Sabato, 04/09/2021 - E’ mancata alla vigilia di ferragosto scorso, Piera Degli Esposti, ma di sicuro la sua grande arte recitativa tra teatro d’elezione e cinema d’autore, lunga mezzo secolo, rimarrà nella memoria di molte persone che l’hanno seguita, nel tempo. Ed oggi la 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica le ha reso un affettuoso e sentito omaggio tra ricordi, riflessioni e testimonianze in diretta e su schermo presso l’Italian Pavilion dell’Excelsior cui han partecipato, fra gli altri, il presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto, Giorgio Gosetti (Delegato generale delle Giornate degli Autori), Laura Delli Colli (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani), Piera Detassis (David di Donatello), Gian Luca Farinelli (Cineteca di Bologna) Francesco Rutelli, Presidente dell’ANICA che ha dichiarato come... ”da questo laboratorio di idee scaturiranno altre iniziative per lei”.
Era presente anche il fratello dell'attrice, Franco degli Esposti, che ha portato il suo contributo con molta commozione ed ammirazione per una sorella che... ” ha conservato tutti i suoi copioni (che) son campi di battaglia” e da cui, probabilmente, scaturirà un docu sull’attrice, una specie di costruita autobiografia ‘a posteriori’.
Donna di carattere, oltreché vero ‘character’ – giocando tra significato e significante, tra lingua italiana ed inglese - ha attraversato con passo incancellabile la storia culturale del nostro Paese, grazie a ‘performances’ teatrali uniche per registi come Scaparro, Sequi e Castri e cinematografiche per artisti come Luigi Zampa – con cui debuttò – i fratelli Taviani, Pier Paolo Pasolini (un ruolo in "Medea" – lui diceva che lei non aveva la ‘faccia da attrice!) Marco Ferreri, Lina Wertmüller, Nanni Moretti, per non ricordarne che alcuni.
E piace qui ricordare quanto la sua sensibilità di interprete sia stata indimenticabile ne “Il divo”, di Paolo Sorrentino, del 2008, su una ‘tranche de vie’ di Giulio Andreotti: lei interpretava Vincenza Enea, la segretaria di una vita del politico, che vive, soffre e fugge da lui, con la morte nel cuore, dopo tanti anni di vita vissuta insieme quasi in simbiosi, quasi una seconda moglie morganatica, come quasi simbiotico fu il filo rosso che la legava a Toni Servillo-Andreotti nel film, perfettamente ‘magico’.
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