Stop al femminicidio - Il libro di Riccardo Iacona (Se questi sono gli uomini, ed Chiarelettere) parla agli uomini violenti e si domanda perchè non riescono a fermarsi
Bartolini Tiziana Venerdi, 16/11/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2012
È un argomento che non ha mai perso di vista quello della violenza contro le donne, e con questo libro Riccardo Iacona conferma una pervicace volontà di denuncia di quella che definisce ‘una strage’ ricordando che nel 2011 le donne uccise dai loro compagni o ex compagni sono state 137. Il drammatico computo nel 2012 è nella stessa media: un femminicidio ogni tre giorni. ‘Se questi sono gli uomini’, il libro appena uscito con l’editore Chiarelettere, ribadisce l’impegno giornalistico e civile di Iacona su una “tragedia nazionale” paragonabile ad una “guerra” combattuta da “uomini che si armano per uccidere le loro donne, quelle con cui stanno e quelle con cui sono stati”. Una guerra che “prima di finire sui giornali nasce nelle case, all’interno delle famiglie, nel luogo che dovrebbe essere il più sicuro e protetto. E invece diventa il più pericoloso, una prigione, l’anticamera della morte”. Questo libro è un contributo importante al contrasto alla violenza di genere perché è scritto con mano e mente di uomo, avvalendosi però della collaborazione di ottime collaboratrici - l’autore ringrazia in particolare Sabrina Carreras - delle quali, con evidenza, ha condiviso e accolto il punto di vista femminile. Lo stile, come sempre nel giornalismo di Iacona, è asciutto e diretto. Questo timbro ci connette al dramma di queste violenze, al clima in cui maturano, alla paradossale ‘normalità’ che le accompagna o le precede. Lo scandaglio, nel racconto di alcune storie, cerca le cause scatenanti dei vari femminicidi. Così c’è la gelosia che ha fatto strangolare Vanessa Scialfa (uccisa a 20 anni il 26 aprile del 2012 dal suo fidanzato Francesco Lo Presti) oppure c’è il non accettare la fine di una relazione che ha indotto Salvatore Paternò a sparare a Enza Anicito (42 anni) dicendole “se non sei mia non sei di nessuno”. Donne considerati oggetti di ‘proprietà’, quindi. Ancora oggi, tanto più oggi. Ma chi sono gli uomini violenti, come percepiscono la violenza, cosa li fa essere o diventare tali? In un capitolo l’autore fa parlare gli uomini che hanno preso atto dei loro comportamenti e che cercano strade per cambiare, che si osservano e si interrogano. Uomini che, faticosamente, tentano di affrontare le loro fragilità. Di fronte a queste testimonianze Riccardo Iacona si interroga. “Se vogliamo capire quanto profonda e radicata è la violenza contro le donne nel nostro paese, noi uomini, e mi ci metto anch’io, dobbiamo fare un semplice esercizio: quanti di noi si riconoscono in questi racconti, anche solo in parte? Proviamoci veramente, con sincerità però e senza autoassoluzioni”. Ci sembra un’esortazione e un impegno da prendere molto sul serio.
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