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VENEZIA 78 - Classici fuori Mostra del Cinema

VENEZIA 78 - Classici fuori Mostra del Cinema

La seconda edizione dell'evento presenterà tredici classici recentemente restaurati al Teatro Piccolo Arsenale dal 4 al 20 agosto 2021

Lunedi, 02/08/2021 - La seconda edizione della fortunata e già rodata rassegna cinematografica Classici fuori Mostra, organizzata dalla Biennale di Venezia, si terrà nella città lagunare dal 4 al 20 agosto al Teatro Piccolo Arsenale: è un importante anticipo, grazie ai capolavori del passato presentati, della 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica che avrà inizio il primo settembre al Lido per concludersi l’11 settembre 2021, sempre diretta da Alberto Barbera.

Saranno presentati, dunque, tredici classici recentemente restaurati dalle principali cineteche di tutto il mondo, in versione originale sottotitolata in lingua italiana. Particolari facilitazioni saran applicate per gli studenti: i giovani è giusto, infatti, che abbiano un approccio più che mai ravvicinato con il grande cinema internazionale del passato, maestro di quello del presente e del futuro.

Grandi, grandissimi i cineasti riproposti ‘al meglio’: tra essi – si va da Pietro Germi a Jean-Pierre Melville, a Fritz Lang a Sidney Lumet a Scorsese, per non citarne che alcuni.
Ma preme, in questa sede, ricordare in modo peculiare due pellicole, quella di Pietro Germi, SEDOTTA E ABBANDONATA, del 1964 ed il più tardo DEN MUSO (LA RAGAZZA), di Souleymane CISSÉ, grande cineasta del Mali, del 1975, basato su di una tematica simile, pur proposta secondo una cifra stilistica ben diversa, temporalmente e per cultura e civiltà, a quella del capolavoro di Germi, una co-produzione italo-francese che lo precede, come detto, di 11 anni.

SEDOTTA E ABBANDONATA, aprirà la rassegna il 4 agosto.
I protagonisti sono, oltre a Stefania Sandrelli che con il precedente, sempre di Germi, Divorzio all'italiana, del 1961 e questo ottenne la consacrazione come ‘star’ prima di avere compiuto vent'anni, gli eccellenti Saro Urzì, Aldo Puglisi,Lando Buzzanca, Leopoldo Trieste, Rocco D’Assunta, Lola Braccini, Umberto Spadaro, tutti attori di altissimo livello, già allora, molti provenienti dal grande teatro italiano del periodo.

Della sua opera Germi, uno dei più grandi Maestri del Cinema Italiano del secolo scorso, purtroppo ad oggi ‘molto dimenticato’, ebbe a dire: “Io trovo che il mio non è nemmeno un film molto siciliano, il film trae spunto dalla realtà siciliana, ci affonda dentro con tutte le radici per mirare a un significato assolutamente simbolico che è proprio quello dell’alienazione, cioè è la rappresentazione di uomini alienati da un mito
che in questo caso è quello dell’onore, che in altri casi può essere un altro mito, la Patria, il Denaro, la Religione, non lo so, ce ne sono tanti (...)”.

Di DEN MUSO (LA RAGAZZA), interpretato da Dounamba Dany Coulibaly ebbe a dire, con certo lirismo, Frédéric Bonnaud, il critico e direttore della Cinémathèque française :
“Den Muso è primo lungometraggio di un grande cineasta. L’eterna storia della giovane violentata, messa incinta e abbandonata è d’una tristezza straziante, e il film svela meccanismi sociali – e religiosi – così inestricabili che il peggio è sempre assicurato. Su questa dichiarata trama da melodramma classico, Cissé mostra con precisione documentaria un Mali che si sta urbanizzando a tutta velocità ed il crescente divario tra la grande borghesia delle ville, la gioventù delle strade di Bamako e le viuzze terrose del paese di un tempo. Film aspro e disperato, nel quale niente è meno certo del minimo miglioramento, Den Muso segna anche il primo affiorare di una scrittura cinematografica assolutamente singolare, che all’asciuttezza della constatazione sociale unisce l’ode all’infinita bellezza del mondo”.

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