Partito democratico - La nascita del PD è una novità: intervista a Daniela Valentini, Assessora all’Agricoltura della Regione Lazio e testimonianza di Clara Sereni, scrittrice.
Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2007
Daniela Valentini, Assessora all’Agricoltura della Regione Lazio. “Il PD è una grande opportunità per ridare slancio e vigore alla politica italiana e restituire fiducia ai cittadini. Lo abbiamo visto in occasione delle primarie: i cittadini credono in questo nuovo progetto perché hanno capito il percorso che ha portato alla sua costruzione e gli obiettivi da raggiungere. La scelta di fondare il PD su di un processo democratico è stata felice perché la gente è tornata ad essere protagonista nella scena politica. Sono convinta che con il PD inizierà veramente una nuova stagione per la politica italiana e per tutto il centro-sinistra, più unito e compatto.
Che ruolo hanno svolto le donne nella fase costituente del PD?
Le donne danno un contributo fondamentale in tutto quello che fanno. La loro forza, passione e professionalità sono ormai riconosciute in tutti i campi e sono convinta che, anche in politica, il ruolo delle donne si debba sempre più affermare. In ciò il PD si è voluto distinguere: l’Assemblea Costituente del partito sarà infatti formata al 50% da donne. Non era mai accaduto nella storia di nessun partito ed è un altro forte segnale di democrazia e partecipazione che il PD ha voluto dare. Per questo, le donne che hanno partecipato alla creazione del PD hanno dimostrato un grande coraggio e tanta voglia di fare e di proporre una politica più presente sul territorio. Noi donne ci siamo molto impegnate per raggiungere lo stesso obiettivo e abbiamo fatto tutto ciò che era necessario per il successo del PD. Va ribadito che la solidarietà che ci unisce in tante occasioni diventa la nostra forza.
Cosa pensa della politica dei leader e non dei progetti?
Il leader è un punto di riferimento. Il problema sorge quando dietro al leader non c’è un progetto politico che regge. Ecco quindi che la politica si svuota delle sue responsabilità e dei suoi compiti creando quella distanza che separa lo Stato dalla gente. Inoltre la politica vive in un’epoca mediatica, dove le tante apparizioni nei salotti televisivi spostano l’attenzione degli elettori dal progetto politico al politico di turno. I partiti hanno bisogno di partecipazione e di una leadership forte e condivisa, ma non basta un uomo di punta per governare. Sono infatti convinta che una buona politica abbia soprattutto bisogno di una squadra unita, capace di dare vitalità e snellezza al percorso intrapreso.
La partecipazione delle donne, in questo contesto, è agevolata ?
La partecipazione delle donne non è agevolata, è voluta. Questo è un concetto che voglio sottolineare. Noi siamo protagoniste e parte integrante di questo partito. Le donne hanno sempre incontrato tante difficoltà, in tutti i settori, in politica e nei ruoli dirigenziali in particolare modo. Col PD queste barriere contro le donne vengono a cadere e danno avvio ad una nuova fase, importantissima per noi donne.
Perché la politica è lontana dal comune sentire ?
La politica non riesce più a dare risposte concrete ai problemi quotidiani. C’è una tale sfiducia nella politica che diventa fondamentale recuperare il rapporto istituzioni-società civile. Per farlo era necessario mettere in campo un nuovo soggetto politico e per questo mi auguro che il PD diventi veramente la casa di tutti, un partito cha sappia garantire ampia rappresentanza agli elettori. La sensibilità e la concretezza delle donne aiuteranno nel raggiungimento di questo obiettivo. Certo c’è bisogno di lavorare molto, di stabilire forti sinergie e soprattutto di ascoltare per poi agire in modo mirato e razionale. Alla domanda “cosa rischiano le donne?” rispondo ‘molto’. Rischiano il fatto di mettersi in gioco. Quando le donne scendono in campo è difficile che lo facciano inconsapevolmente e se accettano gli eventuali rischi…significa che il raggiungimento dell’obiettivo finale è più importante dei possibili ostacoli durante il percorso.
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Clara Sereni, scrittrice con esperienze anche di amministratrice locale, è stata protagonista della nascita del PD. “E’ sta un’esperienza molto interessante e ho visto l’implosione delle vecchie organizzazione e anche delle strutture dei partiti. Il punto è come si ci si muove da adesso in poi, il momento è molto delicato perché Veltroni, e gli altri, hanno parlato parecchio di problemi molto importanti (dalla sicurezza, alle riforme istituzionali, alle tasse), ma poco e niente di come organizzare il partito. E rispetto a questo è indispensabile che arrivino molto presto dei segnali nella direzione del rinnovamento, evitando che tornino i vecchi apparati perché nella domanda di rinnovamento che il popolo delle primarie ha posto in maniera ultimativa c’è un rinnovamento prima di tutto delle. Se non si da una riposta su questo rischiamo un contraccolpo di delusione fortissimo. Non sono l’unica a dire che questa è l’ultima occasione, per me magnifica, e bisogna stare attenti a non sprecarla. Le magie non si possono fare, però certo dei segnali vanno dati e sono indispensabili. Una delle ragioni per cui nulla sarà come prima è nel 50% delle donne, su cui Veltroni si è impegnato anche per gli organismi dirigenti. E’ un’innovazione importante perché per ogni donna che c’è non c’è un uomo e quindi vale doppio! Penso che ci sia ancora bisogno di una specificità delle donne, non sono d’accordo con chi dice ‘facciamo una politica di tutti’, io penso che dobbiamo fare la politica di tutti più un pezzo”.
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