- Il libro di Alma Daddario "Strani frutti" e le storie multiformi di vite verosimili
Bartolini Tiziana Sabato, 31/01/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2015
Sono spesso fulminei, talvolta imprevedibili, sempre sorprendenti i racconti e i personaggi del volume di Alma Daddario, che prende il titolo dalla prima storia: Strani frutti. Parla di una sorta di “miniaturizzazione dell’immagine” il commento di Dacia Maraini, che efficacemente aggiunge “sembrano divertirsi a saltare dallo stile diaristico a quello fantastico, dalla cronaca al noir più tradizionale”. Le pagine scorrono velocemente e in venti ‘quadri’ le scene si susseguono offrendo particolari angolature di situazioni difficili - Beatrice, la mamma della giovane Cecilia uccisa da un fidanzato geloso - o scabrose - il sogno premonitore di Benedetta che drammaticamente si avvera - o improbabili - la lucertola delle scarpe che parla a Artemisia Fagotti in una notte magica -. Il filo conduttore di tanta fantasia si ispira alla vita nel suo svolgersi multiforme e intermittente, mai lineare e prevedibile, raramente a lieto fine. “È come se questi racconti potessero essere dei semplici spaccati su realtà possibili: silenziosi, senza commenti, disincantati, e intimamente rispettosi” scrive Aldo Carotenuto nella prefazione. E non si può non essere d’accordo.
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