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Verso un’ottica di genere

Verso un’ottica di genere

Solo l’assunzione di un’ottica di genere, attraverso la considerazione della diversa specificità ed i diversi bisogni delle donne e degli uomini, permette di programmare e di valutare politiche ed interventi rivolti ad entrambi i generi, offren

Mercoledi, 26/09/2012 - Uomini e donne svolgono ruoli diversi con aspettative ed opportunità diverse. I nostri sistemi sociali invece si comportano in modo uguale nei loro confronti, senza tener conto dei fattori che derivano dallo diversità ed in questo modo perpetuano la disuguaglianza fra i generi.

Per eliminare le discriminazioni che ancora permangono tra le donne e gli uomini è necessario assumere un’ottica di genere, con cui analizzare ed affrontare le condizione e le esigenze delle donne e degli uomini, evidenziandone le differenze legate al genere.

Secondo la definizione del Consiglio Economico e sociale delle Nazioni Unite l’ottica di genere è una strategia per far sì che i punti di vista e le esperienze delle donne, come quelle degli uomini, siano parte integrante per il progetto, la realizzazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche e dei programmi in tutte le sfere politiche, economiche e sociali.

L’ottica di genere è quindi una metodologia più che un insieme di contenuti.

Essa permette di ridurre le discriminazioni fra i sessi e di diminuire le differenze di impatto che politiche, a prima vista neutrali, hanno sulle donne e sugli uomini, proprio attraverso la considerazione della diversità dei loro bisogni ed obbiettivi, attraverso l’analisi della loro attività ed attraverso l’osservazione delle ricadute che determinati interventi possano comportare sugli uomini e sulle donne.

Assumere un’ottica di genere significa perciò analizzare ed agire in qualunque contesto, sia esso il welfare, il lavoro, la politica, l’istruzione, la medicina, etc. secondo una prospettiva in grado di cogliere le diverse specificità ed i diversi bisogni di entrambi i generi e poter programmare interventi opportuni per entrambi, offrendo a tutti le stesse opportunità e rendendoli fruitori degli stessi benefici. L’assunzione di questa prospettiva, permettendo di analizzare gli squilibri tra uomini e donne, ci offre anche la possibilità di valutare come la società abbia influenzato tali anomalie, per poterle poi combattere.

Poiché le rappresentazioni sociali sono il frutto del presupposto ideologico di una determinata cultura di un certo periodo, esse, infatti, non sono immutabili, ma sono contingenti e soggette al cambiamento. Ogni costruzione sociale e, quindi ogni dissimmetria, può e deve essere decostruita per liberarci da ogni tipo di stereotipo.

In questo contesto entrambi i generi devono essere liberati da quelle sovrastrutture socio-cultuali che li hanno rigidamente definiti, anche perché gli improvvisi e repentini cambiamenti, che hanno investito tutti gli ambiti, per la maggior istruzione delle donne, per il loro ingresso massiccio nel mondo del lavoro, per le trasformazioni della famiglia tradizionale, per la longevità, per la richiesta di risposte a nuovi e diversi bisogni, hanno messo in crisi la tradizionale rappresentazione sociale dei generi ed impongono una loro revisione secondo una logica di parità.

Un estratto dall’ebook di Noemi Di Gioia “ Uguaglianza o differenza di genere? Un saggio scritto per le donne ma soprattutto per gli uomini”, Editore: ePubblica, 2012, ISBN: 9788897849070

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