Venerdi, 10/09/2021 - Con la direzione scientifica di Gabriela Belli e la curatela di R.Echols, F.Ilchman, G. Matino e A.Bellieni è iniziata da poco VENETIA 1600. Nascite e Rinascite, la mostra che celebra la storia della Serenissima dalla sua Fondazione all’ultima Acqua Granda – quella stupenda maledizione che la destinerà all’apoptosi, prima o poi, se non si decideranno a rendere il costosissimo Mose un qualcosa di veramente salvifico, nei confronti della bella eterna Signora dell’Acqua, madre per sempre di arte e storia come poche altre città al mondo.
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E così Venezia celebra i suoi primi 1600 anni con una monumentale mostra- ‘mise-en-scène’– è il caso di dire – nel luogo simbolo del potere e della gloria della Serenissima: il Palazzo dei Dogi in Piazza San Marco.
Sorta di grande e sorprendente racconto illustrato attraverso i secoli, l’evento, promosso dalla Fondazione Musei Civici di Venezia si propone il difficile ma entusiasmante compito di raccontare – attraverso oltre 250 opere d’arte, manufatti antichi e documenti rari – le occasioni, i luoghi, i monumenti e i personaggi che hanno segnato la storia di Venezia, scegliendo un inedito punto di vista, quello degli innumerevoli momenti di crisi e rotture e delle altrettante rigenerazioni e rinnovamenti che hanno segnato la sua splendida e dolente esistenza.
Lungo le dodici sale temi ed episodi salienti sono scanditi dalle opere dei massimi artisti, architetti e uomini di lettere attivi in laguna nell’arco di quasi un millennio. “Nascite e rinascite”: tappe salienti della storia e dell’identità di Venezia più e più volte chiamata a ridisegnare il suo futuro ed a ripensare un suo destino, testimoniate dalle opere e dai documenti dei massimi artisti che in laguna hanno operato nell’arco di quasi un millennio – Carpaccio, Bellini, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Tiepolo, Rosalba Carriera, Guardi e Canaletto, fino a Canova, Hayez, Appiani,Tiepolo; e, più ‘tardi’, Pollock, Vedova, Tancredi, Santomaso – complice una Peggy Guggenheim oltre le righe – ma anche di tanti architetti, talentuosi uomini d’arte, letterati e musicisti che hanno accompagnato il suo divenire.
Le circa 300 opere in mostra provengono da musei e collezioni private italiane, e per la maggior parte dal patrimonio storico-artistico e culturale di musei, chiese, biblioteche e archivi veneziani, primo fra tutti quello delle collezioni dei Musei Civici di Venezia.
Le 12 sale che le espongono sono: 1) Introduzione; 2) La città eletta; 3) Regina del mare; 4) La città dei mercanti;5) Renovatio Urbis: Andrea Gritti e gli architetti; 6) L’incendio di Palazzo Ducale del 1577; 7) La peste - 1576 e 1631; 8) Settecento: gloria e caduta della Serenissima; 9) Ottocento, rivoluzione e unificazione; 10) La capitale dell’arte contemporanea; 11) Acqua Granda, 1966 e 2019; 12) Venezia e il futuro.
Un percorso incalzante e intenso, dunque.
Tutte le arti, compresa la decima musa, sono state chiamate a raccolta per ripensare ai sedici secoli della Serenissima, tra trionfi e domini, di terra e di mare, grandezza e bellezza, ma anche tra incendi, sconfitte militari e pestilenze, fino all’Acqua Granda del novembre 1966 – la stessa che distrusse Firenze - e quella, del 12 novembre 2019, rappresentate simbolicamente in mostra dall’opera “The Raft –La zattera”, straordinario ‘cameo’ dell’artista multimediale di fama mondiale Bill Viola.
L’ultima sala è un invito alla riflessione sul futuro, sulla salvaguardia del patrimonio di questa città e sulla ricerca della sostenibilità grazie ad un’installazione nata dalla collaborazione tra la stessa Gabriella Belli e Studio Azzurro.
Sullo sfondo liquido che avvolge Venezia in ogni fase della sua vita, emergono le tante voci delle persone – intellettuali, tecnici, studenti – che si interrogano sul futuro della città: un canto/controcanto di riflessioni, idee e stimoli per guardare ‘oltre’.
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