VIOLENZA SULLE DONNE: a Milano un’installazione che fa discutere
La «Maestà soffrente» vuole essere, nelle intenzioni dell'artista, una denuncia della violenza contro le donne: di fatto la “donna poltrona” di Pesce veicola un messaggio, ieri come oggi, sbagliato
Milano è in fermento per il Fuorisalone, una settimana ricca di eventi ed iniziative che rendono questa città ancora più dinamica, creativa, disordinata, folle e splendente.
Durante la Milano Design week è praticamente impossibile non essere coinvolti in qualcuno degli oltre mille eventi, esposizioni ed installazioni in giro per la città. Brera, Tortona, Porta Venezia, Lambrate, Porta Romana, Area Bovisa, Zona Sant’Ambrogio, sono numerosi i distretti cittadini coinvolti, che attirano tantissimi visitatori provenienti da ogni parte del globo.
Ed ecco che, proprio nel cuore della città lombarda, un’installazione dalle imponenti dimensioni fa a dir poco discutere.
Si tratta di un’enorme poltrona a forma di corpo di donna, trafitta da centinaia di frecce, attaccata da teste di belve e legata con una catena a una grossa palla. La «Maestà soffrente», si legge sui pannelli accanto all’installazione, opera di Gaetano Pesce, vuole essere nelle intenzioni dello stesso artista, una denuncia della violenza contro le donne, in tutte le sue forme.
La mastodontica installazione veicolerebbe dunque un messaggio di grande impegno.
«Ho fortemente voluto che fosse nel cuore di Milano. È il posto migliore per far discutere le persone. Il problema delle donne non riguarda una minoranza, ma metà della popolazione mondiale» Afferma l’artista in occasione dell’inaugurazione dell’opera, che resterà collocata in Piazza Duomo fino al prossimo 14 aprile.
E dunque a parte le discutibili “buone intenzioni” di denunciare la violenza sulle donne, l’artista è sicuramente riuscito a far parlare di sé e della sua opera, di oggi e di ieri.
L’installazione infatti è un omaggio alla poltrona Up5&6 che lo stesso artista ideò 50 anni fa. «E a distanza di 50 anni dalla prima Up5&6, la condizione femminile, non è migliorata, anzi semmai è peggiorata, anche se il futuro di questo mondo in crisi è nelle energie delle donne» afferma il noto designer.
Ma cosa si percepisce imbattendosi in una fotografia di tale installazione, o peggio ancora, ritrovarsi davanti ad essa, durante una passeggiata in Piazza Duomo?
Si percepisce ancora una volta una forma di violenza nei confronti delle donne.
La “donna poltrona” di Pesce, privata della testa, se 50 anni fa era accogliente e sinuosa, oggi in questa gigantografia in bella mostra in Piazza Duomo a Milano è trafitta ed inerme, circondata da teste di belve feroci, che rappresentano gli uomini che si macchiano di violenze.
La “donna poltrona” di Pesce veicola un messaggio, ieri come oggi, sbagliato, e se l’installazione, vuole essere una denuncia contro la violenza sulle donne, di fatto ne sembra proprio l’ennesima forma.
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