Spigolando tra Terra, Tavola e Tradizioni - Uve di tutti i colori e di tante forme... Ricette: Mosto cotto e Ciambelline al vino
Ortensi Paola Venerdi, 14/09/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2012
Nascosti sin dall’inizio tra le foglie della vite, i piccoli grappoli di un verde uniforme, di mese in mese si mostrano sempre più corposi. L’uva, ora che è settembre, matura offrendosi nella sua vanitosa bellezza. La gamma di tonalità è infinita. Per le uve bianche abbiamo gradazioni di gialli, i marroni chiari, dorati e sfumature tenui di verdi morbidi o brillanti. Per le uve nere non si risparmia la tavolozza di rossi, bordò, viola, neri o rosé. Opache o splendenti le uve ci attraggono, vellutate sculture dai chicchi tondi oppure ovali tozzi, lunghi, esili o grassocci. Ogni grappolo è un disegno unico. In quella da vino, ogni acino si stringe all’altro e tutti insieme al graspo, ossatura da difendere fino al distacco della vendemmia. Eccola, poi, l’uva da tavola: chicchi ballerini che ammiccano per farsi staccare e gustare immediatamente, magari offerta con garbo su un letto di foglie. Allegoria tutta femminile, l’uva è annebbiata dal vino, irriconoscente e vanitoso figlio. Eppure il vino, nella sua corsa sfrenata alla ricerca d’apprezzamento, di madri ne vuole due o più, nascondendo dietro la parola uvaggi doppie e triple maternità portatrici di vitigni, d’uve diverse e dai diversi profumi e delicati o forti sapori. L’uva nella vigna si adorna di pampini e di grandi foglie che la proteggono la vestono, l’ornano, e l’accompagnano fino al distacco. L’uva che più gode il sole più sarà ricca di zucchero e donerà vini ad alta gradazione, figli forti e pronti a una lunga vita. O, felice, regala il vino novello fresco e sfuggente a ogni invecchiamento. C’è l’uva e, anche, l’uvetta: spina, fragola, passa o sultanina. Nelle notti dell’ultimo dell’anno per tradizione ne consumeremo fresca o appassita 12 chicchi a ricordo dei mesi. L’augurio è avere soldi tutto l’anno. Esopo in una delle sue favole più famose (La volpe e l’uva) narra che una volpe, non potendo raggiungere l’uva perché troppo alta, dichiara di non volerla perché non ancora matura, decretando per sempre come sia facile disprezzare quanto non si può avere. Suggeriamo tavole imbandite dove ogni vino sul tavolo sia accompagnato dalla sua madre uva per nobilitarne nascita ed estrazione. Bellezza e gusto da mettere in mostra per brevi giorni, quasi una magia. E su quel tavolo, ancora, formaggi con mosto cotto e ciambelline al vino.
RICETTE
Mosto cotto. Chicchi d’uva del tipo e quantità desiderata, spremerli con le mani o con qualunque frullatore, eliminando la buccia. Cuocere molto a lungo preferibilmente in una pentola di rame, fino a far evaporare tutta l’acqua, far freddare e utilizzare per accompagnare ogni tipo di formaggio meglio se stagionato.
Ciambelline al vino. Un litro di vino bianco o rosso,1 kg di zucchero, 1lt d’olio, farina quanta necessaria per amalgamare il tutto, 5 cucchiai di lievito in polvere, 2 uova, anice. Amalgamare, far riposare, formare ciambelline di grandezza a proprio piacimento. Dieci minuti circa in forno caldo.
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