Domenica, 09/06/2013 - La pièce teatrale “Murales” scritta da Milena Esposito e recitata da Giovanna Chirico e Caterina Salerno, con la scenografia di Letizia Caiazzo, comprende due monologhi che trattano il dramma della violenza nella coppia, da quella estrema, in dichiarata percentuale molto maggiore del maschio verso la donna, che giunge in alcuni casi sino al femminicidio, a quella più sottile, di carattere psichico che può essere effettuata dalla donna verso l’uomo. L’argomento affrontato, con un esercizio letterario forbito ed emozionante, dall’autrice è stato ben recitato dalle attrici che impersonavano una l’identità femminile e l’altra quella maschile, ma con una valenza femminile inevitabile dell’autrice ed anche simbolicamente evidenziata dall’identità della recitante!
L’aspetto femminile dell’uomo evidenziato anche nel personaggio dalla sua realtà di artista, ha rivelato il dramma della sua solitudine in un rapporto di coppia inappagante, con una donna che si realizza nell’essere madre, spesso frattale esistenziale essenziale che si chiude in sé, in un appagamento totale, esclude la capacità di creare un’unione vera, profonda con il suo compagno. Si innalza così quel muro di incomunicabilità sofferta di “Sartriana” memoria che può portare all’esasperazione.
Così quei Murales, mura di chiusura inutilmente “dipinte”, per il tentativo di simbolicamente abbatterle, dall’uomo artista, divengono simboli emblematici di una problematica sempre più grave. Il personaggio femminile, vittima di violenze fisiche deturpanti, difende e nasconde il comportamento del suo uomo sino all’estremo.
Ha coinvolto emotivamente anche la colonna sonora delle voci invocanti l’om, sacro mantra induista anche di valore meditativo.
L’arte di Milena Esposito con emozione ha riproposto questo argomento che tutte le istituzioni educative, formative, dovrebbero affrontare dall’inizio del percorso esistenziale, preparando già da bambini al rapporto maschio_ femmina, nel rispetto e nell’accettazione delle diversità, senza però crearne di inesistenti! E’ essenziale ricordare sempre che in ciascun essere esistono qualità femminili e maschili. Ridicolo ed ancor più deviante è voler costruire maschi duri, che non devono avere fragilità, devono nascondere emotività, o donne servili, sottomesse, non realizzate nel lavoro ed in attività culturali. Sono da ricostruire le due realtà di genere, in una visione finalmente paritaria che non preveda il dominio maschile che si realizza ormai solo con la forza fisica, o quella allenata per difesa dalla donna che si basa spesso su furbizia, falsità, dominio psichico.
Base delle locandine ed esposta nella scenografia l’opera artistica digitale di Letizia Caiazzo , che evidenzia, in un vortice di fragili voli di farfalle, una donna che si schermisce con le mani che sole tentano un volo impedito.
Volare non solo in sogni artistici, ma in realtà consapevoli, al di sopra di quotidianità avvilenti e troppo spesso drammatiche, è la speranza soprattutto di ogni donna che tenta di negare le violenze maschili perché madre per istinto, anche quando non ha portato in grembo, partorito e cresciuto con amore identità maschili.
Quattro donne diversamente impegnate in questa pièce teatrale su un argomento di estrema importanza………..la quinta ne scrive!
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