Lunedi, 25/09/2017 - "Avete tolto senso alle parole" è l'appello con cui la Cgil lancia una mobilitazione nazionale “per chiedere agli uomini, alla politica, ai media, alla magistratura, alle forze dell’ordine e al mondo della scuola un cambio di rotta nei comportamenti, nel linguaggio, nella cultura e nell’assunzione di responsabilità di questo dramma” sottolienando che “la violenza maschile sulle donne non è un problema delle donne”. Un appello "aperto a tutte coloro che vorranno aderire" e che sta raccogliendo numerose adesioni di intellettuali e nomi noti in vari campi, da Loredana Lipperini a Giusi Nicolini, da Geppi Cucciari a Loredana Lipperini, da Angela Finocchiaro a Luciana Castellina.
Il movimento 'NON UNA DI MENO' da tempo ha fissato una mobilitazione per il 28 settembre e sta raccogliendo adesioni da molte città in cui sono programmate manifestazioni contro la violenza sulle donne. Una doppia convocazione nazionale a breve scadenza che apre una polemica. Riportiamo il comunicato in cui il movimento spiega le ragioni del dissenso.
NON UNA DI MENO IN TUTTE LE PIAZZE
Mentre la Rete Non Una Di Meno sta organizzando per il 28 settembre decine di manifestazioni in Italia e nel mondo, la segretaria nazionale della Cgil Susanna Camusso lancia un appello per una manifestazione il 30 settembre sugli stessi argomenti.
Due manifestazioni ben distinte, anche se Susanna Camusso ricalca i temi sollevati nelle piazze da Non Una Di Meno. Lo fa in piena autonomia e in regale isolamento. Sotto al suo appello per il 30 settembre raccoglie firme di intellettuali e donne note, e naturalmente sfonda il muro di gomma degli organi di stampa. Gli stessi che sono stati colti di sorpresa il 26 novembre scorso, perlopiù ignorando la grande manifestazione che ha invaso Roma per dire basta alla violenza maschile sulle donne.
Non Una Di Meno è un movimento politico basato sull’autogestione, internazionale, che da novembre 2016 ha portato in piazza decine di migliaia di persone in tutta Italia sul tema della violenza maschile sulle donne come elemento strutturale della società.
Con le manifestazioni del 28 settembre, giornata internazionale dell'aborto libero, sicuro e gratuito, intende denunciare l'alto tasso di obiezione di coscienza che lede nei fatti il diritto di aborto in Italia. Solo una delle tante forme di violenza agita sulle donne, che alimenta quel substrato culturale che ha come conseguenza l'unica violenza che fa notizia: quella dei femminicidi e delle violenze sessuali.
La narrazione mediatica della violenza e la sua strumentalizzazione è il secondo tema della manifestazione del 28, quello che la CGIL ha apprezzato al punto da farne il focus della propria manifestazione. Libere e liberi tutti di manifestare sempre, ma il rischio di sovrascrittura da parte di un sindacato nazionale è altissimo. E la mossa politica non è passata inosservata a nessuno.
Mentre la segretaria nazionale della Cgil occupa il palco mediatico, Non Una Di Meno occupa il territorio. Cittadini e cittadine avranno ben due occasioni per farsi sentire. Ci vediamo in piazza.
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