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VARESE / Uno statuto integralista. L'appello

VARESE / Uno statuto integralista. L'appello

Abbiamo appreso con preoccupazione della proposta dei gruppi consiliari del Pdl e di Alleanza Nazionale, in discussione giovedì 28 ottobre, al consiglio comunale di Varese, di apportare una modifica allo statuto comunale che va nelle direzione di i

Lunedi, 25/10/2010 - Siamo donne impegnate nella società, nella scuola, nella politica, nell’amministrazione della cosa pubblica, nelle associazioni di volontariato, che provengono da culture diverse ma tutte convinte che alla base della convivenza pacifica e civile di una comunità ci debbano essere i diritti delle donne, voluti, discussi e conquistati in Italia negli ultimi 30 anni da un’ampia cerchia di donne molto diverse tra loro, sia credenti che non credenti.



Abbiamo appreso con preoccupazione della proposta dei gruppi consiliari del Pdl e di Alleanza Nazionale, in discussione giovedì 28 ottobre, al consiglio comunale di Varese, di apportare una modifica allo statuto comunale che va nelle direzione di inserire una precisa visione etica integralista sulla vita e il fine vita, quando è noto che in Italia ci sono opinione molto diverse e un dibattito acceso e tuttora aperto sulle questioni cosiddette etiche.





Inoltre ci preoccupa che, sempre nell’intento dei due gruppi consiliari comunali, si vogliano proporre presenze unilaterali di sostegno alla vita all’interno dei consultori pubblici, presenza dissuasoria, giudicante e fuorviante rispetto all’insindacabile decisione della donna di interrompere o meno la gravidanza.





Riteniamo queste manovre e queste prese di posizione all’interno degli spazi pubblici, che devono rispondere solo all’applicazione di leggi condivise dello stato, come la 194, fortemente lesive del principio di autodeterminazione femminile e per nulla vicine alla tutela della maternità.





La maternità e la paternità vanno aiutate con misure economiche, sociali, politiche e culturali che diano risorse alle strutture pubbliche per diffondere e promuovere comportamenti responsabili sulla sessualità degli uomini e delle donne, sulla genitorialità e sulla condivisione collettiva della cura dei minori.





Porteremo a conoscenza dei media, attraverso molteplici mezzi di comunicazione, questi propositi che riteniamo pericolosi, perché modifiche di statuti comunali e iniziative di questo tipo sono inquietanti segnali di una volontà politica di passare sopra le teste delle cittadine e dei cittadini, e di modificare d’autorità leggi dello stato, come la 194.





Per adesioni mandare una mail a alberoantonia@yahoo.it





Prime firme

Monica Lanfranco, rivista Marea,

Paola Lanzon, presidente del consiglio comunale di Imola e referente coordinamento donne Uisp nazionale

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