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Verità sulla violenza. Il nostro obiettivo è l'uguaglianza sostanziale

Verità sulla violenza. Il nostro obiettivo è l'uguaglianza sostanziale

Emilia Romagna - La violenza, da quella psicologica od economica sino al femminicidio, costituisce l’estrema evidenza della patologia di un sistema sociale discriminatorio

Mori Roberta Domenica, 24/11/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2013



Una premessa culturale è d’obbligo, anche per noi donne. La violenza, da quella psicologica od economica sino al femminicidio, costituisce l’estrema evidenza della patologia di un sistema sociale discriminatorio che si fonda da molti secoli sulla marginalizzazione della soggettività femminile. Quando la donna afferma la propria soggettività, quasi sempre uscendo da ruoli e schemi precostituiti, provoca una reazione sociale stigmatizzante. Tale reazione varia come ovvio a seconda del contesto più o meno evoluto, può andare da una diffidenza strisciante ad una censura violenta; certo è che il fenomeno della violenza di genere è sociale tout court, non solo per gli effetti che produce ma, prima, per le cause che lo determinano. Lo squilibrio di potere nella relazione tra uomini e donne lo alimenta ogni giorno, nelle case e nelle famiglie, nei luoghi di lavoro e in ogni organizzazione collettiva. Se vogliamo davvero risolvere questo drammatico problema dobbiamo uscire dall’ottica della sola emergenza così come della colpevolizzazione individuale e farcene carico – politicamente – insieme.

Quando in ottobre a Montecitorio ho partecipato all’audizione sul decreto per la sicurezza contro la violenza di genere, diventato legge sul filo di lana e solo grazie alle nostre rappresentanti istituzionali, ho portato questa visione parlando a nome degli organismi di pari opportunità delle Regioni italiane. In virtù di un lavoro di confronto e scambio tra politica, associazioni femminili e società civile che sta crescendo non solo in Emilia-Romagna ma su tutti i territori e a livello nazionale, chi oggi decide e fa le leggi non può più ignorare ciò che serve, vale a dire un terreno comune di norme che guidi l’azione integrata di soggetti e istituzioni che per ruolo, per competenza, per storia e per cultura siano dedicati a tradurre nella quotidianità il NO alla violenza di genere. Il tempo della retorica e dei provvedimenti tampone è finito. In altre parole l’attuazione della Convenzione di Istanbul è appena cominciata!

C’è solo un modo per spezzare l’inerzia di un sistema miope, debole nel realizzare il più alto degli orizzonti costituzionali, ovvero l’uguaglianza sostanziale: si tratta di una normativa quadro che inserisca nel sistema stesso correttivi democratici e misuratori d’uguaglianza così che – per capirci – sia sancito ed esigibile il diritto delle donne alla parità retributiva e all’appropriatezza della cura, il diritto all’eleggibilità paritaria negli organi istituzionali e ad una comunicazione pubblica rispettosa delle differenze. Il progetto di legge quadro attualmente al vaglio dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna non è altro che la declinazione territoriale di uno strumento che dovrebbe porre le politiche di genere, di parità e antidiscriminatorie a fondamento del nostro Stato di diritto. Concludo con un paio di notazioni che ritengo essenziali. Nessuno pensi che si eluda il tema delle risorse, anzi, una legge serve a “ipotecare” gli stanziamenti in bilancio nel medio-lungo periodo sulle varie misure, sottraendo alla volontà politica del momento il finanziamento, ad esempio, dei centri antiviolenza che assistono, tutelano e accompagnano le donne in un loro percorso di autonomia. Nessuno pensi, infine, che le Regioni e i Comuni italiani accettino o siano in grado di affrontare gli effetti pratici di problematiche così gravi in mancanza di una strategia nazionale, in solitudine e oltre tutto nella mortificazione di tagli continui che non colpiscono i veri sprechi, ma rischiano di rappresentare come sprechi le politiche più efficaci di prevenzione e contrasto alla violenza di genere.



Roberta Mori, consigliera PD, presidente Commissione regionale per la Parità



(Redazionale)


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