Governo - Pochi ministri, meno ancora le ministre. E senza portafoglio
Ferraguti Isa Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
Mentre rilevo che il Governo Berlusconi è riuscito a non andare oltre 21 ministri e 37 sottosegretari, riducendo significativamente il numero rispetto al governo precedente, non posso non segnalare - con rammarico - la scarsa presenza delle donne sia tra i ministri che tra i sottosegretari. Infatti le ministre sono soltanto quattro, di cui solo due ‘con portafoglio’: Stefania Prestigiacomo all’Ambiente e Mariastella Gelmini all’Istruzione. L’on. Prestigiacomo si è distinta per il suo operato quale Ministra delle pari opportunità, proponendo il tema delle quote rosa. A proposito dell’on. Gelmini apprendo da Wikipedia che nel 2000 fu sfiduciata da Presidente del Consiglio Comunale di Desenzano per inoperosità e che la sfiducia fu votata da tutti i consiglieri dell’opposizione e da alcuni della maggioranza. Tra le ministre senza portafoglio abbiamo l’on. Giorgia Meloni e l’on. Mara Carfagna. L’on. Meloni, giornalista, che ha il compito di seguire le politiche giovanili, è stata vice presidente alla Camera dei Deputati. In qualità di responsabile nazionale di Azione Studentesca fu autrice della proposta per l’apertura pomeridiana delle scuole finalizzata allo svolgimento di attività extracurriculari. Tale proposta avanzata al Forum delle Associazioni studentesca, istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione, fu accolta dal Ministro Berlinguer (DPR 567).
Mara Carfagna, laureata in Giurisprudenza, è Ministra per le pari opportunità. Agli onori della cronaca (Corriere della Sera) la polemica con l’allora Ministra Prestigiacomo sul tema delle quote rosa, che l’on. Carfagna sosteneva non essere necessarie perché se una persona vale, emerge ugualmente. Mi auguro vivamente che, diventando Ministra per le pari opportunità, abbia cambiato idea poiché è sufficiente dare uno sguardo alle statistiche per scoprire che il merito da solo non basta per essere valorizzate. Veniamo alle sottosegretarie: su 37 nominati le donne sono soltanto 5: Michela Vittoria Brambilla (presidenza del consiglio dei ministri, al Turismo), Stefania Craxi (Affari Esteri), Maria Elisabetta Alberti Casellati (Giustizia), Francesca Martini e Eugenia Maria Roccella (Lavoro, salute e politiche sociali). Senza nulla togliere a queste parlamentari, meraviglia che non siano state utilizzate alcune competenze indiscutibili. Perché non nominare ministre e/o sottosegretarie (al posto di omini) Fiamma Nirensztejn e Margherita Boniver? Perché Rocco Crimi allo Sport e non Manuela Di Centa? Perché non un ruolo governativo alla sen. Adriana Poli Bortone, sindaca di Lecce e che si è distinta per la riqualificazione della città?
Nel suo discorso alla Camera dei Deputati il 13 maggio il Presidente Berlusconi ha detto: “l’aspirazione generale è che un confronto di idee e di interessi, anche se vero, anche rigoroso, non generi nuove risse ma una consultazione alla luce del sole, un dialogo concreto e trasparente…” Pertanto, da modenese, mi chiedo: perché non promuovere Isabella Bertolini che, quale componente dell’Assemblea delle Elette, ha contribuito alla istituzione di una struttura unitaria volta al perseguimento dell’interesse, non solo delle donne, ma dell’intera collettività e che rappresenta l’unica esperienza in Italia?
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