I nostri figli/2 - Il secondo intervento sul significato dei disegni dei bambini, che ci aiuta a comprenderne meglio i desideri, le paure, i conflitti
Baldassarre Bruna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2006
Il disegno non è solo un gioco liberatorio e simbolico, ma è indispensabile per strutturare la personalità. Il vero significato del disegno infantile è di evidenziare le opportunità offerte dall’ambiente. Disegnare è anche esternare tutto ciò che non si può più tenere, come la rabbia o una pressante emozione. In questo senso la proiezione è preceduta dal meccanismo dell’introiezione, cioè l’incorporazione del “buono”. Esternare attraverso il disegno vuol dire anche sublimare, attraverso un uso costruttivo della propria energia, tenendo a bada i pericoli che minacciano l’Io. Per esempio, nel disegno pubblicato, di una bambina di tre e mezzo, il cane (che digrigna anche i denti), rappresenta le sue parti aggressive e rimosse. Inconsciamente molto attaccata al padre vorrebbe sia “eliminare” la rivale (la madre), sia tenere a bada i propri impulsi, così tutto ciò è vissuto simbolicamente attraverso il disegno. L’impedimento consiste nel rapporto di tipo esclusivo col padre e, la bambina, attraverso il disegno riesce a compiere due operazioni: spostare la sua rabbia su un oggetto, che può agirla senza distruggere nessuno. La bambina passa da una meta socialmente proibita, la fantasia di assumere il ruolo della mamma, a quella socialmente accettabile dello spostamento nel disegno, attraverso una sublimazione riuscita.
La proiezione può essere analizzata attraverso quattro livelli: 1.espressivo, 2.stilistico o proiettivo, 3. narrativo, 4.livello dei rapporti tra disegno e inconscio.
1. Livello Espressivo: consiste nell’analisi del tratto e del suo rapporto con lo spazio. I mezzi per rappresentare lo spazio sono la linea dritta, -razionalità-, o curva –flessibilità-. L’intensità del tratto rappresenta l’energia del bambino: il tratto pesante esprime la mancanza di controllo degli impulsi, mentre il tratto debole, una timidezza o inibizione. Così la linea: continua è decisione o imposizione e discontinua, inibizione. L’ombreggiatura ha a che fare con l’ansia. Lo spazio rappresenta la comunicazione con l’ambiente nel quale la persona agisce. L’ansia per lo spazio bianco si evidenzia attraverso omissioni, cancellature, spezzate, tempo eccessivo di realizzazione. I bambini timidi utilizzano una quantità minima dello spazio, mentre i bambini con necessità di autoaffermazione possono sconfinare dai margini del foglio. Ogni parte del foglio (il foglio diviso in quattro quadranti secondo le mediane) ha un significato preciso, che ne assume uno più determinante dopo l’età scolare. La zona inferiore del foglio esprime concretezza, istintualità, depressione; la zona superiore esprime vita immaginativa, sogni, ideali; la zona sinistra il lato materno, il passato, la dipendenza, la regressione; la zona destra il lato paterno, l’avvenire, l’attività, la progressione. Per il bambino mancino la sinistra deve essere letta come destra e viceversa.
2. Livello stilistico o proiettivo, riguarda lo stile del disegno, che prima di essere tradotto graficamente è frutto di una sorta di rifrazione nella mente del bambino. Una disposizione affettiva coinvolgerebbe l’intero disegno in una visione del mondo secondo due tipi opposti di personalità: “razionale” e “sensoriale”. Nel primo prevale la forma stereotipata, rigida, nel secondo la spontaneità, il movimento, il colore e il calore nei rapporti.
3. Livello narrativo: La finalità del disegno è la comunicazione. Si può distinguere un contenuto manifesto e uno latente, anche quando il bambino dà una spiegazione ovvia. Attraverso la rifrazione che avviene nella mente del bambino, c’è una ricostruzione originale dovuta a un’elaborazione soggettiva e complessa della realtà, che esula dalla sua spontaneità, una pura rappresentazione mentale, una sorta di modello interno, che si distingue da tutto il resto.
4. Livello dei rapporti tra disegno e inconscio: riguarda il punto di vista strutturale (la forma delle rappresentazioni e il loro tipo di organizzazione) e quello dinamico, cioè la vita istintiva del bambino e le ragioni della rimozione, in sintesi, tutti i desideri e i conflitti più profondi.
(8/8/2006)
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