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Ursula Von Der Leyen, Angela Merkel, Marta Cartabia e Madeleine Albright

Ursula Von Der Leyen, Angela Merkel, Marta Cartabia e Madeleine Albright

Le lezioni di stile di alcune al potere: solo professionalità, assenza di competitività, eleganza? è un caso se sono tutte donne?

Venerdi, 09/04/2021 - La civiltà delle donne. Ursula, relegata da Erdogan - sempre "padrone", se ci sono donne di autorità superiore alla sua, anche delle convenzioni cerimoniali - non ha fatto una piega, ed è intervenuta con la fermezza di chi rappresenta un continente.
Angela ha chiesto scusa alla nazione per un errore umanamente giustificabile che non ammetteva per il senso di responsabilità verso i suoi elettori.
Marta Cartabia, ministra della giustizia, controlla Salvini e M5S giocando sul metodo: ascoltare il Parlamento, verificare la costituzionalità delle proposte, cercare l'approvazione dei colleghi, redigere il testo corretto. Tre lezioni di stile: solo professionalità, assenza di competitività, eleganza? è un caso se sono tutte donne?
Madeleine Albright, la ministra degli esteri Usa: la pensavo un falco ma, andata in pensione, esplicitò la parte compressa di sé come donna in lezioni, conferenze e interviste. Donna ambiziosa, aveva sfondato tutti i muri di cristallo perché era brava; la prima volta che partecipò al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, unica donna con quattordici uomini, si domandò che cosa ci stava a fare, poi lesse sul segnaposto la sua responsabile di rappresentare gli Stati Uniti e fece il suo dovere. Sapeva di lavorare "come un uomo" e spera che quando le donne di governo saranno molte, Armageddon se ne starà lontano.
Se governare è giocare con il potere, fa differenza se lo gestisce una donna? Per ora il potere lo conosciamo sulla pelle, è patriarcale, gerarchico, ama la forza, la violenza fino al femminicidio e le donne lo hanno subito e subiscono anche se hanno portato così avanti le loro rivendicazioni che il potere cede qualcosa, purché non cambi il modello, che deve restare quello di sempre, unico, maschile. Per ora molte in posti di autorità e potere sono costrette a vedersi negare la sedia, ma bisogna che nessuna si adegui a rivendicare il "punto d'onore" per sfidare il "nemico". Se parità significa duplicare "questo" potere non saranno le donne ad aiutare il mondo.
È tempo di salvarlo con "la cultura delle donne" partendo dai luoghi di maggior autorevolezza: i maschi del Parlamento italiano e del Partito Democratico hanno dimostrato di volersi tenere tutte le sedie. Se ignorano, contro il loro interesse, che le donne sono il 52% dell'elettorato bisogna che le parlamentari e le ministre non dimentichino di essere donne e di pretendere di farlo valere. Le "governanti" potranno sottrarsi?
L'Europa negli ultimi tempi ha votato: Danimarca, Estonia, Finlandia, Georgia, Germania, Gran Bretagna, Islanda, Lituania, Norvegia, Serbia, Slovacchia hanno capi di Stato o di governo donne. Chissà se incomincia a funzionare.


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