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Vieni a vedere dove crescono le zucchine

Vieni a vedere dove crescono le zucchine

Donne in campo - I bambini nelle fattorie didattiche: quando le aziende “rosa” diventano aule a cielo aperto dove si insegna educazione alimentare

Domenica, 27/10/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2013

Usano smartphone e tablet alla perfezione ma spesso credono che le zucchine crescano sugli alberi. I bambini di città oggi il più delle volte non si sono mai sporcati le mani di terra, sanno ben poco del mondo agricolo e tanto meno dell’origine del cibo che trovano in tavola. Eppure da tutto questo dipende la salubrità del loro regime alimentare, troppo spesso disequilibrato e eccessivamente carico di grassi. È per questo che sostituire la campagna con i banchi di scuola spesso diventa molto formativo e sono sempre di più le donne che hanno deciso di trasformare le loro aziende in fattorie didattiche, un risvolto dell’agricoltura sempre più diffuso che non a caso è prerogativa quasi esclusivamente femminile.

“In campagna i bambini scoprono un mondo nuovo e sconosciuto. Imparano a riconoscere gli animali e ad interagire con loro. Fanno esperienza della stagionalità dei prodotti e apprendono i segreti della vita contadina e delle tradizioni del proprio territorio”, ha detto Mara Longhin, presidente nazionale di Donne in Campo e imprenditrice agricola veneta che da 11 anni ha trasformato la sua azienda zootecnica in una fattoria didattica, con un progetto pilota della Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha poi aperto la strada alle tante altre aziende di questo tipo, che solo in Veneto sono 240.

Soltanto quest’anno la sua azienda ha ospitato 70 classi per un totale di 1.480 bambini dalla materna alle medie. “All’inizio è partita come un’attività episodica che prevedeva l’accoglienza di gite scolastiche. Oggi invece è diventato un aspetto interno alla programmazione didattica delle scuole, che quindi frequentano in modo regolare l’azienda, portando avanti corsi e laboratori complessi e articolati”.

“In un’ipotetica giornata-tipo, i bambini della scuola materna vengono accolti all’interno di una struttura in legno, studiata appositamente per loro, e poi cominciano a imparare giocando. Si può partire dalla stalla e dal riconoscimento dei vari cereali e delle leguminose per poi dar mangiare alle vacche e imparare a fare il formaggio insieme al personale dell’azienda”, ha spiegato la presidente di Donne in Campo. “Oppure si parte dalla spiga di grano, si macina il cereale e si impara a fare il pane. Tutte operazioni che portano a conoscere da vicino gli alimenti di tutti i giorni, imparando a distinguere anche tra un cibo sano e un altro meno sano”.

Uno degli aspetti più significativi della didattica in azienda, infatti, è costituito dalle potenzialità educative insite nelle attività agricole, che sono spesso la migliore occasione per ‘fare’ educazione alimentare a soggetti che appartengono a fasce d’età piuttosto delicate da questo punto di vista. Basti pensare che in Italia il 23,3% dei bambini dai 3 ai 6 anni è in sovrappeso o obeso. Percentuale che sale al 32,3 per cento nei bambini tra gli 8 e i 9 anni. E sono i numeri più alti d’Europa.

“È per questo che uno dei nostri obiettivi è proprio quello di avvicinare i bambini al consumo di frutta e verdura, gli alimenti normalmente più carenti nella loro dieta”, ha specificato la presidente dell’associazione femminile della Cia. “E abbiamo constatato che dopo che hanno imparato a riconoscere, a piantare e a raccogliere nell’orto le zucchine e le melanzane sono molto più disposti ad assaggiarle e a superare quel pregiudizio diffusissimo tra i ragazzi contro gli alimenti sani della nostra terra”.

Quindi soprattutto educazione alimentare, ma non solo. In azienda si impara anche a rispettare l’ambiente, la natura e gli animali. “E più in generale si fa esperienza del rispetto per le persone e le cose. Sapere che dietro il formaggio che troviamo sulle nostre tavole c’è un lavoro quotidiano che va dalla mungitura mattutina al pascolo fino al processo di trasformazione educa al rispetto del cibo e del lavoro di chi lo produce. È per questo che l’esperienza della fattoria didattica è in grado di offrire un insegnamento completo, non settoriale, capace di coinvolgere a 360° gli studenti, che dimostrano sempre una grande partecipazione emotiva nei confronti di queste esperienze”.





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