Noiuomini/6 - L’orgoglio del maschio fra paura e mistero. Intervista ad Eduardo Galeano
Angelucci Nadia Lunedi, 11/04/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2011
Un narratore, un visionario; uno che ci ha raccontato che l'utopia serve non tanto a realizzare un sogno o un'idea ma a farci continuare a camminare.
Non uno storico, né un sociologo, non un antropologo, né uno psicanalista; per discutere delle relazioni uomo-donna e verificare se davvero esiste una 'questione maschile' abbiamo scelto di parlare con Eduardo Galeano, scrittore capace di trascinarci nei meandri dei sogni più reali e delle realtà più magiche nel modo più potente e eversivo, come i grandi narratori latinoamericani ci hanno insegnato.
Il tema della prostituzione, fenomeno antichissimo, è scoppiato nuovamente in Italia con lo scandalo sessual-politico che ha coinvolto il Primo Ministro. Le donne e il loro comportamento sessuale e sociale sono sempre protagoniste quando si affronta questo fenomeno ma in realtà la prostituzione chiama in causa, o almeno dovrebbe farlo, ancora di più gli uomini, in quanto clienti. Da tutta questa situazione percepisco un'incapacità dei maschi di gestire in maniera paritaria la propria sessualità e le proprie relazioni con le donne. É proprio in questo senso che le chiedo se esiste una 'questione maschile'?
Chissà se il fatto di comprare una donna, anche sapendo che è una menzogna, anche se solo per un momento, non permetta a certi uomini di credere di salvarsi dalla 'paura' esistenziale che li assilla. Se lei è un oggetto, una 'cosa' che si può acquistare, o almeno affittare, smette di essere un pericoloso mistero. In questo mistero che sfugge alla comprensione risiede il nucleo di quella che tu chiami la 'questione maschile'.
Questa incapacità di gestire il 'mistero' scatena spesso la violenza...
Ecco perchè la violenza si moltiplica in tutto il pianeta, includendo, ovviamente, anche quei paesi che si autodefiniscono civilizzati. E gli uomini che uccidono dicono, o pensano: “L'ho uccisa perchè era una cosa mia”, utilizzando così anche la più ripugnante espressione della proprietà privata. Nemmeno l'uomo più virile ha l'onestà di confessare: “L'ho uccisa per paura”. Questa è la verità, occulta, umiliante per l'orgoglio del maschio dominatore e per tutto il suo sistema di simboli di potere: falli, missili, lance. Questa è la verità: la paura del maschio di fronte alla donna senza paura.
Questa paura di cui lei parla, ci dice che l'identità maschile è sempre più in crisi. Gli uomini sembrano bloccati nei loro ruoli tradizioni e in stereotipi che non corrispondono affatto ai loro reali bisogni e sentimenti. Ma da dove ha origine?
Uno dei miti più antichi e universali, che ritroviamo in luoghi anche molto distanti tra di loro, è il mito della 'vagina dentata': è presente in Scandinavia così come nel bacino amazzonico. Gli uomini temono che la donna sia il luogo in cui si entra ma non si esce, o perlomeno non si esce interi, uguali a prima. Io non credo nel racconto dell'invidia del pene, il mito che Sigmund Freud ha inventato per consolare noi uomini. Credo però nel mito della 'vagina dentata': leggenda che descrive e simboleggia il panico che noi maschi sentiamo di fronte al mistero che rappresenta la donna nell'atto sessuale. Nel momento in cui torniamo alle origini, in cui entriamo nel luogo da cui siamo venuti al mondo si affollano le domande: torneremo interi? Dove ci porterà questa selva impenetrabile che crediamo di poter penetrare? Saremo gli stessi dopo? Conserveremo la nostra integrità o ci faremo cambiare per sempre dall'incontro? La femmina che il maschio vorrebbe mangiare è la femmina che lo mangerà.
Finestra su una donna
Quella donna è una casa segreta.
Nei suoi meandri conserva voci e nasconde fantasmi. Nelle notti d'inverno riscalda. Chi entra in lei, dicono, non ne esce mai più. Io attraverso il profondo fossato che la circonda. In quella casa verrò abitato.
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