ma stessi tragitti emotivi. Una migrazione forzata in cerca di salvezza. La migrazione parte sempre da una spinta alla ricerca di una vita migliore, lontano dalla minaccia della morte, se non fisica quantomeno spirituale.



Vita e Brigitte perdono entrambe il proprio orientamento spaziale, sia esteriore, i punti di riferimento, i luoghi, il clima conosciuti e a cui sono abituate, ma anche interiore, vivendo una lacerazione da quelle esperienze accumulate che costituivano la propria immagine di se stesse. I ricordi, le emozioni, i suoni, i colori, gli odori impressi nella loro mente che andavano a far parte di quel mosaico che componeva il proprio sé, la propria identità vanno sgretolandosi, si affievoliscono ed è un processo senza ritorno.



La migrazione è una condizione permanente, resta per sempre. Vita e Brigitte si specchiano l'una nel volto dell'altra,attraversando barriere temporali, spaziali, etniche, sociali e culturali. Sono due facce della stessa medaglia: quella della migrazione.





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