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Uomini e Pari Opportunità

Uomini e Pari Opportunità

Note ai margini - I femminicidi ci sono purtroppo tutto l’anno

Castelli Alida Lunedi, 09/08/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2010

Non è vero che sul far dell’estate aumenta la violenza contro le donne. I femminicidi ci sono purtroppo tutto l’anno, perchè gli uomini non “accettano” di essere abbandonati.

Per fortuna non tutti gli uomini sono così, alcuni sono più attenti ai diritti delle donne e addirittura loro paladini.

Eppure anche tra questi comincio ad avvertire strani e preoccupanti segnali.

Penso al caso che ho verificato durante un dibattito. Prima ci sono state una serie di affermazioni di giovani uomini “politicamente corretti” consapevoli di aver maggiori opportunità lavorative rispetto alle loro giovani colleghe e della necessità di condivisione del lavoro domestico. Appena la discussione si è approfondita e dall’analisi si è passati alle proposte per le “azioni positive” - o meglio al concetto di “discriminazione positiva” che meglio le illustra - improvvisamente sono arrivati segnali di insofferenza.

Anche perché le occasioni si sono ristrette per tutti, o perché probabilmente manca la conoscenza delle leggi e dei concetti che implementano le Pari Opportunità, ma il disagio e il vero e proprio dissenso cominciano a serpeggiare.

Il concetto di pari opportunità è chiaramente ben più complesso di uguaglianza, non si possono concepire politiche uguali per persone diverse, e quindi nei confronti delle donne non si può parlare semplicemente di diritti uguali, ma di misure che devono rendere uguali questi diritti.

Quindi le misure per le donne devono contenere un fattore che le differenzia da quelle degli uomini per recuperare, o tentare di recuperare lo svantaggio iniziale. Alcuni esempi sono più utili di altri per dimostrarlo: la clausola contenuta nell’art. 48 del Codice delle pari Opportunità dove si dice, a proposito dei Piani triennali di azioni positive (obbligatori nella Pubblica Amministrazione ma ben poco diffusi) che “favoriscono il riequilibrio della presenza femminile nelle attività e nelle posizioni gerarchiche ove sussiste un divario fra generi non inferiore a due terzi. A tale scopo, in occasione tanto di assunzioni quanto di promozioni, a fronte di analoga qualificazione e preparazione professionale tra candidati di sesso diverso, l'eventuale scelta del candidato di sesso maschile è accompagnata da un'esplicita ed adeguata motivazione”.

Ebbene davanti all’illustrazione di questo articolo, appena se ne comprende la portata, vi è di solito una vera e proprio levata di scudi: chi cita la meritocrazia, chi i diritti. E neppure l’illustrazione dell’articolo 51 della Costituzione così modificato nel 2003 ottiene miglior fortuna.

Che pensare? Che anche gli uomini più sensibili alla prova dei fatti non ci stanno? O che la conoscenza delle leggi è così superficiale e quindi anche quelli che ci sostengono lo fanno finché non capiscono?

Altri esempi e altre riflessioni prossimamente: ne vogliamo parlare?



(settembre 2010)

 

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