Bioetica - Veterinarie: abbiamo in comune l’amore per la professione
Perché non creare un PUNTO DI ASCOLTO ROSA?
Veronica Sessa Domenica, 14/04/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2013
Nel novembre 2011 nasce la Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Salerno. Le donne veterinario che la compongono rappresentano le varie branche della professione e tutte sono animate da uno spirito di aggregazione e di dono di se molto forte.
Il primo incontro formale avviene il mese successivo. Non si trattava né di un incontro di lavoro, né di un tè tra amiche. Eravamo lì per comprendere, condividere, ma soprattutto dare inizio ad un cammino comune, seppur nuovo e per noi del tutto inesplorato. Superato il primo imbarazzo, ed effettuate le presentazioni di rito, iniziammo a conoscerci, informandoci l’una degli interessi e degli ambiti di lavoro delle altre. Eravamo sette donne, con interessi di massima più o meno simili, ma con un’unica, vera, grande passione in comune: l’amore per la propria professione.
Di lì, fu a dir poco semplicissimo continuare a discorrere, sulla scia di background personali legati ad esperienze lavorative di ciascuna.
Gli incontri successivi, che avvenivano a cadenza mensile, pur senza un preciso ordine del giorno, ci furono tuttavia utilissimi a completare quella conoscenza necessaria a ciascuna di noi.
Il primo input lavorativo arrivò quando una collega, esterna alla commissione, letto della nostra esistenza sul sito dell’Ordine, ci espose il suo caso di disagio sul luogo di lavoro, causato da “mobbing”. Perché non creare un PUNTO DI ASCOLTO ROSA?
Un recapito telefonico, reperibile sul sito dell’Ordine, a disposizione dei colleghi e delle colleghe che vivono disagi legati al mondo professionale.
Nessuna di noi si erge a professionista del settore, ma va da sé che la comunicazione, la disponibilità all’ascolto, possono essere il primo passo verso la risoluzione di un problema.
Noi veterinari abbiamo sviluppato una peculiare caratteristica, che a mio avviso, è un gran pregio: osservare, ascoltare, dedurre. Osservare il proprietario, ascoltarlo mentre riferisce del suo animale, avvicinarci a lui prima ancora dell’animale, e poi cercare di interpretare i problemi dell’animale, tutto questo stimola e rafforza le capacità all’ascolto e all’osservazione.
Ecco che allora l’ascolto, anche tra colleghi, diviene fonte di legame, di feeling, e perché no, di soluzione del problema.
La nostra attenzione fu poi attirata da un argomento comune a tantissime donne: lavoro e famiglia, lavoro e figli, lavoro e gravidanza, lavoro e rischi professionali.
La nostra è una professione fantastica, ricca di soddisfazioni, carica di emozioni, ma alle volte rischiosa.
Rischiosa sia da un punto di vista fisico, psichico, che sotto il profilo biologico.
Così, con impeto e impulsività, venne fuori il titolo del Convegno che abbiamo organizzato: “I RISCHI PROFESSIONALI NELLA MEDICINA VETERINARIA”.
L’uomo e la donna sono diversi, in tutto.
Sono diversi fisicamente, emotivamente, nel modo di approcciare le cose, e spesso anche nelle conclusioni da trarre. Questa diversità così profonda, se da un lato ci completa, dall’altro ci pone agli antipodi.
La professione del Medico Veterinario, fino a qualche decennio fa, era appannaggio solo ed esclusivamente del genere maschile.
Oggi invece la situazione si è radicalmente capovolta, portando le donne in una posizione di ribalta e assoluta maggioranza rispetto ai colleghi uomini.
Le motivazioni sono tante, ma una su tutte è indubbia: una progressiva e crescente sensibilità verso gli animali, che trova nell’animo femminile una naturale collocazione.
Questo, chiaramente, ha anche invogliato molte donne, ad interessarsi e a lavorare nel mondo della zootecnia, con gli animali da reddito.
Il lavoro di stalla non è certo una passeggiata per una donna!
Si lavora alle intemperie, con animali di grossa mole, ed alle volte risulta veramente dura.
Una donna che sceglie un tipo di lavoro del genere conosce i rischi cui va incontro, ma ciò non vuol dire che ella non debba essere tutelata in particolari frangenti della sua vita, come la gravidanza.
Il lavoro di squadra ci ha rese più forti, e l’inesperienza nel non aver mai organizzato un convegno ci ha unite ancor di più.
Il convegno si è svolto nell’assoluta consapevolezza che tutti i medici veterinari fanno un lavoro rischioso, ma che le donne veterinario hanno esigenze particolari, che non vanno sottovalutate, bensì comprese e rispettate, nella misura in cui la stessa professione le vede sempre più protagoniste di scena. Oggi mi sento di affermare che di quel primo incontro formale e quasi imbarazzante non c’è proprio più nulla. Ci sono solo sette amiche, donne, colleghe che impegnano le loro energie affinché temi di natura delicata, alle volte scottante, vengano affrontati con quella naturale delicatezza e sensibilità di cui solo le donne dispongono.
di Veronica Sessa, Presidente della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Medici Veterinari della prov. di Salerno
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